Truffa: false rottamazioni auto alla Fiat
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Un giro da 170.000 euro di ingiusto profitto per una truffa da diversi milioni di danni alla Fiat. Sei arresti e 16 denunce in Abruzzo e Puglia
Approfittavano degli incentivi alla rottamazione riservati da Fiat per gli acquirenti di vetture nuove in cambio di quelle vecchie da demolire. Il procedimento era tanto semplice quanto lucroso: individuavano una vettura o un autocarro, da ritirare in permuta, intestavano il veicolo all’ignaro cliente e, con il rilascio di un certificato di rottamazione (che poteva anche essere fasullo), cancellavano la vettura dal PRA. Dopodiché la pratica, attraverso le concessionarie, veniva inoltrata alle Case costruttrici che ottenevano il finanziamento dallo Stato (come si ricorderà: 1.500 euro per le autovetture, fino a 4.000 euro per gli autocarri).
Un “gioco” andato avanti per tanto tempo, addirittura qualche anno, e che è stato fermato in questi giorni da parte degli agenti della polizia stradale di Chieti, dopo un anno di indagini compiute fra Abruzzo e Puglia e che dalle disposizioni del Gip di Lanciano hanno portato all’individuazione, e agli arresti domiciliari, di sei persone, tutte residenti in Abruzzo, fra Chieti e Pescara, e alla denuncia a piede libero a carico di 16 persone residenti a Foggia.[!BANNER]
Nel mirino degli investigatori, in particolare, sono finiti alcuni venditori che facevano capo alla Anxiauto Group con sede legale a Rocca San Giovanni (Chieti), che negli ultimi anni avevano creato una banca dati di falso documentale finalizzato alla truffa, compresi alcuni libretti di circolazione falsi; dei titolari di agenzie di pratiche automobilistiche e di autodemolizioni del Foggiano.
In totale, l’ingiusto profitto accertato dalla Fiat solo riguardo agli incentivi statali ammonta a 170.000 euro (85.000 ai danni dello Stato e 85.000 ai danni della stessa Fiat), ai quali va aggiunta una truffa per diversi milioni di euro (solo nei primi mesi del 2010 questa ammonta a 600.000 euro) derivante dal falso incentivo riservato ai dipendenti Fiat che veniva richiesto attraverso il falso documentale, per ogni Fiat venduta.
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