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Fiat Pandina guida la svolta di Stellantis, tutto quello che sappiamo

Di Vincenzo Calvarano
Pubblicato il 30 ott 2025
Fiat Pandina guida la svolta di Stellantis, tutto quello che sappiamo
La nuova Pandina salva la rotta Stellantis: cosa cambia per i marchi italiani, freni ai brand premium e fari puntati sulla piccola Fiat.

Nel mondo dell’auto, quando il vento cambia, bisogna saper stringere il volante con fermezza e guardare avanti con la lucidità di chi conosce bene la strada. È proprio quello che sta facendo Stellantis, il colosso automobilistico guidato da Antonio Filosa, che si trova oggi a dover fare i conti con un mercato europeo che gira al rallentatore e con costi di sviluppo che lievitano come la pasta madre. Una situazione che impone scelte decise: razionalizzare, contenere i costi e soprattutto salvaguardare i margini, come un pilota che, quando vede la pioggia all’orizzonte, decide di cambiare le gomme per non rischiare il testacoda.

La parola d’ordine in casa Stellantis è “selettività”. Non si tratta più di lanciare modelli a raffica, ma di concentrare le energie e gli investimenti su quei progetti che possono davvero fare la differenza, quelli con il motore giusto per affrontare la salita. Così, se da una parte si tirano i remi in barca per i marchi premium, dall’altra si schiaccia sull’acceleratore per la nuova Fiat Pandina, che diventa la vera eccezione in questo scenario di prudenza.

Nel dettaglio, il nuovo piano industriale vede una profonda revisione per i brand di fascia alta. Alfa Romeo, dopo aver raccolto buoni risultati con la Tonale e aver incassato il plauso degli appassionati per la 33 Stradale, decide di abbandonare – almeno per ora – il progetto di un piccolo SUV urbano. Una scelta che, letta tra le righe, significa voler difendere con le unghie e con i denti il posizionamento premium del marchio. Il rischio di “svendersi” nel segmento delle citycar, dove la battaglia si gioca soprattutto sul prezzo, non è contemplato: meglio consolidarsi nei segmenti medio-alti, dove il blasone conta ancora qualcosa e i margini restano protetti. Non a caso, la strategia di Alfa Romeo verso l’elettrificazione sarà graduale, quasi a voler tastare il terreno prima di lanciarsi a tutta velocità in una corsa che potrebbe rivelarsi troppo rischiosa.

Discorso simile per Lancia, che rallenta il passo sulla via dell’espansione internazionale. Se la nuova Ypsilon è stata accolta con entusiasmo in Italia, la risposta dei mercati esteri è stata più tiepida, come un motore che fatica a salire di giri. Da qui la decisione di mettere in stand-by i progetti di una berlina e di un crossover destinati fuori dai confini nazionali. Il mantra diventa ora “consolidare l’immagine”, lavorare sulla percezione del marchio prima di pensare ad allargare la gamma. Un approccio prudente, ma che ha il sapore della lungimiranza: meglio mettere benzina nel serbatoio dell’identità prima di partire per un lungo viaggio.

Anche Maserati si trova a dover rivedere le proprie ambizioni. I risultati di Grecale e MC20 non hanno convinto come ci si aspettava, e allora ecco che i progetti per le versioni elettriche di GranTurismo e Quattroporte vengono ridimensionati. Il marchio del Tridente continuerà a rappresentare il lusso italiano, ma con una gamma più compatta e con una maggiore attenzione alle sinergie tecniche con gli altri brand del gruppo. Una mossa che mira a rafforzare l’identità senza disperdere risorse, mantenendo comunque alta la bandiera dell’esclusività.

In questo scenario di tagli e razionalizzazioni, la vera sorpresa arriva dalla nuova Fiat Pandina. Qui, invece di frenare, si accelera: il progetto viene non solo confermato, ma addirittura anticipato. L’auto nascerà nello storico stabilimento di Pomigliano dArco, cuore pulsante dell’industria automobilistica italiana, e rappresenterà un punto fermo nella strategia di Stellantis. La nuova citycar sarà costruita sulla stessa piattaforma della futura Fiat 500, offrendo sia motorizzazioni ibride sia completamente elettriche, per rispondere alle esigenze di un pubblico sempre più attento alla sostenibilità ma che non vuole rinunciare alla praticità. Il design, con richiami evidenti alla Grande Panda, manterrà però quell’identità di auto accessibile che ha fatto la fortuna del modello.

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