Kit di primo soccorso in auto: cosa deve contenere

Francesco Giorgi
21 Gennaio 2018
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Sono sufficienti pochi euro per dare una prima assistenza agli infortunati: ecco cosa portare a bordo della propria auto e alcuni consigli sulle attrezzature-base da aggiungere al kit di primo soccorso.

Sulle auto nuove sono sempre più diffusi i sistemi di assistenza alla guida che aumentano la sicurezza attiva e riducono le possibili situazioni di incidente. I sofisticati dispositivi di ultima generazione possono senza dubbio rappresentare dei validi strumenti di prevenzione degli incidenti stradali. Resta, tuttavia, qualcosa che nessuna tecnologia è al momento in grado di sostituire: l’apporto umano nelle prime fasi di soccorso agli infortunati che, vale la pena ricordare, oltre ad essere moralmente giusto, è un obbligo sancito dalla legge e, in caso di mancata osservazione, può anche costare caro. Ma andiamo con ordine.

Primo soccorso in auto: basta un kit

Ci sono oggetti che sarebbe bene tenere sempre a portata di mano. Non tanto per “essere a posto con la coscienza”, e nemmeno “per scaramanzia”, ma proprio perché “non si sa mai”. Per i conducenti stessi e, in egual misura, per i passeggeri trasportati e – perché no? – per gli altri automobilisti. O anche per risolvere situazioni di infortunio magari di lieve entità, che se non risolte con prontezza possono diventare spiacevoli. Per dire: può accadere di essere costretti a cercare improvvisamente una farmacia, oppure un autogrill, per chiedere un minimo di assistenza a causa di una piccola ferita, o un leggero trauma.

In questi casi, conviene disporre di un “kit di primo soccorso” che sopperisce alle prime necessità. Molti sono già pronti all’uso: costano in media qualche decina di euro, e vengono confezionati in cassette rigide portatili, di plastica o in metallo, oppure in sacchetti o piccoli zaini, che possono differire fra loro per quantità di contenuto a seconda se siano “universali”, oppure specifici per ciclisti e motociclisti, nel qual caso contengono un maggiore numero di bende e garze di varie dimensioni, in quanto è più probabile che chi subisca un infortunio in sella ad un veicolo a due ruote riporti maggiori traumi da sfregamento rispetto ad un automobilista.

Cosa mettere nel kit di primo soccorso in auto

Si può, in ogni caso, provvedere da se a dotarsi di una propria scorta per il primo soccorso: a patto di avere l’accortezza nel provvedere a periodici controlli alle date di scadenza del contenuto e a prestare la dovuta attenzione a dove si riponga la valigetta, o la piccola sacca.

La “base di partenza” può benissimo essere costituita da uno dei tanti kit, come detto, facilmente reperibili a prezzi abbordabili (anche 15 euro) in farmacia, nei supermercati, o su Internet. I prezzi, chiaramente, aumentano in funzione della qualità dei materiali contenuti oppure in relazione al tipo del contenitore. In ogni caso, è importante fare attenzione che vi sia riportato il marchio “CE”.

Gli esperti in materia di antinfortunistica suggeriscono la presenza di almeno una mascherina di protezione dagli schizzi, due flaconcini di soluzione fisiologica e di disinfettante, alcune buste contenenti garze sterili, del cotone idrofilo, bende tubolari, un rotolo di cerotto adesivo con forbici per il taglio dei bendaggi. “Sì” anche ad un paio di pinze sterili, lacci emostatici, un termometro, almeno un pacco di ghiaccio istantaneo e un nécessaire per la cura delle ferite. Utile anche un “collarino” in caso di distorsione del rachide cervicale (una delle conseguenze più frequenti nei casi di “colpo di frusta”).

Abbiamo accennato ai farmaci: qui, l’argomento è più delicato, in quanto è importante tenere a mente che, se trasportati in maniera non corretta, i medicinali possono perdere il proprio effetto curativo, o peggio risultare dannosi per la salute. È sempre bene affidarsi ai contenitori termici per il loro trasporto, poiché essi vanno mantenuti a temperature il più possibile costanti (sui 25°C) e in ambiente asciutto. Consigliabile, quindi, non lasciare in auto alcun medicinale. In ogni caso, si tenga conto che tanto il caldo eccessivo quanto il freddo intenso possono alterare le proprietà dei medicinali. Qualora nella valigetta, o sacca, del kit vengano riposti alcuni farmaci, è importante controllarne di tanto in tanto la data di scadenza, e buttarli immediatamente non appena questa sia stata superata. Sconsigliabile, poi, l’impiego di recipienti o “portapillole” che non siano, se non termici, specificamente concepiti per il trasporto di medicinali: potrebbero surriscaldarsi o favorire la fuoriuscita di sostanze nocive e, quindi, modificare le proprietà del farmaco. Qualora si decida di tenere con se alcuni medicinali, è sempre bene farsi guidare dal proprio medico di base, e – in caso di utilizzo – rivolgersi sempre a lui per l’autorizzazione, oppure ad un centro di pronto soccorso.

In alcuni paesi il kit è un obbligo

Mentre in Italia il kit di primo soccorso a bordo del veicolo è rimesso alla facoltà del singolo utente, la legislazione in vigore altrove può dirci l’esatto contrario. La “valigetta salvavita” è, infatti, obbligatoria in Grecia, Estonia, Lettonia e Lituania, Bulgaria, Repubblica Ceca, Montenegro, Romania, Slovacchia, Turchia e Ungheria; ed è “fortemente raccomandata” in Germania, Paesi Bassi, Danimarca e Norvegia.

