Fiat e Lancia… il 2011 della svolta

Fabrizio Brunetti
13 Agosto 2011
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Fiat e Lancia... il 2011 della svolta

Arrivano i primi prodotti dell’era Fiat-Chrysler attesi a 4 milioni di pezzi nel 2012 con l’obiettivo dei 6 milioni nel 2014. Sfida impossibile?

Arrivano i primi prodotti dell’era Fiat-Chrysler attesi a 4 milioni di pezzi nel 2012 con l’obiettivo dei 6 milioni nel 2014. Sfida impossibile?

Finalmente, dopo tanti annunci, il 2011 è per Fiat-Chrysler l‘anno del debutto di nuovi modelli che affrontano i mercati per capire se le speranze del gruppo – che mira a 4 milioni di pezzi da subito e a 6 milioni , secondo il piano entro il 2014 – sono fondate.

Nel corso del 2010 era stata completamente rivista la gamma Chrysler, Jeep, Dodge, con riuscite evoluzioni dei modelli esistentii, razionalizzazione della gamma e sensibile miglioramento della qualità.

I risultati, ottimi, conseguiti sul mercato americano dalla già moribonda Chrysler hanno aperto la via alla rifondazione anche dei marchi continentali del gruppo, ai quali è stata indirizzata la raffica di novità 2011. Vediamole in dettaglio.

Fiat: dal maxi crossover alla Panda

In molti ci siamo chiesti il senso del rimarchiamento Fiat di un crossoverone pesante e non particolarmente originale come il Dodge Journey, che nella prima parte della sua carriera commerciale non era stato peraltro un successo neppure sul mercato americano.

Invece, uscite contemporaneamente di listino le “Fiat grandi” – Multipla, Ulysse e Croma – , la Freemont le ha sostituite in un sol colpo.

Può funzionare un grande crossover marchiato Fiat, sia in termini di vendite che d’immagine?  A giudicare dal brillante (oltre le aspettative) avvio degli ordini al lancio italiano, pare di sì, sembra che il Freemont, percepito come una sorta di maxi Qashqai, convinca per l’aspetto solidito e sobrio e per il rapporto qualità/prezzo.

In effetti il Journey rivisto, che ha dato il via alla Freemont, è migliorato proprio nella qualità percepita. Ecco così il marchio Fiat associato ad un prodotto pratico, rassicurante, imponente nelle dimensioni.

Funziona, tanto che l’obiettivo di superare con la sola Freemont le vendite di Ulysse e Croma sembra facilmente superabile; anzi le proiezioni danno per il crossoverone risultati che superano anche i numeri della terza defunta, la Multipla. Sorprendente, ma non poi tanto se ci ragioniamo su.

Come può affermarsi un marchio generalista come Fiat tra i giganti generalisti? Solo scegliendo strade diverse dagli altri, supernicchie.

Quindi “piccole di tendenza” come 500 e Panda o medio grosse particolari, robuste, personali e alternative a berline e station banali. Ecco perché l’erede della Bravo sarà non una berlina ma un crossover, così come il prossimo monovolume compatto L-0 del dopo Multipla/Idea/Musa. La strategia si chiarisce e sembra convincente, mai più berline medie, troppo uguali alle altre ma meno blasonate. Al loro posto immagine dinamica, robusta, diversa, più italiana.

La curiosità a questo punto si sposta su come interpretare la diversità nel segmento B, cioè nel dopo Punto. Sarà un bel tema perché è un segmento dal quale Fiat non può mancare, ma nel quale i concorrenti sforneranno nei prossimi due anni prodotti fortemente innovativi almeno nell’immagine.

Ma il 2011 rappresenta per Fiat anche la partenza dell’altro estremo del pendolo, la dimostrazione della capacità di ripetere e superare il miracolo Panda.

La piccola con l’aspetto di un mini crossover, che lanciata nel momento più nero della storia del marchio torinese si è affermata senza rivali in otto anni di ininterrotto successo, anche d’immagine, sarà sostituita da una nuova che deve essere almeno altrettanto autorevole. La presentazione statica sarà al salone di Francoforte in settembre.

La nuova Panda è una mossa fondamentale che non si può sbagliare, nella quale vanno conservate la simpatia e il credito che circondano l’attuale, ma con un sostanziale distanziamento dalle rivali in termini di tecnologia, stile, personalità, qualità.

Lancia: una gamma completa da premium brand

Il 2011 di Lancia è invece davvero una rivoluzione. Anzitutto il profilo del brand. Marchio premium elettivo del gruppo per tutti i mercati europei ad eccezione di quelli anglosassoni, con obiettivi ambiziosi che prevedono il raddoppio rispetto alle oltre 100.000 unità del 2010 già entro il prossimo anno, una rete distributiva finalmente capillare, l’unione per i dealers principali con il marchio Jeep, una gamma completa che spazi dalla compatta di lusso new Ypsilon alla grande Thema.

La partenza della nuova Ypsilon è stata folgorante; personale, autorevole, con tecnologia e stile da primato sembra poter ricoprire con l’ormai abituale successo il ruolo di “ultimate small luxury car” che la strategia del marchio le ha attribuito.

La Delta rinfrescata sosterrà il ruolo della media di lusso fino all’arrivo della nuova, basata sul pianale C/D evo della Giulietta, che dal 2013 si affiancherà alla nuova Dodge compatta, alla Chrysler 200C,  alla Bravo crossover e appunto alla Giulietta.

La nuova Delta sarà declinata in due, tre volumi, cabrio, a tre e cinque porte.

In autunno arriveranno le grandi che mancavano dalla gamma: la bella, autorevole Thema (in presentazione ufficiale il 14 settembre) e il monovolume per eccellenza Voyager.

Con poco impegno Lancia ha una gamma completa, totalmente integrata con Chrysler.  Il futuro, cioè le prossime generazioni, saranno più differenziate tra i due marchi, sia pur con un’integrazione totale. Mi pare che la scelta non avesse alternative e possa davvero rendere il brand Lancia conosciuto e apprezzato non solo, come oggi, dal mercato italiano.

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