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La gemella della Tonale viene fermata a causa dei dazi

Di Simone Fiderlisi
Pubblicato il 15 lug 2025
La gemella della Tonale viene fermata a causa dei dazi
La Dodge Hornet rischia il ritiro dagli USA a causa di un forte calo delle vendite e dei nuovi dazi sulle auto europee. Stellantis valuta il futuro del SUV compatto

La crisi che sta investendo la Dodge Hornet negli Stati Uniti ha assunto contorni a dir poco drammatici, lasciando il settore automobilistico americano a interrogarsi sulle sorti di un modello che, solo pochi mesi fa, sembrava destinato a giocare un ruolo di primo piano nel segmento dei SUV compatti. I numeri parlano chiaro e non lasciano spazio a interpretazioni: nei primi mesi del 2024 sono state immatricolate appena 5.600 unità, a fronte delle oltre 20.000 dello scorso anno. Un vero e proprio tracollo, con un crollo delle vendite pari al 72%, che rischia di trasformare la Hornet in un caso di scuola su come il mercato statunitense possa essere spietato nei confronti di chi non riesce a intercettare le aspettative degli automobilisti a stelle e strisce.

Un quadro complesso

Il quadro, già di per sé complicato, è reso ancora più critico dalle recenti decisioni di Stellantis, che ha scelto di congelare il restyling previsto per il 2026. Una mossa che sa tanto di resa, o quanto meno di attesa sospesa, in un momento in cui ogni scelta strategica può fare la differenza tra la sopravvivenza e l’uscita di scena. Il futuro della Hornet sembra ora appeso a un filo, con il rischio concreto che il modello venga cancellato definitivamente dal mercato statunitense, lasciando un vuoto difficile da colmare per il marchio Dodge, storicamente legato a una clientela fedele e appassionata.

A pesare come un macigno sulle sorti della Hornet sono soprattutto i nuovi dazi introdotti sulle auto importate dall’Europa. Un provvedimento che, di fatto, penalizza fortemente il modello prodotto nello stabilimento italiano di Pomigliano d’Arco, rendendo sempre più difficile competere ad armi pari con i giganti asiatici e con i brand locali. In questo scenario, non stupisce che la gemella europea, l’Alfa Romeo Tonale, possa invece guardare al futuro con maggiore serenità, forte di un aggiornamento in arrivo tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025. Un destino diametralmente opposto rispetto a quello della Hornet, che rischia di essere travolta da dinamiche commerciali e politiche difficili da controllare.

Il segmento dei SUV compatti negli Stati Uniti, infatti, è una vera e propria giungla, dominata da marchi asiatici che hanno saputo costruire una reputazione solida e una rete di assistenza capillare. In questo contesto, anche le più avanzate dotazioni tecnologiche e le moderne motorizzazioni, comprese le versioni ibride plug-in, non sono bastate a conquistare il cuore degli automobilisti americani. Il pubblico, infatti, sembra aver percepito la Hornet come un prodotto distante dal tradizionale DNA Dodge, più vicino a una visione europea che a quella muscle e robusta che ha fatto la fortuna del marchio negli States.

Un nodo da sciogliere

Il vero nodo da sciogliere per Stellantis, a questo punto, riguarda la strategia da adottare nei prossimi mesi. Da un lato, si potrebbe attendere un eventuale ammorbidimento delle politiche doganali, nella speranza che una riduzione dei dazi possa riportare la Hornet in carreggiata. Dall’altro, c’è chi spinge per una decisione più drastica: abbandonare completamente il progetto, liberando risorse da destinare a modelli più promettenti e in linea con le nuove tendenze del mercato statunitense. In entrambi i casi, si tratta di una scelta che avrà ripercussioni non solo sul destino della Hornet, ma anche sulla strategia globale del gruppo Stellantis nel segmento dei SUV compatti, sempre più centrale e competitivo.

Non va dimenticato, inoltre, che il crollo delle vendite auto USA della Hornet rappresenta un campanello d’allarme per tutto il settore, evidenziando come le dinamiche internazionali e le scelte politiche possano influenzare in modo decisivo le fortune di un modello. In un mercato dove la concorrenza è feroce e le preferenze dei consumatori cambiano rapidamente, nessuno può permettersi di abbassare la guardia. La partita si gioca non solo sulla qualità del prodotto, ma anche sulla capacità di adattarsi a uno scenario in continua evoluzione, dove le regole del gioco possono cambiare da un momento all’altro.

In definitiva, il futuro della Dodge Hornet resta avvolto nell’incertezza, sospeso tra le speranze di una ripresa e il rischio concreto di una fine prematura. Saranno i prossimi mesi a determinare se il SUV compatto riuscirà a ritagliarsi un nuovo spazio nel cuore degli americani o se, al contrario, sarà costretto a lasciare il campo ai competitor più agguerriti. Una cosa è certa: mai come oggi, le scelte di Stellantis e l’evoluzione delle politiche commerciali internazionali avranno un impatto decisivo sul destino di un modello che, nel bene o nel male, resterà un simbolo di questa fase turbolenta del mercato auto globale.

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