GM e Peugeot… una scommessa difficile

Fabrizio Brunetti
02 Marzo 2012
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GM e Peugeot... una scommessa difficile

Bastano piattaforme e componenti comuni e un gruppo d’acquisto per salvare Opel e rafforzare una Peugeot mai così debole?

Bastano piattaforme e componenti comuni e un gruppo d’acquisto per salvare Opel e rafforzare una Peugeot mai così debole?

Dopo settimane di indiscrezioni (e l’ipotesi di un’alleanza con Fiat), il gruppo PSA Peugeot-Citroen ha ceduto il 7% delle quote a General Motors e ha deliberato un aumento di capitale per un milione di euro. Questo 7% costa a GM appena 300 milioni di euro: per dare un’idea, Opel (marchio nell’orbita GM) nel solo 2011 è costata 600 milioni in perdite.

Niente più di un’alleanza con obiettivi di sostanziosi risparmi di costi, peraltro non facili da realizzare. Peugeot ha già accordi con altri costruttori – come con Bmw per i motori, Fiat per i veicoli commerciali, Ford per i motori diesel -, ma per la prima volta nella sua storia è costretta a cedere una parte, contenuta ma pesante in termini simbolici, della propria autonomia.

Il grande, solido gruppo, con una storia di 200 anni (contando anche il periodo pre-auto), il saldo controllo della famiglia, vanto dell’industria francese dell’auto è per la prima volta in una posizione di debolezza, per uscire dalla quale non può più contare solo sulle proprie forze e sulle collaborazioni alla pari, come ha fatto sinora.

Quel 7% significa incrinare il proprio credo sempre votato all’indipendenza – GM diventa il secondo azionista dopo il 31% in mano alla famiglia – ma la situazione della Casa del Leone, che ha realizzato perdite per 1,65 miliardi di euro nel 2011 e che ha ancora una centratura europea, esuberi e costo del lavoro elevati, è davvero drammatica e impone di mettere da parte l’orgoglio sino a che si è ancora in tempo.

Dunque obiettivo dichiarato è risparmiare, nei costi, negli investimenti, negli acquisti comuni, sinergie profonde e nuovi modelli a piattaforme e componenti comuni tra Opel e Peugeot dal 2016.

Certo secondo le dichiarazioni ufficiali l’alleanza, non fusione – come ha sottolineato Dan Akerson, capo di GM – ipotizza una massa da 12 milioni di auto all’anno, 2 in più degli obiettivi di Volkswagen e Toyota, maggiori pretendenti al titolo di maggior costruttore mondiale e una leadership nei segmenti B, C e D.

Ma sarà davvero così? Ho l’impressione, condivisa da molti analisti, che le cose siano molto più complesse. Certo Peugeot otterrà una riduzione dei costi, avrà base sul mercato americano da cui è assente – ammesso che GM si presti a favorire l’accesso al mercato locale – ma… 

I ma sono numerosi e preoccupanti. Quale può essere l’interesse di GM se non liberarsi dell’insostenibile peso finanziario di Opel e perché Peugeot dovrebbe riuscirci senza farsi male, tanto più in un periodo di debolezza finanziaria senza precedenti nella sua storia? E ancora l’insofferenza culturale a qualsiasi interferenza nella governance, come potrà conciliarsi con l’approccio “pratico” degli americani lavoro? 

L’alleanza presuppone, nonostante le smentite ufficiali, una drastica riduzione della forza lavoro francese ed europea occidentale, di quella cioè che ha costo del lavoro elevato, sia per PSA che per Opel, e la chiusura di stabilimenti. In Germania probabilmente si può fare, ma in Francia la resistenza sarà molto forte e la strada è tutta in salita. 

Ultimo, la storia insegna che quando un accordo è tra due parti che hanno gli stessi problemi, nel caso il peso del recessivo mercato europeo, difficilmente le alleanze riescono.

Infine non si vede come per PSA si risolverebbe il problema dimensionale di una Peugeot troppo piccola per poter competere con i grandi gruppi leader come Volkswagen, GM, Ford, Toyota, Hyundai.

Insomma è un accordo che non convince, che è al tempo stesso troppo vago e troppo dettagliato, che presenta forti rischi di concretizzarsi solo in aspetti marginali e non di prefigurare l’alba di un megagruppo da 12 milioni di veicoli.

Dati i rapporti di forza e la capitalizzazione, questo potrebbe realizzarsi, nel tempo, solo con un controllo egemone da parte del colosso americano, esattamente l’opposto dell’obiettivo di sopravvivenza in orgogliosa autonomia della casa di Sochaux.

Tutto dipenderà da quanto Peugeot riuscirà a stabilizzare la sua posizione. In caso contrario il 7% sarà solo il primo gradino di una scalata al controllo di maggioranza.

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