L'autovelox non si vede e riceve 28mila euro di multe
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Un automobilista della provincia di Asti si trova al centro di una vicenda che solleva importanti interrogativi sulla gestione dei dispositivi di controllo della velocità. Travolto da una serie di multe per un totale di 28.000 euro, il vigilante astigiano ha scoperto che tutte le infrazioni sono state rilevate da un autovelox nascosto dietro una curva e una siepe alta tre metri, lungo la strada della frazione Bazzana di Mombaruzzo. Il limite di velocità in quel tratto è fissato a 70 km/h, ma la posizione del dispositivo, quasi invisibile, ha generato un dibattito acceso sulla sua regolarità.
Una vicenda grottesca
La particolarità di questa vicenda non si limita all’ammontare delle sanzioni, ma riguarda anche i ritardi nelle notifiche. Sebbene le violazioni risalgano al 2021, le prime multe sono arrivate tra il 2022 e il 2023, culminando con un’ondata di verbali notificati lo scorso dicembre. Questo ritardo ha complicato ulteriormente la situazione dell’automobilista, che percepisce uno stipendio mensile di soli 1.100 euro e si trova ora a fronteggiare una cifra che appare insostenibile. “Come posso pagare una somma simile?” si è chiesto l’uomo, che ha deciso di affidarsi a un avvocato per contestare le sanzioni.
Secondo il Codice della strada, gli autovelox devono essere chiaramente visibili e segnalati in modo adeguato. Tuttavia, in questo caso specifico, questi requisiti sembrano essere stati disattesi. La posizione nascosta del dispositivo dietro una fitta vegetazione e una curva solleva dubbi sulla trasparenza e sulla finalità del suo utilizzo. Non è la prima volta che si sollevano critiche sulla gestione di questi strumenti, spesso percepiti dai cittadini come mezzi per “fare cassa” piuttosto che per garantire la sicurezza stradale.
Un caso sconcertante
Il caso di Asti si inserisce in un contesto più ampio, caratterizzato da un crescente malcontento verso l’uso degli autovelox in Italia. Molti cittadini lamentano un’applicazione delle sanzioni che sembra avere una funzione prevalentemente punitiva, piuttosto che educativa. La questione ha attirato l’attenzione di esperti e legali, che chiedono una maggiore trasparenza nella gestione di questi dispositivi e un equilibrio tra il controllo del traffico e il rispetto dei diritti degli automobilisti.
Attualmente, l’avvocato dell’automobilista sta esaminando la regolarità dell’omologazione dell’autovelox utilizzato. Se dovessero emergere irregolarità, potrebbe aprirsi la strada per un’eventuale contestazione legale. Questo caso rappresenta un banco di prova per le autorità locali, chiamate a dimostrare che l’obiettivo principale delle sanzioni è davvero quello di migliorare la sicurezza sulle strade e non di generare entrate economiche.
Nel frattempo, il dibattito sulla gestione degli autovelox continua a crescere, con richieste sempre più insistenti per una revisione delle normative e una maggiore chiarezza sulle modalità di installazione e utilizzo di questi dispositivi. La trasparenza e la correttezza nell’applicazione delle norme sono elementi fondamentali per ristabilire la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e per garantire che le sanzioni stradali siano percepite come giuste e proporzionate.
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