Lomellina, Aniene e Solunto: che spettacolo!

Francesco Giorgi
27 Marzo 2010
Lomellina, Aniene e Solunto: che spettacolo!

I castelli fra Milano e Pavia; la risalita dell’Aniene da Roma al Monte Livata; alla scoperta di Solunto: tre proposte per il fine settimana

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I castelli fra Milano e Pavia; la risalita dell’Aniene da Roma al Monte Livata; alla scoperta di Solunto: tre proposte per il fine settimana

Due giorni (ma anche solo uno) di relax, alla scoperta dei piccoli segreti che il paesaggio e la cucina del nostro Paese sono in grado di offrire. Per questo fine settimana, abbiamo preparato tre itinerari: uno per il nord, uno per il centro e uno per il sud.

Nord: quattro passi fra castelli e risaie

Un itinerario che si snoda attraverso i pioppeti e le risaie, lungo piacevoli stradine che, anche nei fine settimana, risultano poco battute dal turismo “dietro l’angolo”. La Lomellina, a una mezz’ora di auto da Milano e raggiungibile in poco tempo anche dalla Liguria, dal Piemonte e dall‘Emilia, in primavera regala dei momenti di piacevole relax. D’obbligo, se la giornata lo permette, una escursione sul Parco del Ticino.

Il tour, che può essere anche suddiviso in due giorni, è l’occasione per una riscoperta dei Castelli della Lomellina. Si può dire che ogni località abbia il proprio maniero. A Cozzo il Castello Gallarati. A Frascarolo il Castello di probabile origine viscontea (a testimonianza un bassorilievo con il Biscione nello stemma murato sopra l’ingresso).

A Lomello il maniero dalle stanze affrescate nel Cinquecento, la Chiesa di S. Maria Maggiore (X secolo, costruita su rovine romane) e il Battistero di San Giovanni ad Fontes, del V secolo. A Pieve del Cairo, nella piazza principale, sorge il Castello Beccaria, del XII secolo: venne distrutto dal Barbarossa e poi ricostruito.

A Sartirana il Castello dei Duchi di Sartirana, del XIV secolo e ampliato nella seconda metà del Quattrocento e in parte trasformato nel XVII secolo. A Scaldasole, il Castello Folperti, del XII secolo: raccolte di carrozze del XIX secolo, collezioni di armi antiche e la raccolta archeologica di Antonio Strada, che presenta reperti che vanno dall’epoca neolitica al periodo longobardo.

L’itinerario: Da Milano uscire al casello autostradale di Bereguardo (km 25); raggiunto il paese, seguire in direzione Garlasco (39 km); proseguire per Valeggio (47 km) fino a Scaldasole (55 km); prendere a destra verso Lomello (68 km) e, attraverso la Strada Provinciale della Lomellina, raggiungere Pieve del Cairo (77 km). Si costeggia il Po, si raggiunge Frascarolo (88 km), Sartirana (98 km), Candia Lomellina (108 km). Proseguire verso Mortara (122 km), Vigevano (135 km) per fare ritorno a Milano (170 km).

Dove mangiare: A Cozzo: ristorante Al Castello di Cozzo (cucina tradizionale, prezzo medio 30 – 50 euro); a Bereguardo (frazione Zelata): Trattoria Ticino (immancabili risotti, pasta fatta in casa, riso biologico; prezzo medio 15 – 35 euro); a Trivolzio (loc. Cascina Viscontea) La Gallina Fumante (piatti tradizionali, locale tipico; prezzo medio 25 – 30 euro); a Vigevano: La Corte (specialità culinarie della Lomellina, ricca scelta di vini; prezzo medio 30 – 50 euro); La Frottola (ambientazione medioevale, specialità di carne, anche per spuntini; prezzo medio 25 – 45 euro); “Il Boschetto” (in Via Lungo Lido Ticino; antipasti a buffet, secondi di carne e pesce; prezzo medio 20 – 40 euro); a Pieve del Cairo: “Del Buongustaio” (sulla Statale Lomellina; cucina tradizionale; prezzo medio: 25 – 45 euro); a Valeggio Antica Hosteria Castello (cucina tradizionale e piatti di stagione; prezzo medio 15 – 35 euro); a Ottobiano: ristorante “La Risaia” (in piazza Italia; cucina tradizionale della Lomellina; prezzo medio 15 – 30 euro); a Semiana (6 km da Lomello): Agriturismo Cascina Corte Grande (possibilità di pernottamento, gite a cavallo, acquisto di prodotti della azienda agricola).

