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Maserati, commerciante sconsiglia l'acquista: si svalutano troppo

Di Simone Fiderlisi
Pubblicato il 27 ago 2025
Maserati, commerciante sconsiglia l'acquista: si svalutano troppo
Il crollo dei valori Maserati scuote il mercato dell’usato: cause, modelli coinvolti e le soluzioni consigliate da esperti e analisti

C’è un vento gelido che soffia sul mondo delle auto di lusso italiane, e questa volta il bersaglio è Maserati. Il celebre marchio modenese, simbolo per decenni di eleganza sportiva e prestigio, si trova ora al centro di una tempesta che scuote dalle fondamenta il mercato dell’usato. Un vero e proprio crollo verticale che ha dell’incredibile: in meno di due anni, alcune vetture hanno perso fino all’85% del loro valore iniziale, lasciando di stucco sia gli appassionati sia gli operatori del settore.

Basta gettare uno sguardo alle quotazioni per capire la portata del fenomeno. Prendiamo il caso della Levante, il SUV che avrebbe dovuto aprire a Maserati le porte di una clientela globale e fidelizzata. Negli Stati Uniti, una Levante nuova di zecca, pagata la bellezza di 130.000 dollari, oggi viene valutata appena 20.000 dollari. Un tracollo che ha fatto il giro dei social, spingendo influencer e specialisti del settore a lanciare un chiaro avvertimento: attenzione a mettere mano al portafoglio per una Maserati nuova di fabbrica.

Altri modelli nel mirino

Ma la crisi non si limita al SUV. Anche le berline di punta, la Ghibli e la sontuosa Quattroporte, non sono state risparmiate dalla morsa della svalutazione. Le ragioni di questa emorragia di valore sono molteplici e vanno ben oltre la semplice legge della domanda e dell’offerta.

Innanzitutto, il fascino del marchio del Tridente sembra essersi appannato rispetto ai colossi tedeschi e britannici, che oggi dettano legge in termini di prestazioni, tecnologia e status symbol. Non è solo una questione di motori o di finiture: è il percepito, il sogno che si spegne, l’aura di esclusività che vacilla. A tutto ciò si aggiungono le ombre che si allungano sul futuro industriale di Stellantis, il gruppo che controlla Maserati. Gli interrogativi sulla strategia a lungo termine del conglomerato alimentano ulteriori dubbi tra i potenziali acquirenti, che temono di trovarsi con una vettura di prestigio sì, ma senza certezze sulla sua evoluzione e assistenza.

Meglio il leasing

Non è un caso che molti esperti suggeriscano di valutare strade alternative per godersi il piacere di guida senza esporsi ai rischi di una svalutazione tanto marcata. Ecco che formule come il leasing o il noleggio a lungo termine tornano prepotentemente alla ribalta: soluzioni che permettono di salire a bordo di una Maserati nuova, assaporando il profumo della pelle e la potenza del V6, ma senza dover subire la doccia fredda della perdita di valore quando si decide di cambiare auto.

Eppure, non tutti sono pronti a scommettere sulla fine del mito. Nel vivace dibattito che anima forum e community online, c’è chi sostiene che alcuni esemplari, soprattutto le versioni più rare o prodotte in serie limitata, potrebbero in futuro trasformarsi in autentiche auto da collezione. La storia del motorismo insegna che il tempo può ribaltare le sorti di un modello bistrattato dal mercato: basta un cambio di percezione, una riscoperta da parte degli intenditori, e ciò che oggi sembra un cattivo affare potrebbe diventare domani un investimento vincente.

Una crisi di valore

Questa crisi di valore rappresenta quindi un banco di prova cruciale non solo per Maserati, ma per tutto il comparto del lusso automobilistico italiano. Le prossime mosse di Stellantis saranno determinanti per ridare slancio e credibilità al Tridente, restituendo fiducia a una clientela che, pur affascinata dalla tradizione e dal design italiano, pretende ora garanzie solide e prospettive chiare.

Nel frattempo, chi si affaccia al mercato dell’usato con il sogno di possedere una Maserati, deve mettere in conto non solo i costi di gestione, ma anche il rischio concreto di una svalutazione senza precedenti. Forse è il momento di cambiare prospettiva: godersi il mito, sì, ma con la consapevolezza che oggi, più che mai, il valore reale di una vettura non si misura solo in cavalli o in lusso, ma nella sua capacità di resistere alle tempeste del mercato.

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