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Industria auto sotto pressione: Stellantis sposta la produzione negli USA

Di Fabrizio Gimena
Pubblicato il 6 mag 2025
Industria auto sotto pressione: Stellantis sposta la produzione negli USA
Stellantis risponde ai dazi USA con un piano industriale: spostamento della produzione, aumento dei componenti locali e nuove strategie.

Il panorama dell’industria automobilistica nordamericana sta vivendo una profonda trasformazione, con Stellantis al centro di un complesso processo di riorganizzazione. In risposta ai dazi USA introdotti durante l’amministrazione Trump, il colosso automobilistico, nato dalla fusione tra FCA e PSA, ha deciso di ridefinire la sua strategia produttiva per adattarsi alle nuove normative commerciali.

Il dazio del 25% e la ricalibrazione strategica

La decisione di introdurre un dazio del 25% su veicoli e componenti che non rispettano le regole dell’accordo USMCA ha imposto un ripensamento radicale delle operazioni industriali di Stellantis in Nord America. Come sottolineato da Doug Ostermann, Chief Financial Officer del gruppo, “stiamo ricalibrando i nostri investimenti, la forza lavoro e la presenza industriale sul territorio americano per mantenere la redditività del gruppo”. Questa dichiarazione sintetizza la necessità di bilanciare competitività globale e conformità normativa.

Stellantis, produzione spostata e stabilimenti riorganizzati

Una delle misure più significative adottate è lo spostamento della produzione di alcuni modelli di pickup dal Messico al Michigan, una mossa che mira a incrementare la quota di componenti prodotti localmente dall’80% all’85%. Questo livello consentirebbe di accedere agli sconti previsti nelle prime fasi del nuovo regime tariffario. Inoltre, Stellantis ha sospeso l’importazione di determinati modelli e chiuso alcune linee produttive in Messico, mentre la ristrutturazione dello stabilimento canadese di Brampton è stata posticipata.

Le implicazioni di queste scelte sono profonde e non prive di conseguenze. In Canada, la produzione nello stabilimento di Windsor è stata temporaneamente interrotta, influenzando modelli iconici come Chrysler Pacifica e Dodge Charger. Questo ha suscitato la preoccupazione del sindacato canadese Unifor, il cui presidente Lana Payne ha accusato Stellantis di drenare investimenti dal Canada per trasferirli negli Stati Uniti.

Penalizzazioni fiscali e pressioni verso gli USA

La questione è ulteriormente complicata da un sistema fiscale che penalizza i componenti assemblati in Canada rispetto a quelli montati negli Stati Uniti. Questa disparità incentiva il rafforzamento della presenza produttiva negli USA, evidenziando le difficoltà di mantenere un equilibrio industriale in un contesto così frammentato.

Il caso Stellantis è emblematico dell’effetto domino innescato dalle nuove politiche tariffarie americane. Non solo aumentano i costi di produzione, ma destabilizzano l’intero ecosistema industriale nordamericano. Aziende come Stellantis sono costrette a un difficile gioco di equilibrismo per garantire la propria competitività in un mercato sempre più regolamentato e frammentato.

 

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