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Federauto boccia gli incentivi auto: “Sistema complicato e inefficace”

Di Simone Fiderlisi
Pubblicato il 16 set 2025
Federauto boccia gli incentivi auto: “Sistema complicato e inefficace”
Federauto critica i nuovi incentivi auto: troppi limiti per i consumatori, impatto marginale su mercato e diffusione delle auto elettriche.

Nel panorama automobilistico italiano, il dibattito sugli incentivi auto continua a infiammare gli animi, con la voce critica di Federauto che si fa sentire sempre più forte. In un contesto in cui il mercato dell’auto sembra navigare a vista tra restrizioni e nuove sfide, la federazione dei concessionari, guidata dal presidente Massimo Artusi, non usa mezzi termini per definire l’attuale impianto di sostegno governativo: troppo complicato, poco incisivo e, soprattutto, lontano dalle reali esigenze di un settore che fatica a ritrovare la rotta.

Basta scorrere le dichiarazioni di Artusi per cogliere la profondità del malcontento. “Gli incentivi, così come sono stati pensati, finiscono per alterare il mercato senza portare reali benefici. Negli ultimi anni abbiamo assistito a un copione già visto: l’attesa spasmodica degli automobilisti e dei concessionari per il nuovo provvedimento, seguita da un’impennata di immatricolazioni che si sgonfia rapidamente lasciando dietro di sé solo incertezze e immobilismo.” Un giudizio netto, che mette il dito nella piaga di un sistema che, invece di dare slancio, sembra frenare l’intero comparto.

A pesare come un macigno sono i numerosi limiti imposti dal nuovo schema. Non si tratta solo di dettagli tecnici, ma di veri e propri ostacoli che rischiano di tagliare fuori la maggior parte dei potenziali beneficiari. Dal requisito ISEE – che obbliga a una verifica della situazione reddituale spesso percepita come invasiva – all’obbligo di rottamazione, passando per i vincoli di residenza e per i parametri di Eco-score mutuati dal modello francese, ogni paletto si traduce in una platea sempre più ristretta e in un crescente senso di frustrazione tra gli addetti ai lavori.

In questo scenario, non stupisce che il focus quasi esclusivo sulle vetture a elettrico venga visto da molti come un’occasione mancata. “Con questa impostazione – sottolinea Artusi – la quota di mercato dell’elettrico rimarrà inchiodata al 5%, senza la spinta necessaria per raggiungere quel 6% che ci si era prefissati come obiettivo minimo.” Una visione che mette in luce la distanza tra le intenzioni del legislatore e la realtà quotidiana dei concessionari, chiamati a confrontarsi con una domanda ancora tiepida e con infrastrutture che faticano a tenere il passo con le ambizioni green.

Il cuore della questione, però, resta il rapporto tra risorse stanziate e risultati concreti. I 597 milioni messi sul piatto, infatti, secondo Federauto porteranno alla sostituzione di appena 38mila vetture: una goccia nel mare dei 41 milioni di veicoli che compongono il parco circolante italiano. Un dato che fa riflettere e che spinge molti operatori a chiedersi se non sia arrivato il momento di cambiare radicalmente approccio, puntando su strumenti più efficaci e meno condizionati da logiche di breve periodo.

Non mancano, naturalmente, le voci fuori dal coro. Le associazioni ambientaliste e i produttori di auto a zero emissioni continuano a difendere gli incentivi come un passaggio obbligato per la transizione ecologica. Ma tra gli analisti e gli operatori del settore, cresce la consapevolezza che senza una visione di lungo respiro e senza interventi strutturali sul tessuto produttivo e infrastrutturale, il rischio è quello di assistere a un nuovo giro a vuoto, con pochi benefici tangibili e molte occasioni perse.

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