Range Rover: 40 anni molto ben portati

Andrea Tomelleri
06 Giugno 2010
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Range Rover: 40 anni molto ben portati

La regina del 4×4 (moderno) festeggia il 17 giugno i 40 anni dalla presentazione nel 1970. Da allora, tre generazioni ne hanno fatto un’icona

La regina del 4×4 (moderno) festeggia il 17 giugno i 40 anni dalla presentazione nel 1970. Da allora, tre generazioni ne hanno fatto un’icona

Il prossimo 17 giugno la Range Rover compirà i suoi primi 40 anni. Alla soglia degli “anta” la fuoristrada inglese può tracciare un bilancio di tutto rispetto, con la consapevolezza di aver rivoluzionato il mondo di intendere il fuoristrada. La Range ha unito per la prima volta diverse qualità in uno stesso veicolo, in tempi non sospetti in cui la parola “crossover” o “SUV” ancora non facevano parte del vocabolario dell’auto.

La Range è stata infatti la prima auto pensata per offrire elevate capacità nell’off road assieme ad un allestimento confortevole e lussuoso. Oggi quasi tutti i costruttori, anche i blasonati marchi premium, hanno nella loro gamma un modello che riprende questa filosofia. Tuttavia la Range è diversa, differente dalle altre ma sempre uguale a sé stessa.

La Range Rover è forse il prodotto più di successo di Land Rover soprattutto a livello di percezione collettiva più che di volumi di vendita, tanto da identificare spesso l’intero marchio. “Land Rover ha una storia unica di innovazione nel prodotto – ha sottolineato Phil Popham, Managing Director di Land Rover – ma la Range rimane probabilmente la vettura storicamente più importante che abbiamo mai lanciato”.[!BANNER]

La Range Rover ha attraversato fino a oggi tre generazioni compresa quella attuale, lanciata nel 2001, ma ha mantenuto sempre immutata la formula delle origini: essere un veicolo in grado di essere utilizzato un po’ in tutte le situazioni e cavarsela egregiamente. “La Range è veramente quattro veicoli in uno – ha continuato Popham – ovvero un’auto di lusso che può essere utilizzata per sette giorni alla settimana da diversi target di clienti”.

Le origini del mito Range

“L’idea era quella di combinare il comfort e la guidabilità di una berlina Rover con le qualità fuoristradistiche di una Land Rover. Nessuno l’aveva mai fatto”. Così Charles Spencer ‘Spen’ King, padre progettuale della Range Rover, ha spiegato il concetto embrionale da cui si sviluppò poi la regina indiscussa del fuoristrada di lusso.

Il riferimento alle berline Rover nelle parole di ‘Spen’ King non è affatto casuale, dal momento che aveva lavorato per anni nella casa inglese: quello della Range era uno dei suoi primi incarichi in Land Rover, all’epoca la divisione 4×4 di Rover. In realtà la Land, che avrebbe poi fatto la sua fortuna di progettista, era già nel suo sangue: erano stati infatti proprio due suoi zii, i fratelli Spencer e Maurice, a dare vita a quella famiglia di modelli nel 1948.

Ma la storia della Range ha probabilmente inizio alla metà degli anni Sessanta, quando un gruppo di ingegneri Rover si recò in America cercando di capire come aumentare le vendite sul mercato a stelle e strisce, in forte espansione in quegli anni. Proprio a seguito di quel viaggio vene individuata la mancanza nell’intero panorama automobilistico di un modello perfettamente a suo agio sui fondi più difficili – come del resto lo erano le Land Rover – ma che fosse al tempo stesso confortevole e rilassante su strada, prima ancora che lussuoso.

In realtà la Range non fu immediatamente destinata agli Stati Uniti, dove sarebbe sbarcata solo 17 anni dopo, nel 1987. “Non penso che ci fosse una reale urgenza di andare negli Stati Uniti e inoltre l’allora nuova legislazione sulla sicurezza e sulle emissioni era troppo costosa da ingegnerizzare” ha spiegato King.

Range: capitolo uno

Furono costruiti solo dieci prototipi prima che il modello di serie uscisse dalle linee produttive di Solihull, nelle West Midlands. Il nome “Range” fu scelto dal designer Tony Poole dopo che furono accantonate la denominazione “Velar” (che richiamava l’omonimo termine spagnolo e l’italiano “Velare”),”Panther” e “Leopard”.

Quando fu presentata ufficialmente alla stampa il 17 giugno del 1970 in Cornovaglia (con un test drive nelle vicine miniere di stagno di St. Agnes), la brochure riportava lo slogan “The most versatile motor car in the world”, che ben esemplifica la principale qualità del veicolo. Le molteplici possibilità di utilizzo si accompagnavano a molteplici target di clientela: dal manager rampante al contadino, dal militare in pensione al cacciatore, tutti potevano essere degli acquirenti dalla nuova Range Rover.

