Un’edizione in progresso, a piccoli passi, per tornare ai fasti storici della rutilante kermesse bolognese.
Un’edizione in progresso, a piccoli passi, per tornare ai fasti storici della rutilante kermesse bolognese.
La formula non è cambiata e non sarebbe possibile altrimenti. Un salone motoristico, in tempi così duri e incerti è un’investimento che può essere tagliato dal budget di una casa automobilistica, soprattutto se rispetto ai grandi saloni internazionali – Ginevra, Francoforte, Parigi e Detroit – offre spazi ed espositori limitati, poche prime mondiali.
Ma la forza del Motor Show di Bologna è nella sua diversità, nel contatto diretto con il pubblico degli appassionati, nell’aria che si respira tra ragazze, musica e piadine, esibizioni dal vivo nelle piste, tutto nel cuore del triangolo magico del motorismo sportivo di cui Bologna è ombelico.
Dunque un salone giovane, rumoroso, rutilante, appassionato, quasi trasgressivo. Questa è l’atmosfera speciale del Motor Show, il motivo per cui raccoglie le masse giovani che non riempirebbero un salone tradizionale.
La manifestazione ho toccato il fondo due anni fa, in piena crisi globale del mercato automobilistico, e molti dubitavano che sarebbe sopravissuta. E invece l’edizione 2010 è andata bene, la gente e gli espositori sono tornati e l’incubo sembra passato. Bologna c’è e l’edizione di quest’anno lo conferma.
Certo pesano assenze importanti come Peugeot, Citroen, Bmw, Porsche, Toyota, tanto per citare le case più importanti che quest’anno hanno saltato l’appuntamento bolognese. I padiglioni rimasti vuoti fanno tristezza, ma i “presenti” fanno la loro parte sino in fondo e il risultato finale sembra moderatamente incoraggiante.
Grandi spazi e allestimenti importanti dunque per i grandi gruppi, come Fiat, al completo con tutti i suoi marchi, Volkswagen con tutti i marchi ad eccezione di quelli top (Porsche, Bentley, Lamborghini), Renault, Mercedes. Ford, i coreani Hyundai e Kia, alcuni dei marchi giapponesi (Honda e Isuzu, Mazda e Mitsubishi) senza dimenticare Land Rover e Volvo.
C’è anche quest’anno Electric City, spazio interamente dedicato alle auto elettriche con tanto di piccola pista indoor, ma ci sono anche un padiglione dedicato all‘innovazione (applicata ad ambiente sicurezza e mobilità), uno riservato ai veicoli – Icon Cars – che hanno fatto la storia dell’auto ed un altro al Luxury Time, vale a dire ad un singolare connubio tra le auto di lusso e il tempo. Accanto ad undici esemplari di auto esclusive, per lo più sportive, una collezione di orologi classici ed esclusivi quanto le auto esposte. Tra le auto le estreme Pagani Zonda S, Lamborghini Aventador, Ferrari 458 Italia, Mc Laren MP4 – 12C, Porsche 911 GT3.
Ultimo, ma nel contesto del salone del motorismo sportivo, assolutamente non ultimo, il grande spazio dedicato alle piste ed agli spazi di prova attrezzati. Questo è lo spirito più vero del Motor Show. L’Arena, il rombo dei motori, le sgommate, la puzza (o il profumo?) di olio di ricino e gomma bruciata, ma anche il brivido della guida in fuoristrada, la prova tra i birilli della piccola sportiva o dell’utilitaria dei sogni, i test della guida in pattinamento o in precarie condizioni di aderenza.
Tra gli appuntamenti classici e imperdibili dell’Arena la giornata della Scuderia Ferrari con la F1 e i pit stop, il mitico Memorial Bettega, con le auto e i campioni del mondiale rally, il motocross più spettacolare, il freestyle, le 500 Abarh, Maserati, Porche Carrera Cup, GT Challenge. Questa è la vera anima del popolo del Motor Show, insieme alle ragazze, alla musica a palla, agli show a sorpresa. Un grande spettacolo adrenalinico, in cui la parte del salone tradizionale non è quella prioritaria.
Ferrari per esempio ha allestito a Bologna uno stand senza auto di serie, interamente dedicato alle sportive estreme, come la F1 2010, le 458 GT2, GT3 e Challenge, la Enzo laboratorio, e la spettacolare 599XX Evoluzione, pistaiola elaborazione finale della berlinetta stradale, col doppio alettone mobile e 750CV.
Scelta apparentemente sorprendente, ma coerente con lo spirito della kermesse bolognese. Per questo il Motor Show è sopravissuto alla tempesta che ha spazzato via la maggior parte dei saloni automobilistici; per questo tedeschi, giapponesi, americani arrivano qui a migliaia. A piccoli passi il Motor Show sembra poter tornare agli antichi splendori. Godetevi lo spettacolo!