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I marchi più indisciplinati sulle strade olandesi: BMW, Audi e un'italiana

Di Simone Fiderlisi
Pubblicato il 24 lug 2025
I marchi più indisciplinati sulle strade olandesi: BMW, Audi e un'italiana
Secondo un sondaggio di Marktplaats, BMW, Audi e Fiat sono i marchi con la peggiore reputazione tra gli automobilisti olandesi. Toyota e Volvo i più affidabili

C’è un tratto di strada nei Paesi Bassi dove la carreggiata si trasforma in un vero e proprio palcoscenico di pregiudizi automobilistici. Qui, ogni vettura racconta una storia, e ogni logo sul cofano diventa un segnale che scatena giudizi, sospetti e – talvolta – un’ironia tutta olandese. Non si tratta solo di traffico: si parla di una vera e propria mappa delle antipatie, dove la scelta di un’auto può influenzare il modo in cui si viene guardati e trattati dagli altri automobilisti. È un fenomeno che affonda le sue radici nella cultura locale e si riflette quotidianamente sulle strade, dando vita a una gerarchia di marchi automobilistici amata o detestata, a seconda dei casi.

BMW i peggiori

Al centro di questa particolare classifica troviamo, quasi come un totem negativo, BMW. Secondo un recente sondaggio di Marktplaats, il 28% degli automobilisti olandesi non ha dubbi: chi guida una BMW è, più spesso che no, visto come il nemico pubblico numero uno. Il motivo? Un misto di episodi reali e racconti che si sono sedimentati nel tempo, alimentando una reputazione che precede chiunque si metta al volante di una bavarese. C’è chi confessa di cambiare corsia solo per non averli davanti, temendo sorpassi improvvisi o frenate imprevedibili. È quasi come se la presenza di una BMW accendesse un campanello d’allarme: attenzione, qui c’è qualcuno che potrebbe “interpretare” il codice della strada in modo molto personale.

C’è anche Fiat

Ma la “black list” olandese non si esaurisce certo qui. Subito dietro, ecco Audi, che si aggiudica un 10% di giudizi negativi. Anche in questo caso, la percezione sembra essere legata a una certa immagine di sportività aggressiva e, talvolta, di arroganza. Sorprende invece trovare sul podio anche Fiat, con il 12% di pareri sfavorevoli. Qui la narrazione cambia: più che paura, si parla di un certo sospetto verso uno stile di guida “creativo”, che secondo molti olandesi mal si concilia con la proverbiale disciplina delle strade locali. In altre parole, il guidatore Fiat è visto come quello che potrebbe sorprenderti con una manovra fuori dagli schemi, portando una ventata di imprevedibilità tutta italiana.

Se queste sono le auto che dividono, ci sono invece Toyota e Volvo che si conquistano il cuore degli automobilisti dei Paesi Bassi. Il 13% e l’11% delle opinioni positive raccolte dallo studio non lasciano spazio a dubbi: questi marchi rappresentano tutto ciò che gli olandesi cercano in una vettura. Affidabilità, sicurezza, rispetto delle regole e, soprattutto, una guida priva di colpi di testa. In altre parole, chi guida una Toyota o una Volvo è visto come un “buon vicino” della strada, qualcuno di cui potersi fidare anche nelle situazioni più caotiche del traffico cittadino.

I guidatori stranieri

Non meno interessante è il capitolo dedicato ai guidatori stranieri. Anche qui, i comportamenti alla guida diventano motivo di discussione e, spesso, di giudizio. I belgi, ad esempio, sono i meno apprezzati: il 18% degli intervistati li indica come i più problematici, soprattutto quando al volante di una BMW sportiva. Un’accoppiata che, secondo molti, rappresenta il massimo del rischio e dell’imprevedibilità sulle strade olandesi. Gli italiani, invece, si portano dietro la fama di essere “troppo caotici”, mentre i tedeschi dividono l’opinione pubblica: il 31% li accusa di non rispettare i limiti di velocità, ma la maggioranza riconosce loro una certa affidabilità, soprattutto quando si tratta di guidare in condizioni difficili.

In definitiva, questo mosaico di percezioni e pregiudizi automobilistici dimostra quanto la reputazione di un marchio automobilistico possa incidere sulle relazioni quotidiane nel traffico. Le scelte di marca diventano così una sorta di biglietto da visita, capace di aprire o chiudere le porte della fiducia tra automobilisti. Un fenomeno che, tra battute, episodi e stereotipi, finisce per plasmare il modo in cui si vive la strada nei Paesi Bassi, creando vere e proprie “categorie di simpatia” e diffidenza. Perché, alla fine, in Olanda non è solo questione di arrivare da un punto A a un punto B: è anche – e soprattutto – una questione di reputazione, di percezione e di quell’invisibile codice sociale che ogni automobilista, consapevolmente o meno, si trova a rispettare ogni giorno.

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