Ferrari F40 del figlio di Saddam Hussein: il ritrovamento e il restauro
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La storia della Ferrari F40 appartenuta a Uday Hussein, figlio del dittatore iracheno Saddam Hussein, è un viaggio affascinante tra mistero, potere e rinascita. Questo iconico capolavoro dell’ingegneria automobilistica italiana, prodotto in soli 1.337 esemplari, ha vissuto decenni di oblio prima di essere riportato alla luce, trasformandosi in un simbolo di speranza e riscatto.
Una supercar come nessun’altra
La supercar, sottratta a uno sceicco kuwaitiano durante l’invasione irachena degli anni ’90, fu trasportata clandestinamente prima in Turchia e poi nascosta in un magazzino nel Kurdistan iracheno. Auto storiche come questa non sono solo macchine, ma veri e propri scrigni di racconti che intrecciano lusso e turbolente vicende politiche. Con il crollo del regime di Saddam Hussein, molti beni della famiglia dittatoriale vennero dispersi, alimentando leggende su tesori perduti. La Ferrari F40 divenne così oggetto di miti e speculazioni tra collezionisti e appassionati.
Nel 2015, l’intraprendente collezionista Mazan Amin iniziò una ricerca basata su una fotografia trovata online. Grazie alla sua determinazione e alle testimonianze raccolte, riuscì a localizzare l’auto in un magazzino di Erbil. La scena del ritrovamento era surreale: la supercar giaceva coperta da uno spesso strato di polvere, con pneumatici appoggiati sulla sua preziosa carrozzeria, sorvegliata da guardie armate. Nonostante un’offerta immediata di 300.000 dollari, le complesse normative sull’esportazione impedirono ad Amin di completare l’acquisto.
Tutto documentato
La svolta nella storia della vettura avvenne quando lo YouTuber Ratarossa documentò il suo restauro. Affidata a un esperto belga, la Ferrari fu riportata alla sua gloria originale. L’intervento si concentrò sul vano motore e sui sistemi elettronici, permettendo al potente motore V8 biturbo da 480 cavalli di tornare a ruggire. Il restauro non solo ha ripristinato la funzionalità dell’auto, ma ha anche ridato vita a un pezzo unico di storia automobilistica.
Una volta completato il restauro, la Ferrari F40 fu messa in vendita per oltre un milione di euro, trovando infine un nuovo proprietario in un facoltoso collezionista dell’Arabia Saudita. Questo evento ha segnato l’inizio di una nuova era per la vettura, trasformandola in un simbolo di resilienza e bellezza senza tempo.
La rinascita è tangibile
La rinascita di questa Ferrari non è solo una storia di restauro automobilistico, ma un esempio di come i manufatti possano incarnare memorie collettive e individuali. Ogni dettaglio, dal design aerodinamico al rombo del motore, racconta una storia di eccellenza italiana e di passione per le auto storiche. La sua resurrezione è una testimonianza tangibile del legame tra tecnologia, arte e cultura.
Oggi, la Ferrari F40 di Uday Hussein rappresenta molto più di un’auto da collezione. È un monumento alla complessità della storia umana, un intreccio di politica, lusso e ingegno meccanico. Il suo viaggio, dalle polveri del Kurdistan ai saloni dei collezionisti, continua ad affascinare il mondo, ricordandoci che ogni macchina ha una storia da raccontare.
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