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La TV spagnola bandisce le pubblicità delle auto a benzina

Di Simone Fiderlisi
Pubblicato il 11 lug 2025
La TV spagnola bandisce le pubblicità delle auto a benzina
Analisi delle cause del ritardo italiano nella mobilità sostenibile e nelle auto elettriche rispetto a Spagna e Francia. Focus su incentivi, disinformazione e strategie

In Italia la mobilità sostenibile sembra ancora un miraggio lontano, un traguardo che si allontana ogni volta che il Paese dovrebbe imprimere una svolta. Mentre in Europa si assiste a una vera e propria corsa verso l’innovazione, con numeri e strategie che parlano chiaro, la Penisola resta impantanata in una palude fatta di scetticismo, frammentazione e – cosa ancor più grave – disinformazione. Un panorama che, agli occhi di chi osserva i trend internazionali, appare quasi paradossale: in un’epoca in cui la sostenibilità è sulla bocca di tutti, il mercato delle auto elettriche italiane fatica a decollare, stretto nella morsa di vecchi pregiudizi e di una narrazione pubblica che spesso confonde più che chiarire.

Cosa accade in Italia

Guardando ai dati, il ritardo dell’Italia nell’adozione delle BEV (Battery Electric Vehicles) è lampante. Mentre in Paesi come la Spagna e la Francia si registra una crescita costante e determinata, qui da noi il mercato si muove a piccoli passi, quasi con il freno a mano tirato. In Olanda e in Gran Bretagna, per non parlare della Cina e della Norvegia, la rivoluzione elettrica è già realtà: flotte in espansione, infrastrutture di ricarica capillari, cittadini sempre più coinvolti in una nuova idea di mobilità. In Italia, invece, il cambiamento resta confinato a una nicchia di pionieri, mentre la maggioranza degli automobilisti osserva da lontano, alimentando un circolo vizioso di diffidenza e immobilismo.

La radice del problema va ricercata in una barriera che non è solo economica, ma soprattutto culturale. Troppo spesso, le informazioni che circolano sulle auto elettriche sono incomplete, distorte o addirittura fuorvianti. I luoghi comuni abbondano: si parla di costi proibitivi, di autonomie insufficienti, di infrastrutture di ricarica ancora da venire. Tutto questo contribuisce a creare un clima di incertezza che, a sua volta, frena la domanda e scoraggia gli investimenti. La disinformazione diventa così un vero e proprio ostacolo strutturale, un muro invisibile che impedisce all’Italia di cogliere le opportunità della transizione energetica.

La strada della sostenibilità all’estero

Eppure, basterebbe guardare oltreconfine per trovare esempi virtuosi. La Spagna, ad esempio, ha saputo imboccare con decisione la strada della sostenibilità. Non si è limitata a erogare incentivi economici, ma ha scelto la via della regolamentazione e della comunicazione efficace. Il recente disegno di legge che vieta la pubblicità delle vetture a combustione interna è solo la punta dell’iceberg di una strategia che punta a cambiare la mentalità collettiva. In parallelo, la Francia continua a investire su infrastrutture e campagne di sensibilizzazione, dimostrando che la crescita delle BEV non è solo una questione di soldi, ma anche di visione politica e di coinvolgimento sociale.

L’Italia, invece, sembra navigare a vista. Si discute di incentivi fino a 11.000 euro per chi sceglie le auto elettriche, ma il quadro resta confuso e privo di una strategia organica. L’assenza di una regia nazionale rischia di compromettere non solo la competitività dell’industria automobilistica, ma anche la qualità della vita nelle nostre città, dove traffico e inquinamento continuano a essere emergenze quotidiane. Senza una visione d’insieme, ogni intervento rischia di essere una goccia nel mare, incapace di generare quell’effetto leva necessario per un vero cambio di passo.

La percezione pubblica

C’è poi un altro aspetto che merita attenzione: la percezione pubblica. Se in Paesi come la Spagna e la Francia la mobilità elettrica è ormai sinonimo di progresso e responsabilità ambientale, in Italia persiste un atteggiamento di scetticismo, spesso alimentato da una comunicazione poco chiara o addirittura ostile. Ecco perché, accanto agli incentivi economici, servirebbero campagne informative mirate, capaci di sfatare i falsi miti e di raccontare in modo trasparente i vantaggi delle auto elettriche. Solo così sarà possibile trasformare la diffidenza in consapevolezza e favorire una partecipazione attiva alla rivoluzione della mobilità sostenibile.

In conclusione, se l’Italia vuole davvero recuperare terreno e diventare protagonista della transizione energetica, dovrà imparare dalle esperienze dei Paesi più avanzati. La ricetta vincente? Un mix di incentivi intelligenti, regolamentazioni coraggiose e – soprattutto – una comunicazione efficace, capace di mettere al centro la verità e il futuro. Perché solo così sarà possibile superare la disinformazione e accompagnare il Paese verso una nuova stagione di crescita, innovazione e sostenibilità.

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