Le app più convenienti per la ricarica auto elettrica: confronto prezzi e novità
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Nel vivace scenario della mobilità elettrica italiana, giugno 2024 segna una svolta che in pochi si aspettavano: mentre i listini di benzina e gasolio imboccano la solita salita estiva, i prezzi ricarica auto elettrica prendono una piega decisamente più favorevole per chi ha scelto di voltare pagina e abbracciare la sostenibilità. Un segnale di respiro per gli automobilisti che, dopo mesi di rincari e incertezze, si trovano finalmente a fare i conti con una voce di spesa che, almeno per ora, tende al ribasso.
A mettere nero su bianco questa inversione di tendenza è l’Osservatorio prezzi di Adiconsum e TariffEV, che fotografa un calo marcato nelle tariffe HPC (High Power Charging). Non è un caso: l’ingresso di nuovi player nel mercato e la capacità delle aziende di ottimizzare i costi – grazie al doppio ruolo di CPO (Charge Point Operator) ed EMSP (E-Mobility Service Provider) – hanno innescato una concorrenza che si traduce in vantaggi tangibili per l’utente finale. A guidare la carica resta, senza sorprese, Tesla Supercharger, che abbassa ulteriormente l’asticella della convenienza, portando il prezzo a un imbattibile 0,29 €/kWh. Una mossa che non passa inosservata e che, di fatto, costringe il resto del settore a rivedere le proprie strategie.
Ma attenzione: il quadro italiano, come spesso accade, resta tutt’altro che lineare. Se da un lato si registra una flessione dei prezzi, dall’altro la situazione si fa ancora piuttosto frammentata. Gli utenti, per cogliere le offerte più vantaggiose, devono destreggiarsi tra una giungla di app di ricarica, ognuna con le sue promozioni, le sue regole e, non di rado, le sue limitazioni. Una vera e propria caccia al tesoro, in cui la soglia di reale convenienza rispetto ai carburanti tradizionali si aggira intorno ai 0,60-0,65 €/kWh. Numeri che, seppur in miglioramento, continuano a collocare l’Italia tra i paesi europei con i costi di ricarica più elevati, specie quando si parla di colonnine di ricarica pubbliche.
Il vero jolly, però, resta in mano a chi può contare su una ricarica domestica. In questo caso, il vantaggio economico si fa netto, consentendo risparmi che nessuna offerta pubblica può eguagliare. Non a caso, Adiconsum rilancia con forza la proposta di classificare la ricarica come servizio pubblica utilità, un passo fondamentale per garantire trasparenza, equità e – perché no – stimolare ulteriormente la diffusione delle infrastrutture. Perché se la mobilità elettrica vuole davvero diventare una scelta accessibile, serve un cambio di passo a livello normativo e industriale.
A dare una mano agli automobilisti ci pensano le app di ricarica e i portali di comparazione, strumenti che stanno rapidamente diventando alleati imprescindibili nella ricerca della tariffa migliore. Grazie a queste piattaforme, oggi è possibile individuare offerte che scendono fino a 0,39 €/kWh, ben al di sotto della media di mercato. Un dato che, sebbene rappresenti ancora l’eccezione più che la regola, lascia intravedere uno spiraglio di speranza per chi teme che la transizione elettrica possa rivelarsi una corsa a ostacoli dal punto di vista economico.
Non mancano, però, le note dolenti. La copertura delle reti più economiche resta limitata, soprattutto nelle aree meno centrali del Paese, e il rischio di doversi affidare a colonnine di ricarica con tariffe meno vantaggiose è tutt’altro che remoto. È qui che entra in gioco la necessità di una collaborazione serrata tra tutti gli attori coinvolti: aziende, istituzioni, associazioni di consumatori. Solo così sarà possibile aumentare il numero di punti di ricarica, stabilizzare i prezzi e rendere la mobilità elettrica una realtà alla portata di tutti.
In conclusione, il panorama italiano della ricarica elettrica si muove su un terreno in costante evoluzione, dove le tariffe HPC più competitive, l’offerta dei Tesla Supercharger e l’efficacia delle app di ricarica rappresentano i punti di riferimento per chi vuole viaggiare a zero emissioni senza svuotare il portafoglio. Ma la partita è ancora tutta da giocare: solo puntando su trasparenza, investimenti e una visione di lungo periodo sarà possibile trasformare la ricarica in un vero servizio pubblica utilità, capace di accompagnare l’Italia verso un futuro più pulito e, finalmente, più conveniente per tutti.
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