Lancia Delta Touring Car, pensata per il DTM: peccato che non sia mai nata
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C’è un fascino senza tempo che avvolge la Lancia Delta, un mito capace di attraversare generazioni e riscrivere le regole dell’immaginario collettivo degli appassionati di motori. E se, invece di chiudere il suo glorioso capitolo nei rally, questa icona avesse intrapreso una nuova avventura tra i cordoli delle piste, reinventandosi come Touring Car? Una domanda che sa di provocazione, ma anche di omaggio, e che trova una risposta visiva sorprendente nell’opera dell’artista digitale Davide Virdis. Il suo progetto non è solo una reinterpretazione stilistica, ma un vero e proprio viaggio emotivo nel cuore pulsante della passione automobilistica italiana.
La Lancia Delta di Virdis non si limita a indossare una nuova veste: trasforma il concetto stesso di evoluzione, rimanendo fedele al proprio DNA ma proiettandolo verso un universo parallelo fatto di competizioni su asfalto e sorpassi al limite. L’artista ha saputo cogliere l’essenza della berlina torinese, reinterpretandola con una silhouette più filante che strizza l’occhio alla Prisma, ma senza mai tradire quell’identità inconfondibile che ha reso la Delta una leggenda.
Una livrea che stupisce
Il colpo d’occhio è di quelli che non si dimenticano: la livrea Martini Racing su base rosso fuoco domina la scena, con le iconiche strisce blu e rosse che sembrano danzare sulla carrozzeria, richiamando immediatamente alla memoria le imprese epiche degli anni ’80 e ’90. È un tributo cromatico che va oltre la semplice estetica, diventando dichiarazione d’intenti e ponte ideale tra passato e futuro.
Ma è nei dettagli tecnici che questa visione prende davvero vita. I cerchi in lega OZ bianchi multirazza non sono solo un vezzo stilistico: rappresentano un omaggio sentito alle vetture da corsa degli anni ’90, simbolo di una generazione di auto che hanno scritto pagine indelebili della storia delle competizioni. L’integrazione di un roll bar non passa inosservata, suggerendo una maggiore rigidità strutturale e una vocazione corsaiola che si riflette anche nella scelta degli scarichi alti emergenti dal baule. Un dettaglio, quest’ultimo, che grida performance e lascia intuire un sound pronto a scuotere i cordoli dei circuiti più iconici.
L’ala posteriore, imponente e caratterizzata da un elemento verticale centrale, non è solo un esercizio di stile, ma un vero e proprio strumento per ottimizzare la deportanza nelle curve veloci, conferendo alla Delta una presenza scenica e una funzionalità degne delle migliori Touring Car del periodo. Tutto in questa reinterpretazione parla di velocità, di coraggio e di quella tensione verso il limite che solo le grandi auto da corsa sanno trasmettere.
Un lavoro digitale ben svolto
Il lavoro di Davide Virdis non è un semplice tributo, ma una finestra aperta su un universo parallelo in cui la Lancia Delta avrebbe potuto scrivere nuovi capitoli di gloria anche fuori dai percorsi sterrati. Un esercizio di stile che invita a riflettere su quanto sia stato determinante, nella realtà storica, l’orientamento del Gruppo Fiat verso l’Alfa Romeo 155 per le competizioni Touring Car. Una scelta che si rivelò vincente, portando numerosi successi in Germania, Regno Unito e Italia, ma che lascia ancora oggi spazio a quella dolce nostalgia di ciò che avrebbe potuto essere.
In fondo, il fascino della Lancia Delta sta proprio nella sua capacità di ispirare sogni e visioni, di essere punto di riferimento per appassionati e designer, anche a distanza di oltre trent’anni dal suo ritiro dalle scene agonistiche. La reinterpretazione di Virdis è la dimostrazione che certe auto non appartengono solo al passato, ma continuano a vivere nell’immaginazione di chi le ama, trascendendo il tempo e le categorie motoristiche.
Immaginare la Lancia Delta come Touring Car non è solo un esercizio creativo, ma un modo per riscoprire il valore della passione e della fantasia nel mondo dell’automobilismo. La sua silhouette, la livrea Martini Racing, i cerchi in lega OZ e gli scarichi alti diventano simboli di un’eredità che non si spegne, ma si rinnova ogni volta che qualcuno osa sognare oltre i confini della realtà.
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