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Guida sotto effetto di droghe: nuove regole e implicazioni

Di Vincenzo Calvarano
Pubblicato il 9 mag 2025
Guida sotto effetto di droghe: nuove regole e implicazioni
Approfondimento sull'articolo 187 del Codice della Strada: cosa cambia con le nuove norme sulla guida sotto effetto di sostanze stupefacenti.

Una svolta significativa nel panorama normativo italiano riguarda la revisione del Codice della Strada, con un approccio più rigoroso verso la guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. La modifica all’articolo 187 introduce un cambio di paradigma, rendendo sufficiente la semplice presenza di sostanze attive nel sangue per far scattare le sanzioni, senza dover dimostrare un’alterazione psicofisica evidente.

Questa innovazione legislativa mira a rafforzare la sicurezza stradale, semplificando il lavoro delle forze dell’ordine, che ora possono basarsi su accertamenti più oggettivi. Tuttavia, emergono dubbi sulla costituzionalità di questa norma, poiché inverte l’onere della prova, un aspetto che potrebbe entrare in conflitto con il principio di offensività del diritto penale. In questo contesto, sarà probabilmente necessario un intervento della Corte Costituzionale per chiarire l’equilibrio tra tutela della sicurezza pubblica e diritti individuali.

Uno degli aspetti tecnici più discussi riguarda la definizione di “sostanza attiva”. I tempi di smaltimento variano sensibilmente a seconda del tipo di droga. Ad esempio, il THC, principio attivo della cannabis, può rimanere rilevabile per giorni nei consumatori abituali, mentre altre sostanze hanno tempi di permanenza molto più brevi. Questo crea una complessità interpretativa per gli accertamenti, soprattutto considerando che i test urinari non garantiscono una valutazione affidabile dello stato di alterazione. Per ovviare a queste problematiche, le linee guida ministeriali raccomandano l’uso di prelievi di sangue o fluido salivare, che offrono maggiore precisione.

Particolarmente vulnerabili a queste nuove disposizioni sono i titolari di patenti professionali, per i quali una sospensione può tradursi in una perdita immediata del lavoro. La legge, infatti, non fa distinzioni tra conducenti privati e professionisti, ma l’impatto economico e sociale è nettamente più grave per questi ultimi. È quindi cruciale trovare un bilanciamento tra l’esigenza di garantire la sicurezza stradale e la protezione del diritto all’occupazione.

Un altro punto critico riguarda i farmaci prescritti. La normativa prevede che i pazienti in terapia regolare non siano penalizzati, a meno che non mostrino evidenti segni di alterazione delle capacità cognitive o motorie. Tuttavia, la presenza di principi attivi nei test potrebbe generare ambiguità e potenziali ingiustizie, richiedendo un ulteriore affinamento delle procedure di accertamento.

La revisione dell’articolo 187 rappresenta quindi un importante passo avanti nella lotta contro la guida droghe, ma solleva interrogativi complessi. L’obiettivo dichiarato è ridurre gli incidenti stradali causati da comportamenti irresponsabili, ma resta da vedere come la nuova normativa sarà applicata nella pratica e quali saranno le sue conseguenze a lungo termine. La sicurezza stradale è una priorità indiscutibile, ma deve essere perseguita nel rispetto dei diritti fondamentali dei cittadini.

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