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Gunther Werks F 26: fibra di carbonio, 1000 CV e anima Porsche

Di Simone Fiderlisi
Pubblicato il 24 ago 2025
Gunther Werks F 26: fibra di carbonio, 1000 CV e anima Porsche
Scopri la Gunther Werks F-26, ispirata alla Porsche 911 Slant Nose: 1.000 cavalli, fibra di carbonio, motore boxer, solo 26 esemplari per veri collezionisti.

C’è un profumo inconfondibile di leggenda e modernità quando si parla della Gunther Werks F 26. Siamo di fronte a un oggetto che va oltre la semplice automobile: è un tributo vivente alla storia della Porsche 911 Slant Nose, reinterpretata con quella maestria artigianale e tecnica che solo pochi sanno infondere. L’occasione per il debutto non poteva che essere la Monterey Car Week, palcoscenico ideale per le meraviglie più rare e ambiziose del mondo automotive. Qui, tra collezionisti e appassionati, la F 26 si è presentata con l’arroganza tipica di chi sa di essere destinata a lasciare il segno.

Il primo sguardo è già una dichiarazione d’intenti: la carrozzeria interamente in fibra di carbonio non è solo una scelta estetica, ma un manifesto di leggerezza e performance. Ogni linea, ogni dettaglio, ogni presa d’aria racconta una storia fatta di innovazione e rispetto per il passato. Niente più fari tondi: la F 26 osa con gruppi ottici squadrati, in un mix di nostalgia e avanguardia che colpisce al cuore gli amanti del marchio di Stoccarda.

Sotto questa pelle futuristica pulsa un’anima profondamente legata alla tradizione: il telaio deriva dalla 911 serie 993, l’ultima vera Porsche raffreddata ad aria. Ma non fatevi ingannare dalla provenienza: qui ogni centimetro è stato rivisto, rinforzato, portato a una rigidità torsionale superiore del 200%. Il risultato? Una base tecnica che permette di spremere ogni stilla di prestazione senza mai perdere la purezza delle sensazioni di guida.

E che dire dell’assetto? Davanti troviamo sospensioni a doppio braccio oscillante, una soluzione da pura auto da corsa, affiancata da ammortizzatori adattivi e dai sofisticati freni carboceramici con ABS da competizione. Qui la ricerca dell’eccellenza si percepisce anche nei dettagli apparentemente più piccoli: i cerchi magnesio monoblocco da 18 pollici, ad esempio, sono una scelta tanto tecnica quanto stilistica, capaci di ridurre le masse non sospese e di regalare una presenza scenica da urlo. L’interasse, allungato di 30 mm, contribuisce a un comportamento dinamico che non teme confronti.

Ma il vero cuore pulsante della F 26 è il suo motore boxer sei cilindri da 4 litri, sviluppato in collaborazione con Rothsport Racing. Qui le cifre fanno tremare i polsi: 1000 cavalli e 750 Nm di coppia, erogati con una brutalità e una progressione che hanno pochi eguali nel panorama delle supercar. Il tutto, sia chiaro, con la magia del raffreddamento ad aria e la sicurezza della lubrificazione a carter secco, per prestazioni costanti anche nelle condizioni più estreme. Il cambio manuale a sei rapporti e il differenziale a slittamento limitato sono un richiamo diretto al piacere di guida analogico, quello vero, senza filtri né compromessi.

Un altro dato che lascia senza parole è il peso: appena 1.247 kg a vuoto. In un’epoca in cui le supercar tendono a ingrassare, la F 26 si distingue per la sua essenzialità, raggiunta grazie a un uso sapiente dei materiali più nobili e leggeri. Il risultato? Un rapporto peso-potenza da record e una reattività che trasforma ogni curva in un’esperienza indimenticabile.

Ma attenzione: questa non è una vettura per tutti. La produzione sarà limitata a soli 26 esemplari, riservati a una cerchia ristretta di collezionisti capaci di cogliere il valore di un’auto che non è solo prestazione, ma anche storia, passione e arte ingegneristica. Il prezzo? Non dichiarato, ma facile intuire che si tratti di una cifra fuori dalla portata dei comuni mortali.

La Gunther Werks F 26 non è semplicemente una reinterpretazione della Porsche 911 Slant Nose: è una celebrazione della tradizione e dell’innovazione, un capolavoro che fonde passato e futuro in un mix irresistibile di emozione e tecnologia. Un’auto che, più che guidata, va vissuta, ascoltata, ammirata. E che, senza dubbio, entrerà nella leggenda come una delle creazioni più affascinanti e audaci della storia recente dell’automobilismo.

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