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Ferrari sfida il futuro: perché a Maranello non temono l’elettrico

Di Fabrizio Gimena
Pubblicato il 17 ott 2025
Ferrari sfida il futuro: perché a Maranello non temono l’elettrico
Ferrari svela il piano al 2030: 20 nuovi modelli, Elettrica nel 2026, mix di gamma 40% ICE/40% ibridi/20% EV, apertura flagship e obiettivi ambiziosi di decarbonizzazione.

La Ferrari si trova oggi a un crocevia che pochi costruttori al mondo possono affrontare con la stessa audacia e rispetto per la propria storia. Nel cuore della Motor Valley, a Maranello, la Casa del Cavallino Rampante ha svelato una strategia che non si limita a rincorrere le mode del momento, ma intende ridefinire il concetto di eccellenza automobilistica proiettandolo verso il 2030. In questo percorso, tradizione e innovazione si intrecciano come i fili di una bandiera che non smette mai di sventolare, con la promessa di non tradire quell’anima racing che da sempre caratterizza il marchio.

Il piano industriale presentato da Ernesto Lasalandra, Chief Research & Development Officer, si distingue per un equilibrio che oggi appare quasi rivoluzionario: lo sviluppo dei motori ICE (Internal Combustion Engine) rimane centrale, ma con una nuova prospettiva, in cui l’innovazione tecnologica si mette al servizio delle emozioni di guida. I propulsori V6, V8 e V12, veri e propri monumenti della meccanica, saranno costantemente aggiornati per migliorare prestazioni ed efficienza, ma anche per rispettare le normative ambientali globali, senza mai sacrificare il sound e il carattere inconfondibile delle rosse di Maranello.

Nel prossimo quinquennio, la Ferrari lancerà ben 20 nuovi modelli, ma la vera novità è nel mix produttivo che verrà raggiunto entro la fine del decennio: il 40% della gamma sarà ancora affidato ai motori termici, un altro 40% alle soluzioni ibrido plug-in, mentre solo il 20% sarà rappresentato da modelli completamente elettrici. L’attesa per la prima Elettrica del Cavallino, denominata “Elettrica”, è palpabile: il debutto è previsto per la fine del 2026, e non si tratta solo di un nuovo modello, ma di una vera e propria rivoluzione nella storia della Casa.

Rispetto alle proiezioni diffuse nel 2022, questa roadmap segna un chiaro ribilanciamento, segno che a Maranello si preferisce la concretezza alle mode passeggere. Nonostante il clamore attorno alle EV (Electric Vehicle), la scelta di mantenere una quota rilevante di modelli ICE e ibridi risponde alla volontà di non snaturare l’identità del marchio. In questo contesto, la ricerca sugli efuel assume un ruolo chiave: questi carburanti sintetici rappresentano la chiave per garantire la decarbonizzazione senza rinunciare alle emozioni forti che solo un motore Ferrari sa trasmettere. La sfida, dunque, non è solo tecnologica, ma anche filosofica: trovare il giusto compromesso tra sostenibilità e piacere di guida, senza scendere a patti con la mediocrità.

Sul fronte commerciale, la strategia si fa altrettanto ambiziosa: l’obiettivo è aumentare del 20% la clientela attiva entro il 2030, arrivando a quota 90.000 clienti, senza però intaccare l’esclusività che ha reso la Ferrari un mito. A supporto di questa crescita, sono in programma l’apertura di flagship store a Londra e New York nel 2026, seguiti da centri Tailor Made a Tokyo e Los Angeles l’anno successivo, veri templi della personalizzazione su misura, dove ogni cliente può trasformare la propria vettura in un’opera unica.

Non meno rilevante è l’impegno sul fronte della sostenibilità ambientale. Gli obiettivi sono chiari e misurabili: ridurre del 90% le emissioni dirette (Scope 1 e 2) rispetto al 2021 e tagliare del 25% quelle indirette (Scope 3) entro il 2030 rispetto ai livelli del 2024. Si tratta di un percorso che richiederà profonde trasformazioni lungo tutta la filiera produttiva, dalla scelta dei materiali fino alla logistica, passando per l’efficientamento energetico degli stabilimenti. In questo scenario, la decarbonizzazione non è solo una parola d’ordine, ma un imperativo etico che guida ogni scelta strategica.

Naturalmente, una transizione così graduale e ponderata non manca di suscitare dibattito. C’è chi la giudica troppo prudente, in un mercato che sembra spingere verso l’elettrificazione totale, ma tra gli appassionati e gli addetti ai lavori la scelta di preservare i motori termici e di investire sugli efuel viene letta come una garanzia di autenticità. D’altronde, la vera sfida sarà quella di coniugare la leggerezza e la dinamica di guida che hanno reso celebre la Ferrari con le esigenze di una mobilità sempre più green, senza che il fascino del marchio venga diluito nella banalità di una transizione forzata.

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