Un kit anche per i nostri amici a quattro zampe

Fatto salvo che tutti i proprietari di animali dovrebbero disporre sempre di una dotazione di primo soccorso da tenere a portata di mano, è bene pensare ai nostri piccoli amici anche al di fuori delle mura domestiche. Oltre alle cassette già predisposte esistenti in commercio, si può altresì pensare ad organizzare un personale kit per gli animali in auto: la dotazione, in questo caso, può essere organizzata con un flacone di disinfettante non alcolico e ad elevato potere battericida, acqua ossigenata, cerotto adesivo di carta (può essere rimosso facilmente e senza provocare dolore), garze sterili, una fascia elastica per proteggere la zampa dell’animale, soluzione fisiologica (utili quelle contenute in confezioni morbide, più facili al trasporto rispetto a quelle in vetro), una pinzetta sterile, forbici a punta arrotondata (ideali quelle leggermente ricurve, ma vanno bene anche quelle per bambini), almeno un paio di guanti in lattice.

Per i farmaci (dalla pomata oftalmica a quella a base di cortisone per alleviare il prurito, antinfiammatori e antistaminici e cortisone contro le punture di insetti, antiemetici e medicinali contro il mal d‘auto) valgano le stesse indicazioni di trasporto e attenzione alla loro conservazione e alle date di scadenza sopra indicate: è tuttavia importante il loro utilizzo sempre previa autorizzazione del veterinario. Per questo è bene aggiungere al kit i recapiti del proprio veterinario di fiducia, in modo da avvertirlo immediatamente in caso di necessità.

Altri ausili di sicurezza da portare a bordo                                 

Fatto salvo l’obbligo di avere a bordo della propria autovettura le dotazioni essenziali per essere visti dagli altri veicoli (come prescrive il Codice della Strada), ovvero il triangolo catarifrangente di segnalazione – il gilet arancione a bande riflettenti è obbligatorio da indossare da parte del conducente, in caso di emergenza (art. 162 del CdS), quindi è altamente consigliabile averne almeno uno a bordo -, gli esperti in materia di sicurezza stradale consigliano di portare nel bagagliaio della propria auto almeno un paio di guanti da lavoro, alcune paia di guanti monouso in lattice, un coltello a lama retrattile (“cutter”) utile per tagliare le cinture di sicurezza in caso di emergenza (in alternativa, esistono in commercio specifici strumenti taglia-cintura, dalla lama protetta quindi più sicuri perché limitano eventuali rischi di ferirsi nella concitazione del soccorso), alcune compresse di garza sterile, almeno un telo sterile monouso, un rotolo di benda orlata e una torcia elettrica (meglio se a dinamo).

Molto utile, oltre che simpaticamente “sportivo” alla vista (i più giovani e gli appassionati di motorsport ne apprezzeranno l’immagine “racing”!) è l’estintore: fissare un “brandeggiabile” a polvere – ne esistono in commercio di diversi tipi e varie grandezze: più avanti torneremo sull’argomento – nell’abitacolo della vettura può rivelarsi una scelta vincente, a patto che esso venga revisionato periodicamente e sia ben saldo alla scocca in modo da evitare “fughe” del contenuto. Del resto, l’estintore a bordo è obbligatorio per gli autoveicoli in Belgio, Bulgaria, Estonia, Grecia, Lettonia, Lituania, Polonia, Regno Unito, Romania, Turchia e “raccomandato” in Danimarca.

Non è obbligatorio (e non si incorre in alcuna sanzione, ma il Codice della Strada in vigore oltralpe prescrive che ci sia), ma è bene in Francia avere con se un alcoltest di quelli usa-e-getta: al controllo di polizia può essere richiesto di esibirlo.

Fermarsi e soccorrere: è un obbligo

Lo indica l’art. 189 del Codice della Strada (“L’utente della strada, in caso di incidente comunque ricollegabile al suo comportamento, ha l’obbligo di fermarsi e di prestare l’assistenza occorrente a coloro che, eventualmente, abbiano subito danno alla persona”), specificando che (comma 2) “Le persone coinvolte in un incidente devono porre in atto ogni misura idonea a salvaguardare la sicurezza della circolazione e, compatibilmente con tale esigenza, adoperarsi affinché non venga modificato lo stato dei luoghi e disperse le tracce utili per l’accertamento delle responsabilità”.

Al contrario (comma 6) “Chiunque… in caso di incidente con danno alle persone, non ottempera all’obbligo di fermarsi, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni. Si applica la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida da uno a tre anni, ai sensi del capo II, sezione II, del titolo VI. Nei casi di cui al presente comma sono applicabili le misure previste dagli articoli 281, 282, 283 e 284 del codice di procedura penale, anche al di fuori dei limiti previsti dall’articolo 280 del medesimo codice, ed è possibile procedere all’arresto, ai sensi dell’articolo 381 del codice di procedura penale, anche al di fuori dei limiti di pena ivi previsti”. Il soccorso agli infortunati è, dunque, obbligatorio.

Essenziale, in ogni caso, mantenere sempre la calma e non improvvisarsi “infermieri” né “soccorritori” (obiettivo del primo soccorso è, infatti, la valutazione delle funzioni vitali dell’infortunato, per favorirne la sopravvivenza; in tutti i casi, sono “Le azioni che il personale non medico può attuare in attesa che arrivi personale più qualificato”, come viene indicato dal D.lgs 81/08 nel quale si distingue fra “pronto soccorso” e “primo soccorso”): ci sono persone specificamente addestrate a prestare le prime cure in caso di emergenza, e sono i militi della Croce Rossa, delle pubbliche assistenze e delle associazioni di volontariato (da tempo, in aggiunta al 118, c’è il numero unico di emergenza 112).

Se si vuole avere qualche competenza ulteriore, è sempre possibile frequentare uno dei tanti corsi di primo soccorso periodicamente organizzati dalle stesse, oppure dalle sedi territoriali dell’ACI.

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