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L’auto elettrica della NASA: il progetto dimenticato del 1979

Di Andrea Tomelleri
Pubblicato il 26 gen 2017
L’auto elettrica della NASA: il progetto dimenticato del 1979
Un progetto della NASA di fine anni '70 utilizza un sofisticato volano per migliorare le performance del motore elettrico.

Un progetto della NASA di fine anni ’70 utilizza un sofisticato volano per migliorare le performance del motore elettrico.

La storia dell’auto è piena di progetti mai realizzati. Si tratta di prototipi sviluppati dalle Case automobilistiche, per scopo di ricerca o di stile, che non sono mai arrivati alla produzione di serie, spesso cadendo nel dimenticatoio insieme alle innovazioni che li caratterizzavano. Se in passato abbiamo parlato di concept realizzati da Case automobilistiche, come l’Alfa Romeo 164 Pro-Car, o da studi di progettazione, come la Italdesign Lucciola, ora ci occupiamo di un’auto sviluppata addirittura da… un’agenzia spaziale. Sì, avete letto bene, si tratta di una vettura laboratorio sviluppata dalla NASA alla fine degli anni ’70, per intenderci quando il progetto dello Shuttle stava per essere ultimato.

La Garret-Airesearch Electric [glossario slug=”hybrid”] Vehicle – questo il nome del prototipo – è il risultato di un progetto di ricerca della Nasa in collaborazione con il produttore di componenti Garret e fa parte di un più ampio programma del Dipartimento dell’Energia americano sull’auto elettrica (Department of Energy’s Near-Term Electric Vehicle Development Program). Il concept venne presentato all’Electric Vehicle Exposition di St. Louis del 1980.

L’obiettivo che venne dato ai progettisti era quello di sviluppare un’auto elettrica con un’autonomia in ambito urbano di 75 miglia (circa 120 chilometri), una velocità di 55 miglia orarie (circa 90 km/h) e spazio per quattro adulti. La cosa che sorprende è che si tratta di caratteristiche abbastanza simili alle attuali auto elettriche in commercio (pensate per gli spostamenti cittadini e per i pendolari), ma in questo caso stiamo parlando di un progetto di quasi 40 anni fa.

La Garret-Airesearch era dotata di un pacco batterie al piombo, di una trasmissione a variazione continua e di un telaio realizzato completamente in fibra di vetro, il primo in assoluto ad essere approvato dalle autorità federali americane.

Un altro aspetto interessante della Garret-Airesearch è che si tratta di un’auto ibrida, sebbene sia totalmente elettrica. Infatti, qui il concetto di [glossario slug=”ibrido”] è differente da come lo intendiamo comunemente oggi (cioè con un motore a combustione) ed è legato ad una tecnologia che prevede l’utilizzo di un volano (flywheel power system) abbinato a un motore elettrico. Grazie alla sua capacità di accumulare l’energia meccanica e di rilasciarla, il volano (realizzato in fibra composita) forniva un surplus di potenza in accelerazione, una maggiore autonomia e una più lunga vita delle batterie.

La tecnologia ibrida a volano (ma per motori a combustione) negli ultimi anni è stata sperimentata anche da Porsche, Jaguar, Volvo ed Audi, che l’ha utilizzata sulla R18 e-tron vincente a Le Mans, oltre ad essere usata dal 2009 in Formula Uno nei dispositivi Kers di tipo meccanico. Sulla Garret-Airesearch questo sistema era utilizzato per sopperire alle scarse prestazioni delle batterie dell’epoca. Sulle moderne auto elettriche gli avanzamenti nella tecnologia di accumulazione, con le batterie al litio di ultima generazione, hanno fatto cadere nell’oblio questo sistema. Si tratta in ogni caso di un modo intelligente di migliorare le prestazioni e l’autonomia: chissà, forse lo schema [glossario slug=”ibrido”] sviluppato dalla NASA potrà avere un futuro sulle prossime auto elettriche?

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