Il settore auto in Germania è in crisi, preoccupa l'occupazione
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La Germania, considerata a lungo il cuore pulsante dell’industria europea, sta affrontando una delle sue peggiori crisi industriali. In particolare, il settore automobilistico, pilastro della sua economia, è in ginocchio. Secondo i dati della società EY, al 31 marzo 2025, l’occupazione nel comparto manifatturiero è scesa a 5,46 milioni di addetti, registrando una flessione dell’1,8% rispetto all’anno precedente. Ancora più drammatico è il dato del comparto auto, che ha perso 45.400 posti di lavoro in un solo anno, con una contrazione del 6%.
I confronti col 2019
Il confronto con l’era pre-pandemia rende evidente la portata della crisi. Negli ultimi cinque anni, l’industria manifatturiera ha perso complessivamente 217.000 lavoratori, pari a un calo del 3,8%. Tuttavia, è il settore automobilistico a subire il colpo più duro: il numero di addetti è passato da oltre 900.000 a circa 734.000, con una perdita di oltre 150.000 posti di lavoro. Le previsioni per la fine del 2025 indicano una possibile ulteriore riduzione di 70.000 unità, aggravando ulteriormente il quadro.
Le cause di questa profonda crisi industriale sono molteplici. I costi energetici, diventati insostenibili, si combinano con le interruzioni delle forniture dalla Russia e una burocrazia eccessiva, mettendo a nudo le vulnerabilità di un modello economico fortemente dipendente dall’export. La Germania, da sempre orientata ai mercati esteri, si trova ora a dover competere in uno scenario globale sempre più sfidante e competitivo.
Segnali di resilienza
Nonostante il quadro negativo, ci sono segnali di resilienza. Dal 2014, l’occupazione industriale tedesca ha registrato un incremento del 3,5%, con 185.000 nuovi posti di lavoro creati in settori come quello chimico-farmaceutico, che ha dimostrato una maggiore capacità di adattamento. Inoltre, il governo Merz ha varato un ambizioso piano economico per rilanciare il paese. Questo include una revisione dello Schuldenbremse, il “freno al debito pubblico”, e un investimento straordinario di 1.000 miliardi di euro. L’obiettivo è mantenere la leadership globale nel settore automobilistico e contrastare il rischio di deindustrializzazione.
Il futuro è incerto
Il futuro del settore automobilistico tedesco, tuttavia, rimane incerto. La transizione energetica e la crescente competizione internazionale rappresentano sfide enormi. Secondo il presidente della VDA, l’associazione dell’industria automobilistica, “La Germania sta perdendo la sua spina dorsale industriale, e con essa il futuro della nostra economia nazionale”. Questa dichiarazione sottolinea la gravità della situazione e la necessità di interventi rapidi e strategici.
Nel frattempo, i principali costruttori tedeschi stanno cercando di adattarsi. BMW, ad esempio, ha annunciato importanti investimenti nella mobilità elettrica e nell’ottimizzazione produttiva, con l’obiettivo di ridurre i costi e migliorare l’efficienza. La combinazione di politiche governative, investimenti strategici e capacità di adattamento settoriale rappresenta la chiave per il rilancio. Tuttavia, il successo dipenderà dalla capacità di affrontare i problemi strutturali e di mantenere la competitività in un contesto economico globale in rapida evoluzione.
La crisi attuale offre alla Germania l’opportunità di ripensare il proprio modello economico, rendendolo più resiliente e sostenibile. Solo attraverso una trasformazione profonda, che integri innovazione tecnologica e politiche economiche lungimiranti, sarà possibile preservare il ruolo centrale del paese nell’economia mondiale.
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