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Golf elettrica in ritardo: la casa di Wolfsburg costretta a rivedere i piani

Di Simone Fiderlisi
Pubblicato il 15 set 2025
Golf elettrica in ritardo: la casa di Wolfsburg costretta a rivedere i piani
Volkswagen Golf elettrica subisce ritardi per i costi di Wolfsburg. Slitta anche la T-Roc EV. ome cambia la strategia VW.

Un fulmine a ciel sereno scuote il mondo dell’automotive tedesco: Volkswagen è costretta a premere il pedale del freno sulla tanto attesa transizione elettrica, rinviando di almeno nove mesi il debutto della nuova Golf elettrica. Il colosso di Wolfsburg si trova così davanti a una delle sfide più complesse della sua storia recente: l’adattamento dello storico impianto di Wolfsburg ai veicoli a zero emissioni si sta rivelando più oneroso e complicato del previsto, un ostacolo che rischia di rallentare la corsa del marchio verso il futuro della mobilità sostenibile.

Non è solo una questione di tempi: i costi di riconversione dello stabilimento rappresentano una vera e propria zavorra per la tabella di marcia della casa tedesca. La necessità di destinare ingenti risorse all’ammodernamento delle linee produttive ha spinto il management a rivedere tutte le scadenze. Non solo: la situazione si complica ulteriormente perché il rinvio coinvolge anche la futura T-Roc elettrica, modello chiave nella strategia di transizione green del gruppo. L’aria che si respira tra le mura di Wolfsburg è quella di un cantiere aperto, dove il futuro si costruisce a piccoli passi, tra incertezze e investimenti che sembrano non finire mai.

Le ripercussioni di questa frenata si fanno sentire anche sulla produzione dell’attuale Golf Mk8. Inizialmente era previsto il trasferimento delle linee produttive in Messico, presso l’impianto di Puebla, già nel 2027. Ma ora il rischio concreto è che questa scadenza venga posticipata, prolungando la permanenza della compatta tedesca – sia in versione hatchback che station wagon – nelle fabbriche di casa. Un dettaglio che non passa inosservato agli occhi degli analisti e degli appassionati, sempre attenti alle dinamiche produttive del marchio.

Ma il vero salto di qualità per la futura Golf elettrica arriverà con l’introduzione della nuova Scalable Systems Platform (SSP). Questa architettura di ultima generazione, pensata per i modelli a batteria ma aperta anche alle motorizzazioni ibridi plug-in e ai range extender, rappresenta il cuore pulsante della strategia Volkswagen. Un progetto ambizioso, frutto della collaborazione con Rivian, che punta a trasformare la Golf in un autentico “software-defined vehicle”, pronto a raccogliere la sfida dell’elettrificazione totale e della connettività avanzata.

Nonostante il rinvio, il futuro della Golf sembra tutt’altro che segnato. L’attuale generazione potrebbe infatti restare sul mercato per almeno un altro decennio, fino a quando l’Unione Europea non darà il definitivo giro di chiave ai motori termici, previsto per il 2035. Fino ad allora, i propulsori tradizionali potrebbero sopravvivere sotto forma di ibridi plug-in o come generatori di energia per veicoli elettrici dotati di range extender, mantenendo viva una tradizione che affonda le radici nel DNA del marchio.

Sul fronte del mercato, i numeri parlano chiaro: secondo i dati dell’ACEA (Associazione Europea dei Costruttori di Automobili), nei primi sette mesi dell’anno le auto elettriche hanno conquistato il 17,4% delle nuove immatricolazioni, in netta crescita rispetto al 13,8% registrato nello stesso periodo dell’anno precedente. Un segnale inequivocabile che il vento sta cambiando e che la domanda di mobilità sostenibile è destinata a crescere, trainata anche dall’arrivo di nuovi modelli come la ID.2 Polo e la futura ID.1, che promettono di rivoluzionare il segmento delle compatte a zero emissioni.

Eppure, nonostante il fermento, la Golf sta vivendo una fase di declino che sembra inarrestabile: dai fasti del 2015, quando si superava il milione di unità prodotte, si è passati alle circa 300.000 dello scorso anno, con previsioni che parlano di un ulteriore calo a 250.000 esemplari nel 2025. Un’emorragia di numeri dovuta in parte al successo travolgente del crossover T-Roc, capace di sottrarre clienti storici alla regina delle compatte tedesche.

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