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Le strategie cinesi per aggirare i dazi UE sulle auto elettriche

Di Simone Fiderlisi
Pubblicato il 4 giu 2025
Le strategie cinesi per aggirare i dazi UE sulle auto elettriche
I produttori cinesi aggirano i dazi UE aumentando l'export di auto a combustione. Un milione di veicoli attesi in Europa entro il 2025

L’Europa sta assistendo a un fenomeno che potrebbe cambiare radicalmente il panorama del settore automobilistico: l’invasione delle auto cinesi. Nonostante i tentativi della Commissione Europea di arginare l’afflusso di veicoli elettrici provenienti dalla Cina attraverso l’imposizione di dazi UE, le strategie dei produttori asiatici hanno dimostrato una notevole capacità di adattamento. In risposta a queste misure, le aziende cinesi hanno incrementato l’esportazione di veicoli a combustione interna, o veicoli ICE, eludendo così le restrizioni tariffarie. Questo cambiamento di strategia ha portato a un vero e proprio boom delle importazioni cinesi di auto, che secondo le previsioni potrebbero raggiungere un milione di unità entro il 2025.

L’ultimo rapporto

Secondo un recente rapporto di Schmidt Automotive Research, nei primi tre mesi del 2025 sono già stati importati circa 200.000 veicoli cinesi, con Italia, Spagna e Regno Unito come principali mercati di destinazione. Questo non solo sottolinea la rapidità con cui i produttori cinesi hanno riorganizzato la loro offerta, ma evidenzia anche una strategia mirata verso i mercati europei più ricettivi. Tale concentrazione geografica non è casuale, ma parte di un piano ben studiato per consolidare la presenza cinese nel mercato europeo delle auto.

Le conseguenze di questa strategia non si limitano al solo impatto economico. Da un lato, l’aumento delle importazioni di veicoli a combustione interna ostacola gli sforzi dell’Unione Europea per ridurre le emissioni di CO2 e accelerare la transizione verso una mobilità più sostenibile. Dall’altro, la concorrenza delle auto cinesi mette sotto pressione i produttori europei, già impegnati in una corsa contro il tempo per soddisfare le normative ambientali e mantenere la competitività in un mercato sempre più globale.

La scelta di Bruxelles

La decisione di Bruxelles di focalizzarsi esclusivamente sui dazi per le auto elettriche si è rivelata una mossa discutibile. Questo approccio, infatti, ha lasciato un vuoto normativo che i produttori cinesi hanno saputo sfruttare abilmente. Le politiche protezionistiche, pur mirate a proteggere l’industria locale, hanno finito per avere un effetto boomerang, permettendo ai produttori cinesi di rafforzare la loro posizione in Europa con un’offerta diversificata e competitiva.

Guardando al futuro, l’Unione Europea si trova di fronte a una sfida complessa: bilanciare la protezione dell’industria automobilistica locale con gli obiettivi ambientali e le relazioni commerciali con la Cina. È evidente che un approccio più olistico e flessibile sarà necessario per affrontare le dinamiche di un mercato globale in continua evoluzione. In particolare, l’introduzione di misure che considerino l’intero spettro dei veicoli importati, senza distinzione tra elettrici e a combustione interna, potrebbe rappresentare una soluzione più efficace.

Una strategia lungimirante

Questo caso mette in luce l’importanza di una strategia commerciale lungimirante, capace di anticipare le mosse dei concorrenti e di adattarsi rapidamente ai cambiamenti normativi e di mercato. La capacità della Cina di reagire alle restrizioni europee con un’offerta diversificata è un chiaro esempio di come le dinamiche globali possano trasformare sfide in opportunità. Per l’Europa, la lezione è chiara: la protezione del mercato interno non può prescindere da una visione strategica che tenga conto delle interconnessioni globali e delle rapide trasformazioni del settore automobilistico.

In conclusione, l’espansione delle auto cinesi in Europa rappresenta un banco di prova per le politiche commerciali e ambientali dell’Unione Europea. La capacità di adattarsi a questo nuovo scenario sarà cruciale per determinare il futuro del mercato automobilistico europeo e la sua posizione nel contesto globale.

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