Centro: da Roma alle sorgenti dell’Aniene

Poco oltre la metropoli, regna la natura. Basta superare il Grande Raccordo Anulare per incontrare un itinerario classico per chi, a Roma, ci abita, ma nello stesso tempo da scoprire se si vuole effettuare una visita che non contempli solo la Capitale. Si attraversa, infatti, la Valle dell’Aniene.

La prima sosta, d’obbligo, è a Villa Adriana (a 5 km dall’abitato di Tivoli). Un tempo, era quasi una città, con palazzi, terme, teatri, stadi sportivi, basiliche, piscine e giardini adagiati su centinaia di ettari di terreno. Il complesso edilizio che l’Imperatore Adriano concepì, a partire dal 125 d.C., all’epoca era il più grande mai creato dall’uomo.

Villa d’Este e i suoi giardini sono”l’altro” pretesto per una sosta a Tivoli. La villa, costruita nel Cinquecento, non è però l’attrazione più importante. Per questo, ci sono i suoi giardini: viali alberati, terrazze fiorite, scale, giochi d’acqua, la Fontana del Bicchierone, che venne realizzata dal Bernini, il Viale delle Cento Fontane che fu di ispirazione a Gabriele D’Annunzio; e l’organo ad acqua, sono fra i più notevoli esempi di ingegneria idraulica.

Una deviazione, superato San Polo de’ Cavalieri, conduce a Castel Madama, dove sorge il maniero che apparteneva agli Orsini (visite solo a gruppi di persone). Tornati sulla strada principale, si incontra subito Vicovaro, da dove si può effettuare una deviazione “naturalistica” alla volta del Parco dei Monti Lucretili.

L’ultima parte dell’itinerario interessa Subiaco e l’ascesa al comprensorio del Monte Livata. A Subiaco, la “città dei monasteri”, impossibile non fermarsi per una visita, anche breve, al Monastero di Santa Scolastica e a quello di San Benedetto, il Santo Speco, preceduto da un viale di lecci e formato da due chiese sovrapposte e collegate fra loro da un intrico di corridoi e cappelle scavate nella roccia.. Per una visita un poco più approfondita, si può prendere in considerazione anche la Villa che Nerone fece erigere attorno al 60 d.C.

L’itinerario: Da Roma si imbocca la Strada Statale 5 Tiburtina (28 km), si prosegue per la Strada Provinciale Maremmana Inferiore (SP51ab, 29 km); si raggiunge Villa Adriana e, proseguendo, Tivoli (35 km). A 17 km dall’incrocio con la Tiburtina si raggiunge Subiaco. Da qui, si prosegue per 15 km e si arriva sul Monte Livata (1.500 m sul livello del mare).

Dove mangiare: “Mangiar bene, mangiar sano, mangiar romano”. Un detto popolare del quale, tuttavia, è bene dubitare. La cucina locale, infatti, è appetitosa, ma non sempre digeribile con facilità. Meglio andare alla scoperta delle specialità preparate dai molti locali tipici della zona (ce ne sono in abbondanza).

A Tivoli: ristorante Il Ciocco (ricavato in una grotta; specialità tradizionali, anche pesce; prezzo medio 35 – 55 euro); ristorante Vesta (specialità tipiche, meglio prenotare; prezzo medio 40 – 60 euro); ristorante Sibilla (menu tradizionali; prezzo medio 20 – 30 euro); ristorante Antiche Terme di Diana (all’interno di un antico edificio pubblico romano; cucina tradizionale; prezzo medio 20 – 50 euro); a Vicovaro: ristorante La Spiaggia (vista sul laghetto artificiale dove confluiscono le acque dell’Aniene; cucina casalinga, piatti tradizionali; prezzo medio: 15 – 30 euro); a Subiaco: ristorante “Il Cantuccio” (in via Fabio Filzi; cucina casalinga e tradizionale; prezzo medio 15 – 35 euro); ristorante Belvedere (antica tradizione, piatti tipici; anche Bed & Breakfast; prezzo medio 40 euro); verso il Monte Livata: ristorante Al Boschetto (via Piana di Livata km 3,100; cucina tradizionale, prezzo medio 25 – 50 euro).

