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McLaren rompe la tradizione: ecco la mossa che farà discutere

Di Simone Fiderlisi
Pubblicato il 29 set 2025
McLaren rompe la tradizione: ecco la mossa che farà discutere
McLaren annuncia entro l'anno un modello con più di due posti dopo la fusione con Forseven. Possibile SUV e integrazione di componenti Nio, strategia per durare 50 anni.

Quando si pensa a McLaren, la mente corre subito a bolidi da sogno, due posti secchi e un pedigree da pista che non ammette repliche. Eppure, il vento del cambiamento soffia deciso anche a Woking, pronto a scuotere le fondamenta di un marchio che ha sempre fatto dell’esclusività la propria bandiera. Sotto la guida di Nick Collins, il timone della casa britannica vira verso orizzonti inediti: l’obiettivo non è solo “fare più vetture e farle meglio”, ma riscrivere le regole del gioco senza tradire la propria anima. Una sfida che, tra entusiasmo e scetticismo, promette di segnare una vera e propria svolta generazionale.

A catalizzare questa rivoluzione è la fusione strategica con la giovane e ambiziosa Forseven, una start-up che, con il suo approccio fresco e innovativo, rappresenta il ponte verso nuovi segmenti di mercato. E proprio qui sta il punto: entro la fine dell’anno, la gamma McLaren si arricchirà di un modello che abbandona la classica configurazione biposto per abbracciare un’inedita spaziosità. Gli indizi? Tutti gli analisti puntano il dito su un SUV, il terreno di conquista che negli ultimi anni ha fatto la fortuna di marchi storici come Lamborghini, Aston Martin e Ferrari. Del resto, il segmento SUV è ormai sinonimo di volumi, margini e soprattutto visibilità globale, una tentazione troppo ghiotta per chi, come McLaren, vuole garantirsi un futuro solido senza sacrificare il proprio DNA sportivo.

Non è un caso che il nuovo corso sia orchestrato da CYVN Holdings, il gruppo di investitori che oggi controlla la casa inglese e che vanta partecipazioni strategiche nel panorama automotive internazionale. Tra queste spicca la quota del 20% in Nio, il colosso cinese dell’auto elettrica che si candida a diventare un partner chiave nella corsa all’innovazione. E proprio Nick Collins non si nasconde: “Componenti Nio potrebbero arrivare sulle nostre vetture prima del previsto”, ammette senza giri di parole, lasciando intendere che l’ibridazione tecnologica è già dietro l’angolo. Una sinergia che promette di accelerare la transizione verso soluzioni elettriche e ibride, senza però rinunciare a quell’emozione di guida che ha reso McLaren un mito su strada e in pista.

Ma la vera posta in gioco va oltre la semplice diversificazione di prodotto. Il piano, nelle parole di Collins, è quello di “costruire un’azienda che duri 50 anni”, puntando su una sostenibilità che non sia solo ambientale, ma anche finanziaria e identitaria. In un mercato dove la volatilità è la regola e la fedeltà dei clienti non si può più dare per scontata, il rischio di snaturare il marchio è concreto. Non a caso, le reazioni degli addetti ai lavori si dividono tra chi applaude la scelta di inseguire segmenti più redditizi e chi, al contrario, teme una progressiva perdita di esclusività. I puristi, si sa, sono sempre pronti a difendere la tradizione, ma il mercato di oggi impone scelte coraggiose e visione di lungo periodo.

La fusione tra heritage e innovazione si riflette anche nella promessa di non abbandonare la clientela storica: le supercar biposto resteranno il cuore pulsante della gamma, ma accanto a loro nasceranno modelli pensati per una platea più ampia, senza per questo scendere a compromessi sulla qualità costruttiva o sulle prestazioni. L’approccio di McLaren è chiaro: allargare gli orizzonti, sì, ma senza disperdere il patrimonio tecnico e l’aura di esclusività che la distingue da sempre. Una strategia che ricorda da vicino quanto già visto con altri big del settore, che hanno saputo sfruttare la spinta dei SUV per finanziare progetti ancora più specialistici e innovativi.

In questo scenario, la collaborazione con Forseven si profila come la chiave di volta per affrontare le nuove sfide: grazie al know-how condiviso e a una mentalità aperta all’ibridazione, la casa di Woking si prepara a entrare in una nuova era, dove le barriere tra segmenti si fanno sempre più labili e la capacità di adattarsi diventa la vera misura del successo. E se la strada è ancora tutta da scrivere, una cosa è certa: il futuro di McLaren non sarà più solo questione di cavalli e accelerazioni da brivido, ma anche di visione, sostenibilità e, perché no, di un pizzico di sana irriverenza verso le regole non scritte dell’automotive di lusso.

L’ultimo miglio, però, resta il più delicato: trovare il giusto equilibrio tra innovazione e rispetto delle proprie radici, senza mai perdere di vista quell’identità sportiva che ha reso il marchio un’icona. Il rischio di “annacquare” il mito è dietro l’angolo, ma la sfida è ormai lanciata. McLaren ha scelto di cambiare pelle, e il mondo delle quattro ruote guarda con curiosità – e un pizzico di trepidazione – a ciò che accadrà nei prossimi mesi. Una rivoluzione silenziosa, ma destinata a lasciare il segno.

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