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La rivoluzione delle auto ibride: numeri, classificazioni e prospettive

Di Simone Fiderlisi
Pubblicato il 17 giu 2025
La rivoluzione delle auto ibride: numeri, classificazioni e prospettive
Le auto ibride in Italia: numeri, classificazioni e le proposte per una maggiore trasparenza nel settore.

Il panorama del mercato auto ibride in Italia è caratterizzato da una crescita vertiginosa, ma altrettanto da una notevole frammentazione. Attualmente, il settore offre una varietà di 762 varianti distribuite su 244 modelli e 48 case automobilistiche. Tuttavia, la mancanza di una classificazione ibride standardizzata rappresenta un ostacolo significativo per i consumatori, confusi da terminologie e tecnologie eterogenee.

Secondo l’Osservatorio Auto e Mobilità, la maggioranza delle auto ibride in circolazione appartiene alla categoria dei Mild Hybrid, che rappresentano il 62,3% del totale. Seguono i Plug-in Hybrid con il 27,6%, i Full Hybrid con il 9,8% e i Range Extender con una quota marginale dello 0,3%. Una novità interessante è l’introduzione dei Middle Hybrid, che costituiscono il 14% dei Mild Hybrid. Questi veicoli sono in grado di muoversi in modalità elettrica a basse velocità, rappresentando un’evoluzione tecnologica nel segmento.

Un dato rilevante è la crescente diffusione degli ibridi non ricaricabili, che detengono una quota di mercato del 44,9% in Italia nei primi quattro mesi del 2025, mentre in Europa si attestano al 35,9% nel primo trimestre dello stesso anno. Questi numeri sottolineano come il mercato stia abbracciando le tecnologie ibride, pur in assenza di un quadro regolamentare chiaro e condiviso.

Per affrontare questa complessità, l’Osservatorio Auto e Mobilità ha proposto due soluzioni per una classificazione più trasparente e funzionale. Nel breve termine, si suggerisce un indice che metta in relazione potenza elettrica, potenza termica e massa del veicolo. Nel medio termine, invece, si propone di classificare i veicoli in base alla percentuale di percorrenza in modalità elettrica nei cicli urbani. Questa suddivisione prevede tre categorie principali: Full Hybrid (almeno il 60% di percorrenza con motore termico spento), Middle Hybrid (30-59%) e Mild Hybrid (0-29%).

Tra i dati emersi dall’analisi, spicca la capacità media delle batterie dei Plug-in Hybrid, pari a 20,3 kWh, che garantisce un’autonomia elettrica di 78,9 km. Inoltre, il 77% dei modelli ibridi utilizza benzina come carburante, il 22% gasolio e lo 0,3% è bifuel GPL/benzina. Questi numeri evidenziano come la benzina rimanga la scelta predominante, nonostante l’ibridazione del mercato.

La ricerca ha inoltre identificato ben 13 metodologie di classificazione basate su 9 parametri differenti. Questo sottolinea l’urgenza di stabilire criteri condivisi, indispensabili per garantire maggiore chiarezza e trasparenza in un settore in rapida evoluzione tecnologica. L’introduzione di una nomenclatura standardizzata non solo aiuterebbe i consumatori a orientarsi, ma faciliterebbe anche il confronto tra i diversi modelli e tecnologie, promuovendo una scelta più consapevole e informata.

In sintesi, il mercato delle auto ibride si trova a un bivio. Da un lato, la crescente domanda e la diversificazione tecnologica rappresentano un’opportunità straordinaria per l’industria automobilistica. Dall’altro, l’assenza di una classificazione chiara rischia di frenare l’adozione di queste tecnologie da parte del grande pubblico. È quindi fondamentale che le istituzioni e gli operatori del settore collaborino per definire un quadro normativo e terminologico condiviso, che consenta al mercato di esprimere appieno il suo potenziale.

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