Sud: Da Palermo alle Madonie

Uno spicchio di Targa Florio: Buonfornello, Campofelice e Collesano sono tre località interessate da questo itinerario, sulla costa nord della Sicilia. E che (guarda caso) interessano una parte dello storico tracciato della “Targa”.

Se le giornate sono soleggiate (e per questo fine settimana il meteo, a Palermo e dintorni, sembra dica bene), questo tour è l’ideale per assaporare i panorami e le attrattive della costa nord della Sicilia.

Superata Palermo, infatti, si va… a caccia di antiche vestigia. Buonfornello, sulla costa, offre al visitatore le rovine di Imera, una colonia greca risalente al VII secolo a.C., con importanti resti di un tempio dorico (Tempio della Vittoria).

Proseguendo per Caccamo (gli appassionati conoscono questa zona, almeno di nome, per essere il percorso della cronoscalata Termini-Caccamo. Ma l’occasione è ghiotta anche per “fare conoscenza” con il Castello in pietra calcarea, costruito verso la metà del XII secolo su una rupe a picco.

L’itinerario prosegue per Castelbuono, un borgo sorto per volontà dei Principi di Ventimiglia, in una pittoresca conca boscosa. Il paese è dominato dal Castello, fatto erigere nel XIV secolo. Se si dispone di una mezz’ora in più, la chiesa della Matrice Vecchia, risalente al 1300, merita una visita.

Per una nuova sosta, si può scegliere Cefalù, importante e pittoresca località ai piedi di una rupe a picco sul mare. E’ consigliato… lasciare la vettura sul lungomare e perdere un po’ di tempo nel centrale e animato corso Ruggero, dal quale si dipartono decine di viuzze fitte di botteghe artigiane. Si può ammirare la Cattedrale, fatta costruire da Ruggero il Normanno nel 1131, oppure salire fino alla Rocca che domina la cittadina.

A Santa Flavia, compiere una deviazione alle rovine fenicie (poi cartaginesi) di Solunto, che fu, assieme a Mozia e Palermo, una delle tre principali città puniche della Sicilia occidentale.

L’itinerario: da Palermo si imbocca la Strada Statale 113 – Settentrionale Sicula, verso Bagheria (14 km). Si continua per Ponticello e Santa Flavia (23 km). La visita a Solunto impone una deviazione. Ritornati sulla SS 113, si prosegue per Termini Imerese (km 44). Qui si può scegliere: se prendere la deviazione per Caccamo (consigliata!), oppure seguire la Statale fino a Buonfornello e Cefalù (80 km). Si mantiene la costa per Castel di Tusa, Santo Stefano di Camastra (112 km). Si torna a Cefalù e, da qui, si sale a Castelbuono (150 km). Proseguire per Isnello (163 km) e Collesano (173 km). Come ultima “tappa”, si scende nuovamente verso la costa fino a Campofelice di Roccella (185 km).

Dove mangiare: A Bagheria: ristorante Don Ciccio (cucina regionale, prezzo medio 25 – 30 euro); ristorante Al Carretto (specialità tradizionali, prezzo medio 25 – 50 euro); ristorante Buttitta (cucina tipica, prezzo medio 20 – 50 euro); ristorante Al Baglio (tradizionale, prezzo medio 20 -50 euro); a Cefalù: ristorante Martino Mogavero (tradizionale, prezzo medio 10 – 30 euro); ristorante Al Porticciolo (cucina tradizionale, prezzo medio 25 – 45 euro); ristorante Il Normanno (cucina tradizionale siciliana, prezzo medio 20 – 50 euro); a Scillato (8 km da Collesano): ristorante Il vecchio frantoio (agriturismo, prezzo medio per il pasto 15 – 35 euro).

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