Freni magnetici Stellantis: la soluzione contro le emissioni da attrito
:format(webp)/www.motori.it/app/uploads/2025/09/wp_drafter_3650125-scaled.jpg)
Nell’era in cui la mobilità si reinventa a ogni curva, sorprende come le sfide ambientali portino a riscoprire soluzioni che sembravano archiviate nel cassetto della storia. Eppure, è proprio da qui che arriva l’ultima trovata di Stellantis, un colosso che dimostra ancora una volta come l’innovazione non sia solo una questione di rivoluzione, ma anche di raffinato recupero del passato. Il nuovo sistema di freni a tamburo magnetici, pensato per affrontare il nodo delle emissioni di particolato, si presenta come una risposta concreta e ingegnosa a un problema sempre più sotto i riflettori: le polveri sottili generate dalla frenata.
Chi pensava che il peggio fosse relegato ai tubi di scarico dei vecchi diesel, dovrà ricredersi. Oggi le emissioni di particolato dei sistemi frenanti sono al centro dell’attenzione, soprattutto alla luce delle nuove normative Euro 7 che puntano i riflettori anche sulle cosiddette emissioni “non tradizionali”. In questo scenario, il gruppo Stellantis si è mosso con lungimiranza, brevettando una soluzione che sfrutta le proprietà di un magnete integrato direttamente nei freni a tamburo. Un’idea tanto semplice quanto efficace: catturare alla fonte le particelle metalliche prodotte dall’attrito, impedendo che si disperdano nell’aria che respiriamo.
Il funzionamento di questo sistema è tanto intuitivo quanto geniale. All’interno del tamburo viene applicato uno speciale rivestimento magnetico, in grado di trattenere le particelle più fini e pericolose che si liberano durante ogni frenata. In questo modo, le polveri – spesso responsabili di effetti nocivi sulla salute, come hanno evidenziato recenti studi condotti nel Regno Unito – restano imprigionate all’interno del sistema e possono essere facilmente rimosse durante le normali operazioni di manutenzione. Un vantaggio doppio: da un lato si limita l’inquinamento, dall’altro si prolunga la vita dei componenti, riducendo anche i costi di gestione.
Non è un caso che Stellantis abbia scelto di puntare proprio sui freni a tamburo per questa innovazione. Sebbene nell’immaginario collettivo questi componenti possano sembrare superati rispetto ai più diffusi freni a disco, la loro struttura chiusa rappresenta l’ambiente ideale per la raccolta delle polveri. Al contrario, nei sistemi a disco, le particelle vengono inevitabilmente disperse nell’ambiente circostante, rendendo più complessa qualsiasi strategia di contenimento. Un dettaglio che, in tempi di crescente attenzione alle emissioni di particolato, assume un peso specifico non indifferente.
Il tema è particolarmente sentito anche nel mondo delle auto elettriche, dove la frenata rigenerativa contribuisce a ridurre lo stress sui freni tradizionali, ma non elimina del tutto il problema delle polveri. Modelli come la Fiat 500e, la Volkswagen ID4 e l’Audi Q4 e tron adottano già freni a tamburo posteriori, sfruttando la minore sollecitazione termica e i vantaggi di un sistema più “pulito” sotto il profilo della manutenzione. In questi veicoli, la soluzione magnetica di Stellantis potrebbe trovare un terreno particolarmente fertile, contribuendo a rendere la mobilità elettrica ancora più sostenibile.
Il valore aggiunto di questa tecnologia, però, non si limita alla semplice riduzione delle emissioni di particolato. L’introduzione di un magnete nei freni a tamburo apre la strada a una manutenzione più semplice e meno invasiva, poiché le polveri raccolte possono essere rimosse con facilità durante i tagliandi programmati. Questo significa non solo meno inquinamento, ma anche costi di gestione inferiori e una maggiore durata dei componenti, con benefici tangibili per automobilisti e officine.
In un momento storico in cui la normativa Euro 7 si appresta a rivoluzionare il settore, la mossa di Stellantis dimostra come la vera innovazione spesso consista nel guardare oltre l’ovvio, riscoprendo soluzioni apparentemente datate e adattandole alle esigenze del presente. L’adozione su larga scala di questi freni a tamburo magnetici potrebbe rappresentare un tassello fondamentale verso una mobilità più responsabile, in cui ogni dettaglio – anche il più insospettabile – viene ottimizzato per ridurre l’impatto ambientale.
Se vuoi aggiornamenti su News inserisci la tua email nel box qui sotto:
Ti potrebbe interessare
:format(webp)/www.motori.it/app/uploads/2025/09/wp_drafter_3650123.jpg)
:format(webp)/www.motori.it/app/uploads/2025/09/senza-titolo3F37E5FDA-9EA1-8D32-20B4-8937507440B9-scaled.jpg)
:format(webp)/www.motori.it/app/uploads/2025/09/wp_drafter_3650100-scaled.jpg)
:format(webp)/www.motori.it/app/uploads/2025/09/wp_drafter_3650098-scaled.jpg)