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Il robotaxi senza conducente di Tesla c'è, ma con un'auto che lo segue

Di Simone Fiderlisi
Pubblicato il 11 giu 2025
Il robotaxi senza conducente di Tesla c'è, ma con un'auto che lo segue
Il debutto del servizio robotaxi Tesla ad Austin segna un passo avanti nella guida autonoma, con un software avanzato e teleoperazione di supporto.

Tesla ha inaugurato un nuovo capitolo nella mobilità autonoma con il lancio dei suoi robotaxi ad Austin, segnando un passo avanti significativo nel settore della guida autonoma. L’annuncio di Elon Musk, avvenuto in occasione del debutto ufficiale previsto per il 22 giugno, ha sottolineato come l’azienda stia trasformando in realtà ciò che fino a ieri sembrava fantascienza. Tuttavia, questo ambizioso progetto evidenzia non solo le conquiste tecnologiche di Tesla, ma anche le sfide ancora aperte nel rendere la guida completamente autonoma una realtà diffusa.

I robotaxi opereranno inizialmente in un’area geo-recintata di Austin, utilizzando un software avanzato progettato specificamente per le complessità dell’ambiente urbano locale. La sicurezza rimane al centro del progetto: ogni veicolo è supportato da un’auto con conducente e supervisionato da teleoperatori pronti a intervenire in caso di emergenza. Questa configurazione riflette l’importanza della teleoperazione per garantire un controllo tempestivo e sicuro, soprattutto in una fase iniziale di implementazione.

Nonostante l’importanza del lancio, Tesla si distingue per un approccio più aggressivo rispetto ai concorrenti. Waymo, ad esempio, ha condotto sei mesi di test completi prima di introdurre il proprio servizio nella stessa città. Tesla, invece, ha iniziato a testare i veicoli senza conducenti di sicurezza solo a partire da fine maggio, una strategia che, sebbene audace, potrebbe comportare rischi significativi.

I robotaxi sono basati sul modello standard della Model Y, ma dotati di un software molto più avanzato rispetto alla versione FSD disponibile per i clienti. Questa nuova iterazione include un numero di parametri quattro volte superiore rispetto alla FSD v13, con l’obiettivo di estendere tali funzionalità all’intera flotta dei consumatori entro la fine dell’anno.

Il progetto si inserisce in un percorso iniziato nel 2016, quando Tesla promise che ogni veicolo prodotto sarebbe stato capace di guida autonoma completa. Tuttavia, la necessità attuale di supporto tramite teleoperazione e veicoli di sicurezza dimostra che la strada verso l’autonomia totale è ancora in evoluzione. Parallelamente, Tesla sta investendo nel perfezionamento dei sistemi di teleoperazione a bassa latenza, una componente cruciale per garantire interventi rapidi e sicuri. Gli annunci di lavoro recenti riflettono l’impegno dell’azienda in questa direzione, anche se la scalabilità futura del servizio solleva interrogativi.

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