Frodi sul contachilometri e danni nascosti: l’Italia tra i mercati auto più trasparenti
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Il mercato auto Italia si conferma ancora una volta come uno dei più affidabili d’Europa quando si parla di auto usate, anche se non mancano ombre legate a frodi sul contachilometri e danni nascosti. Secondo l’ultimo report pubblicato da carVertical, la penisola si piazza al secondo posto nella classifica europea per trasparenza dati auto, preceduta solo dal Regno Unito auto usate e davanti a colossi come Germania, Svizzera e Francia. Un risultato che, pur tra luci e ombre, testimonia la crescente attenzione degli operatori e dei consumatori italiani verso la chiarezza nelle transazioni di veicoli di seconda mano.
Il tema delle frodi sul contachilometri è ancora presente nel panorama italiano, ma il suo impatto appare contenuto rispetto ad altri paesi del Vecchio Continente. Soltanto il 2,9% dei veicoli controllati presenta manomissioni, una percentuale che pone l’Italia tra i mercati più virtuosi. Tuttavia, quando si verifica una manipolazione, il fenomeno assume dimensioni importanti: in media vengono “cancellati” ben 69.800 km dal cruscotto delle vetture interessate. Questo dato rivela come la ricerca spasmodica di auto con chilometraggio ridotto continui a incentivare pratiche scorrette, alimentando una sorta di “gara” all’apparenza del veicolo piuttosto che alla sostanza.
Sul fronte dei danni nascosti, il report mette in evidenza che il 12,6% delle auto italiane oggetto di analisi ha alle spalle almeno un sinistro registrato. Il valore medio dei danni si attesta attorno ai 7.100 euro, una cifra tutt’altro che trascurabile e che può incidere sensibilmente sul prezzo di vendita e sulle future spese di manutenzione. Tuttavia, il vero nodo rimane la carenza di registri storici completi: la mancanza di un sistema capillare di raccolta e condivisione delle informazioni sui danni limita ancora la piena trasparenza, lasciando ampi margini di incertezza agli acquirenti.
Un altro aspetto che non può essere trascurato riguarda le importazioni auto. Il 20,6% delle vetture analizzate proviene dall’estero, e proprio queste risultano più esposte al rischio di frodi sul contachilometri e di danni nascosti non dichiarati. Questo trend, sempre più diffuso nel mercato auto Italia, richiede agli acquirenti un supplemento di attenzione, soprattutto in assenza di un sistema europeo unificato di tracciamento dei dati.
Guardando alla situazione generale del parco circolante, l’età media delle auto usate italiane si attesta sugli 8,8 anni, un dato leggermente superiore alla media europea del 2024. Questa longevità riflette da un lato la buona manutenzione dei veicoli, ma dall’altro aumenta la probabilità che, nel corso della vita del mezzo, si siano verificati eventi non sempre tracciati in modo puntuale.
Il confronto con gli altri mercati continentali è impietoso soprattutto per l’Europa orientale. Mentre il Regno Unito auto usate si distingue per una percentuale di auto con contachilometri manomessi ferma al 2,3%, in paesi come Ucraina, Lettonia, Lituania, Romania ed Estonia la quota di frodi supera addirittura il 9%. In queste aree, il rischio per gli acquirenti di incappare in veicoli “truccati” o con danni nascosti è sensibilmente più elevato, complice la carenza di controlli sistematici e la mancanza di una cultura della trasparenza.
Il quadro europeo è dunque caratterizzato da forti contrasti: se da un lato l’Europa occidentale si muove con decisione verso standard elevati di trasparenza dati auto, dall’altro il mercato auto Europa orientale rimane il tallone d’Achille del settore, dove i rischi per i consumatori sono ancora troppo elevati. A complicare ulteriormente il panorama, persiste la mancanza di un sistema unificato di scambio dati tra i vari paesi, una lacuna che rende difficile tracciare con precisione la storia di un veicolo quando attraversa i confini nazionali.
Alla luce di questi dati, emerge con chiarezza come la strada verso una piena affidabilità e sicurezza nel mercato auto Italia e, più in generale, nel mercato europeo delle auto usate, sia ancora lunga. Tuttavia, l’impegno crescente degli operatori e la spinta verso una maggiore digitalizzazione dei processi di verifica – grazie anche a piattaforme come carVertical – rappresentano segnali incoraggianti. La consapevolezza degli acquirenti, unita a strumenti di controllo sempre più sofisticati, sarà determinante per alzare ulteriormente l’asticella della trasparenza e tutelare chi si affaccia al mondo delle auto usate in cerca di occasioni affidabili e sicure.
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