Sebbene gli interni fossero rifiniti quanto quelli di una berlina, non si potevano certo definire lussuosi. In più, l’originale Range Rover aveva solo la carrozzeria a tre porte ed era disponibile esclusivamente con il cambio manuale. Le vendite, comunque, furono fin da subito eccellenti nonostante gli inevitabili limiti del progetto.

La qualità dei rivestimenti interni fu migliorata quasi subito mentre per aggiornamenti più consistenti si dovette aspettare fino al decennio successivo: gli anni Settanta non furono un periodo molto florido per l’industria automobilistica di Sua Maestà e del resto la Range vendeva bene, un motivo in più per ridurre al minimo il budget per l’aggiornamento.

La versione a cinque porte arriverà nel 1981 mentre il cambio automatico nel 1982. Negli anni Ottanta il modello cominciò ad essere aggiornato con regolarità e divenne così sempre più lussuoso. Nel 1989 il propulsore V8 di 3.5 litri in alluminio è stato potenziato portando la cilindrata a 3.9 litri e poi a 4.2 litri nel 1992. Il cambio automatico a tre marce di origine Chrysler nel 1985 è stato sostituito da una più efficiente trasmissione a quattro rapporti dell’italiana ZF. A seconda dei mercati, erano previste anche più economiche motorizzazioni turbodiesel.

Range: capitolo due

La seconda generazione della Range è conosciuta con il codice di progetto P38a, dalla denominazione del capannone in cui fu sviluppata nella fabbrica di Solihull. Presentata nel 1994, portava i concetti base del precedente modello ad una dimensione più evoluta. Negli interni l’impostazione lussuosa era sottolineata dall’uso estensivo di materiali pregiati come la pelle per i rivestimenti dei sedili e dei pannelli porta.

La gamma di motorizzazioni comprendeva un turbodiesel di 2.5 litri di origine Bmw e il precedente motore Rover nelle due versioni da 3.9 e 4.6 litri. Nella motorizzazione top di gamma la Range Rover superava i 200 km/h di velocità massima e accelerava da 0 a 100 km/h in 9.3 secondi. Le sospensioni erano regolabili in altezza ed erano offerte di serie, contribuendo a migliorare sia il comfort su strada che le capacità nell’off road.

Range: capitolo tre

La terza ed attuale generazione della Range Rover, nome di progetto L322, è stata presentata nel 2001 e ha rappresentato un grande salto in avanti nel segmento, che nel frattempo si era affollato di concorrenti sicuramente meno nobili ma molto agguerrite, come la Mercedes Classe M e la Bmw X5. Tra le novità del modello c’erano una nuova monoscocca con una maggiore rigidità, le ruote a sospensioni indipendenti e degli interni degni di una Rolls in fatto di materiali e finiture.

Nel progettare l’abitacolo i designer hanno preso ispirazione da prodotti totalmente differenti tra loro come gli yacht, gli interni dei jet o l’alta gioielleria. Elementi diversi sono stati combinati per ottenere un insieme coerente di legno e pelle, definito da molti come l’abitacolo più raffinato nel panorama motoristico.

I motivi del successo

“Non è difficile capire perché la Range Rover abbia avuto così tanto successo. Come la versione attuale, la Range originale è semplice ma al tempo stesso un’icona nel mondo dell’auto.” Così dalle parti di Solihull si spiegano la fortuna del loro modello più celebre.

La linea è immediatamente riconoscibile grazie a pochi elementi stilistici che ne definiscono la personalità: il frontale verticale, la fiancata alta, le proporzioni tra la vetratura e la carrozzeria e il posteriore inclinato. “Una Range si può descrivere con tre o quattro linee su un pezzo di carta – spiega il responsabile dello stile Geoff Upex – anche un bambino potrebbe disegnarla e sarebbe subito riconoscibile allo stesso modo di una Mini, di una Porsche o di un Maggiolino.

Lo stile è stato sempre accompagnato da una adeguata tecnologia: il motore è fin dalle origini in alluminio, una soluzione che la distingueva da tutte le 4×4 allora presenti sul mercato. Ma l’alluminio venne utilizzato anche per la struttura e per tutti i pannelli della carrozzeria (tranne il cofano e il portellone posteriore) ottenendo così una sensibile riduzione di peso. Di generazione in generazione, l’utilizzo dell’alluminio è stato sempre più esteso e sulla generazione attuale riguarda anche i pannelli delle porte e il cofano, permettendo un risparmio di circa 40 kg.

Nel 2010 il primato tecnologico arriva dalla multimedialità: la Range Rover è stata infatti la prima auto al mondo a montare lo schermo a centro plancia con tecnologia “dual-view”, che permette di visualizzare due immagini diverse a seconda dell’angolazione. In questo modo il guidatore può ad esempio seguire le indicazioni del navigatore mentre il passeggero guarda un DVD, senza rischi per la sicurezza.

Range Rover: i suoi primi 40 anni

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