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Kia Vision Meta Turismo: concept tra passato e realtà aumentata

Di Simone Fiderlisi
Pubblicato il 5 dic 2025
Kia Vision Meta Turismo: concept tra passato e realtà aumentata
Kia svela il Vision Meta Turismo: concept che unisce estetica da grand tourer, interni lounge con modalità immersive e AR HUD.

Quando un costruttore decide di celebrare ottanta anni di storia, la tentazione di guardare al passato è praticamente irresistibile. Kia ha scelto di farlo con una certa dose di consapevolezza, mettendo insieme elementi che a prima vista potrebbero sembrare in contraddizione: le linee affusolate dei grand tourer degli anni Sessanta da un lato, e dall’altro una tecnologia di realtà aumentata che parrebbe strappata da un futuro ancora da scrivere. Il risultato è il Vision Meta Turismo, un concept che non si limita a essere un esercizio stilistico, ma propone invece una vera e propria riflessione su come potrebbe evolversi l’esperienza di guida nei prossimi anni, mantenendo al contempo un rapporto consapevole con l’eredità estetica che caratterizza il marchio.

Osservando il progetto nella sua interezza, emerge chiaramente come Kia abbia voluto costruire un dialogo autentico tra due epoche diverse. Le forme aggressive del frontale, con quel “muso a squalo” che incute una certa dose di rispetto, si combinano con una fascia nera a contrasto e sottili strisce LED sui parafanghi, creando un effetto di dinamismo futuristico che non scade mai nel banale. La linea di tetto, che degrada con dolcezza verso una grande vetrata posteriore, e i fanali dalla forma di boomerang completano un linguaggio stilistico dove la geometria più contemporanea mantiene un dialogo costante con i canoni dei grand tourer reinterpretati in chiave moderna. È la filosofia “Opposites United” di Kia che finalmente diventa tangibile: superfici in contrasto, accenti calibrati con precisione, tutto concepito per sorprendere senza mai risultare forzato.

Ma il vero terreno di innovazione, quello che distingue il Vision Meta Turismo da un semplice esercizio di nostalgia, risiede all’interno della vettura. Qui Kia propone un ambiente ispirato al concetto di lounge, uno spazio dove il guidatore interagisce con l’ecosistema digitale attraverso tre modalità distinte e ben caratterizzate. Lo Speedster Mode enfatizza prestazione e concentrazione, mettendo l’accento su tutto ciò che serve a potenziare il controllo e la reattività. Il Dreamer Mode, al contrario, privilegia il relax con atmosfere completamente personalizzabili, trasformando l’abitacolo in un rifugio dove poter staccare dalla fretta quotidiana. Infine, il Gamer Mode trasforma lo spazio in una vera e propria zona di intrattenimento interattivo, dove le possibilità ludiche e di connessione diventano il focus principale dell’esperienza a bordo.

Tutto questo universo di possibilità è abilitato dall’innovativo AR HUD, una soluzione che sfrutta vetri intelligenti per proiettare informazioni virtuali tridimensionali direttamente sul parabrezza, senza richiedere alcun dispositivo aggiuntivo. Si tratta, in pratica, di reinventare completamente il modo in cui l’informazione di bordo viene trasmessa al guidatore. La grafica fluttuante sopra la strada per la navigazione, gli avvisi di sicurezza e il controllo dei sistemi interni si materializzano in uno spazio virtuale che coesiste con la realtà fisica, riducendo teoricamente la dispersione dell’attenzione e aumentando il livello di consapevolezza durante la guida. È un’ambizione affascinante, anche se rimangono numerose questioni aperte sulla fattibilità effettiva in produzione di serie.

Naturalmente, il Vision Meta Turismo ha subito alimentato speculazioni su un possibile successore della Stinger, il modello sportivo ormai discontinuato che aveva costruito una comunità fedele di appassionati nel corso degli anni. Tuttavia, Kia non ha fornito annunci ufficiali su piani di produzione concreti o specifiche tecniche del powertrain. Il concept funziona piuttosto come una dichiarazione di intenti: comunica una direzione stilistica ben definita, dimostra capacità innovativa nell’interfaccia uomo-macchina e manifesta un rispetto autentico per il patrimonio storico. Ma la trasformazione in vetture commercialmente concrete richiederà la risoluzione di numerosi nodi pratici, dai costi di implementazione alla fattibilità tecnica fino al delicato posizionamento sul mercato globale.

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