Mercato auto usate: prima frenata dopo otto mesi, calo del 5% a maggio
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Dopo una lunga corsa senza ostacoli, il mercato auto usate italiano segna una brusca frenata nel mese di maggio, interrompendo una serie positiva che durava da ben otto mesi. Un dato che, a una prima lettura, potrebbe sembrare un semplice rallentamento stagionale, ma che invece racchiude segnali di fragilità più profondi per un comparto ancora alla ricerca della stabilità perduta negli anni precedenti la pandemia. Secondo quanto comunicato da UNRAE, l’associazione di riferimento del settore, i passaggi di proprietà hanno subito un calo del 5% rispetto a maggio 2023, attestandosi a 448.299 trasferimenti contro i 471.992 dello stesso mese dell’anno scorso. Un campanello d’allarme che non può essere ignorato, nonostante il saldo dei primi cinque mesi dell’anno resti in territorio positivo (+2,4%), confermando però che il ritorno ai livelli pre-Covid è ancora lontano.
Scendendo nel dettaglio, sia i trasferimenti netti sia le minivolture hanno registrato un segno meno: -4,7% per i primi e -5,5% per le seconde. Numeri che raccontano di un mercato che, pur mostrando segni di vitalità nei mesi scorsi, resta fragile e distante dal dinamismo del 2019, con un gap ancora del 1,2% rispetto ai volumi di quell’anno. Un’istantanea che conferma quanto il percorso di recupero sia tutt’altro che lineare e che il settore debba fare i conti con una serie di criticità strutturali.
Sul fronte delle alimentazioni, il panorama si fa ancora più interessante. Il diesel mantiene la leadership tra le motorizzazioni più richieste, ma la sua quota si assottiglia progressivamente: oggi rappresenta il 41,8% dei passaggi netti, in calo di 3,7 punti percentuali rispetto a dodici mesi fa. Un dato che, se letto in controluce, rivela come la transizione verso soluzioni più sostenibili stia lentamente prendendo piede anche nel mercato dell’usato. Il benzina segue a ruota, con il 38,8%, mentre le ibride raggiungono per la prima volta la soglia simbolica del 10%, segno che la sensibilità ambientale inizia a farsi strada anche tra chi sceglie una vettura di seconda mano. Da segnalare, inoltre, i timidi ma costanti progressi delle elettriche pure (1,0%) e delle ibride plug-in (1,3%), numeri ancora piccoli ma in crescita costante.
Guardando alle modalità di scambio, emerge un dato significativo: gli scambi tra privati o aziende rappresentano oggi il 56,8% del totale, una percentuale in aumento che testimonia la crescente propensione degli italiani a gestire direttamente la compravendita delle proprie auto. In parallelo, diminuiscono le vendite da operatori a clienti finali (ora al 38,9%), mentre restano stabili le auto immatricolazioni (3,4%) e i passaggi dal noleggio, che restano sotto l’1%. Questi numeri suggeriscono che la fiducia nei canali tradizionali di vendita stia progressivamente lasciando spazio a una maggiore autonomia dei consumatori, probabilmente anche grazie alle nuove piattaforme digitali che facilitano le transazioni dirette.
Sul piano geografico, la Lombardia si conferma ancora una volta la regina del mercato, catalizzando il 15,9% delle transazioni nazionali. Subito dietro si piazzano Lazio e Campania, a dimostrazione di come il mercato dell’usato sia fortemente radicato nelle regioni a maggiore densità automobilistica. Da segnalare, però, la crescita sostenuta della Sicilia, che sale all’8,4%, mentre Piemonte e Veneto si equivalgono, entrambe ferme al 7,8%. Una mappa che fotografa un’Italia a due velocità, dove il Sud prova a colmare il divario con le regioni del Nord, trainato da una domanda in crescita e da un parco circolante sempre più maturo.
A proposito di parco circolante, un dato su tutti merita di essere sottolineato: quasi la metà delle vetture usate oggetto di passaggio di proprietà (48,6%) ha più di dieci anni. Un segnale che la vetustà delle auto sulle nostre strade resta un problema strutturale, con tutte le implicazioni in termini di sicurezza e impatto ambientale che ne derivano. La fascia 6-10 anni rappresenta il 17,4% del mercato, mentre le auto di 4-6 anni sono in diminuzione e quelle tra 1 e 2 anni mostrano una leggera crescita, forse complice il maggiore ricambio generazionale delle flotte aziendali e del noleggio.
Nel segmento delle minivolture, si rafforza il ruolo di privati e società, che arrivano a rappresentare il 57,6% del totale, mentre calano i ritiri da parte degli operatori e le vetture provenienti dal noleggio. Anche in questo ambito, il diesel mantiene il primato, seppur in costante erosione, mentre benzina, ibride, plug-in ed elettriche mostrano segnali di crescita, confermando che il cambiamento delle preferenze degli italiani non riguarda solo il nuovo, ma inizia a coinvolgere anche l’usato.
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