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Fiat Bravo HGT: la hot hatch italiana che sfidò la Golf GTI

Di Simone Fiderlisi
Pubblicato il 9 nov 2025
Fiat Bravo HGT: la hot hatch italiana che sfidò la Golf GTI
Approfondimento sulla Fiat Bravo HGT: caratteristiche tecniche, il confronto Top Gear con Golf GTI e Peugeot 306 GTI, prestazioni e il suo ruolo tra le hot hatch degli anni '90.

Nel panorama delle compatte sportive degli anni ’90, poche vetture hanno saputo incarnare lo spirito italiano con la stessa intensità della Fiat Bravo HGT. Siamo di fronte a una vera e propria hot hatch di razza, nata in un’epoca in cui il piacere di guida e il carattere meccanico contavano ancora più dei numeri sul cruscotto. Non è solo una questione di prestazioni: è una faccenda di stile, di anima e di quella passione tutta nostrana che trasuda da ogni dettaglio di questa compatta torinese. La Fiat Bravo HGT è una di quelle auto che, una volta provata, lascia il segno e resta impressa nella memoria degli appassionati, nonostante un destino commerciale segnato dall’ombra ingombrante della rivale tedesca per eccellenza, la Golf GTI.

Sotto il cofano della Fiat Bravo HGT pulsa il celebre motore 2.0 20 valvole, un propulsore aspirato che deriva direttamente dalla sportivissima Coupé Fiat. Inizialmente accreditato di 147 CV, il quattro cilindri venne successivamente potenziato a 155 CV con il restyling di metà carriera, portando la compatta torinese a sfiorare i 215 km/h e a bruciare lo 0-100 km/h in appena 8,5 secondi. Numeri che, all’epoca, la ponevano sullo stesso piano delle migliori rivali europee, a partire proprio dalla Golf GTI, vero e proprio riferimento del segmento. Ma non era solo una questione di dati sulla carta: la Fiat Bravo HGT sapeva regalare emozioni autentiche, grazie a un’erogazione corposa e lineare e a una voce metallica che, all’aumentare dei giri, sapeva scatenare il sorriso anche sui volti più compassati.

Il confronto tra la Fiat Bravo HGT e la Golf GTI non era solo una battaglia di prestazioni, ma una vera e propria sfida di filosofia costruttiva. Se la tedesca puntava tutto su affidabilità, rigore teutonico e una rete vendita capillare, la torinese rispondeva con uno stile aggressivo e soluzioni tecniche che la rendevano unica nel suo genere. Non a caso, questa rivalità venne immortalata in una memorabile puntata di Top Gear, dove la Fiat Bravo HGT riuscì a sorprendere tutti battendo la più blasonata rivale nella drag race, nonostante i dati ufficiali la dessero leggermente sfavorita. In quella stessa occasione, fece capolino anche la Peugeot 306 GTI, una delle francesi più vivaci e scattanti, che seppe mettere in difficoltà entrambe le contendenti soprattutto nelle partenze da fermo, a conferma di quanto il segmento delle hot hatch fosse animato da una competizione serrata e da modelli carichi di personalità.

Esteticamente, la Fiat Bravo HGT non passava certo inosservata. Spoiler posteriore, minigonne, cerchi in lega specifici e assetto ribassato raccontavano a prima vista la sua indole sportiva. Non era la solita utilitaria vitaminizzata, ma una compatta dal look deciso, pensata per chi voleva distinguersi e vivere ogni viaggio con il piede destro ben affondato sull’acceleratore. Il tutto condito da un abitacolo che, pur senza eccessi, offriva un ambiente raccolto e orientato al piacere di guida, con sedili avvolgenti e una strumentazione chiara e completa.

Eppure, nonostante queste qualità, la Fiat Bravo HGT dovette fare i conti con una realtà commerciale meno rosea del previsto. La Golf GTI poteva contare su una fama ormai consolidata e su una clientela fedele, mentre la torinese pagava lo scotto di una percezione di affidabilità inferiore e di una rete di assistenza meno capillare. La sua carriera si concluse nel 2001, lasciando il testimone alla Fiat Stilo, una compatta tecnologicamente più avanzata ma incapace di replicare il carisma e l’appeal della sua progenitrice tra gli appassionati delle vere hot hatch.

Oggi, a distanza di oltre vent’anni dal suo debutto, la Fiat Bravo HGT è diventata un piccolo oggetto di culto tra i collezionisti e gli estimatori delle sportive italiane. Il suo valore storico continua a crescere, spinta dalla nostalgia per un’epoca in cui il piacere di guida veniva prima di tutto, e dalla consapevolezza di trovarsi di fronte a una delle ultime vere compatte sportive “vecchia scuola”. Una degna erede di una tradizione che ha visto protagoniste auto iconiche come la Uno Turbo, la Punto GT e la Tipo Sedicivalvole, capaci di emozionare ancora oggi chiunque sappia riconoscere il fascino di una meccanica sincera e di uno stile inconfondibilmente italiano.

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