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Hyundai Concept Three: l'aero hatch che anticipa la Ioniq 3

Di Vincenzo Calvarano
Pubblicato il 19 dic 2025
Hyundai Concept Three: l'aero hatch che anticipa la Ioniq 3
La Hyundai Concept Three, svelata a Monaco 2025, anticipa la Ioniq 3 con silhouette Aero Hatch, firma Parametric Pixel e interni sostenibili.

Quando si parla di rivoluzione urbana su quattro ruote, è impossibile non soffermarsi sull’ultima creatura visionaria del marchio coreano: la Hyundai Concept Three. Un nome che, a Monaco durante l’IAA Mobility 2025, ha acceso i riflettori su una nuova interpretazione della mobilità cittadina. Siamo di fronte a un prototipo che, come spesso accade in casa Hyundai, non si limita a proporre soluzioni stilistiche d’avanguardia, ma si fa portavoce di una filosofia precisa: la sostenibilità, intesa come punto di partenza e non di arrivo. Un concetto che, nella realtà di oggi, non può più essere lasciato alla sola sfera del marketing, ma deve tradursi in scelte concrete e riconoscibili.

Con i suoi 4,29 metri di lunghezza, 1,94 di larghezza e 1,43 di altezza, la Hyundai Concept Three si inserisce a pieno titolo tra le compatte pensate per il traffico metropolitano, senza però rinunciare a un passo generoso di 2,72 metri che promette abitabilità e comfort anche per i passeggeri posteriori. È la tipica ricetta Hyundai: pragmaticità coreana mescolata a una buona dose di audacia stilistica. Non a caso, il progetto si muove lungo i binari della filosofia Aero Hatch, dove ogni dettaglio nasce da un preciso obiettivo funzionale. Linee tese, frontale basso e filante, tetto che degrada dolcemente verso uno spoiler ducktail: tutto parla la lingua dell’efficienza aerodinamica, quella che oggi fa la differenza non solo nei numeri dichiarati, ma soprattutto nell’esperienza reale di guida e nei consumi.

E se l’occhio vuole la sua parte, Hyundai non si tira certo indietro. La firma luminosa Parametric Pixel impreziosisce i gruppi ottici, regalando alla vettura una personalità immediatamente riconoscibile anche a distanza. Non è solo questione di stile: la scelta di adottare questa soluzione si inserisce in una strategia più ampia, quella di rendere il design un vero e proprio marchio di fabbrica, in grado di trasmettere un’identità forte e coerente in tutta la gamma elettrica del brand. Un po’ come accadeva negli anni d’oro dell’automobile, quando bastava un dettaglio per riconoscere una vettura anche di notte.

Ma la sostenibilità non si esaurisce nell’estetica. Anzi, trova la sua massima espressione nei materiali e nelle soluzioni adottate per l’abitacolo. Qui Hyundai osa, e lo fa con intelligenza: tessuti ottenuti da scarti marini, schiuma di alluminio leggera, dettagli che parlano la lingua dell’innovazione responsabile. L’abitacolo, concepito come estensione dello spazio domestico, si trasforma in un ambiente modulare grazie al sistema BYOL (Bring Your Own Layout), che consente una personalizzazione estrema dell’interfaccia e degli spazi. Un approccio che strizza l’occhio alle nuove generazioni, sempre più attente alla qualità della vita a bordo e alla possibilità di adattare l’auto alle proprie esigenze quotidiane.

Non manca, poi, quel tocco di ironia che da qualche tempo accompagna i concept più interessanti del panorama automotive. Il personaggio Mr Pix campeggia tra i dettagli giocosi dell’abitacolo, mentre la scritta “may the downforce be with you” sul portellone posteriore si fa manifesto di una progettualità che non rinuncia all’ironia, pur restando saldamente ancorata alla realtà. Al posto dei tradizionali terminali di scarico, troviamo altoparlanti che simboleggiano la transizione verso l’elettrico: un modo intelligente per comunicare il cambiamento senza rinunciare a una certa teatralità, sempre ben dosata.

Tuttavia, come spesso accade quando si parla di concept, le domande cruciali restano sospese nell’aria. Autonomia, capacità della batteria, potenze disponibili e, soprattutto, prezzi: sono questi i nodi che dovranno essere sciolti quando la Ioniq 3 – il modello di serie anticipato dalla Concept Three – arriverà davvero sul mercato. È qui che si gioca la partita più importante, in un segmento sempre più affollato dove la differenza la fanno non solo il design e il brand appeal, ma anche una rete di ricarica efficiente e costi di gestione accessibili.

In questo scenario, il richiamo all’Art of Steel – l’arte dell’acciaio – diventa più di un semplice slogan. È la sintesi di una visione industriale che punta a coniugare robustezza, leggerezza e sostenibilità, offrendo al cliente finale un prodotto capace di resistere nel tempo senza rinunciare a quel tocco di raffinatezza che oggi rappresenta un valore aggiunto imprescindibile.

 

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