Formula 1 GP Monaco 2025: strategie discutibili e spettacolo mancato
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Il tracciato monegasco, famoso per esaltare il talento dei piloti più che la potenza delle vetture, non è riuscito a garantire lo spettacolo sperato, nemmeno con l’introduzione della regola del doppio pit stop obbligatorio. Lando Norris, con una performance impeccabile, ha conquistato pole position, vittoria e giro veloce, consolidando la sua reputazione di talento cristallino. Tuttavia, la gara è stata caratterizzata da una staticità quasi imbarazzante, con pochi cambi di posizione e strategie che hanno suscitato polemiche.
La normativa del doppio pit stop, pensata per movimentare la corsa, ha invece dato vita a situazioni controverse. Alcuni team hanno sfruttato la regola per rallentare intenzionalmente il ritmo, creando un effetto domino che ha penalizzato la fluidità della gara. Emblematico è stato il caso di Alexander Albon, che ha ridotto la velocità per favorire il compagno di squadra, spingendo George Russell a una mossa disperata: tagliare la chicane del porto, accettando una penalità per ottenere un vantaggio strategico.
La frustrazione tra i piloti è stata palpabile. Max Verstappen, noto per la sua schiettezza, ha ironizzato paragonando l’evento a una partita di Mario Kart, sottolineando che neppure cinque soste obbligatorie avrebbero migliorato lo spettacolo su un tracciato così limitante. Le sue parole hanno riacceso il dibattito sul futuro di Monaco nel calendario della Formula 1.
Nonostante il fascino glamour e la lunga tradizione, cresce il coro di appassionati e addetti ai lavori che chiedono una revisione del circuito o, addirittura, la sua esclusione. Le proposte includono modifiche al layout per favorire i sorpassi o interventi significativi sulle vetture con i regolamenti del 2026. La sfida è trovare un equilibrio tra innovazione e rispetto per la storia.
La Formula 1 si trova a un bivio. Da un lato, c’è il desiderio di preservare la magia di Monaco; dall’altro, la necessità di garantire gare avvincenti e competitive. Le strategie di gara viste quest’anno, seppur discutibili, riflettono la complessità di un circuito che non perdona errori ma che, al contempo, non offre margini di spettacolo sufficienti per i fan moderni.
Guardando al futuro, il Gran Premio di Monaco rischia di diventare un simbolo di resistenza al cambiamento, un’affascinante reliquia in un mondo che si evolve rapidamente. Il 2025 potrebbe rappresentare l’ultima opportunità per il Principato di dimostrare di essere ancora rilevante nel panorama della Formula 1.
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