Mobilità sostenibile: i vantaggi del car pooling e degli altri servizi certificati

Redazione
28 Gennaio 2020
Car pooling

Condividere l’abitacolo con i colleghi, ma anche andare al lavoro in bici, a piedi o con la navetta aziendale, conviene: ecco quanto, all’atto pratico.

Trends: Car sharing

Facciamo un po’ di conti: quanto costa, all’automobilista medio, recarsi al lavoro, da solo, utilizzando quotidianamente la propria vettura? Su un tragitto nell’ordine di 29 km, e calcolando 20 centesimi di euro al km (importo calcolato sulle tabelle ACI), si arriva a 2.613 euro all’anno. Una cifra che, sebbene spalmata lungo l’arco di dodici mesi, anche se “non si sente”, alla fine arriva a pesare sul bilancio familiare. E c’è di più: oltre al portafoglio, l’utilizzo quotidiano di un’autovettura, per quanto meccatronicamente aggiornata dunque concepita “in favore di emissioni”, genera altre forme di disagio: ad esempio, contribuisce – seppure in maniera inconsapevole – all’aumento del traffico sulle nostre strade, comporta tempi più lunghi per recarsi al lavoro oppure per compiere le commissioni giornaliere; e ingombra, anche se le sue dimensioni esterne sono “small”.

Ovviamente, nessuna persona di buon senso si sognerebbe di imporre agli automobilisti l’acquisto di un determinato tipo di veicolo, qualora ciò andasse a discapito della imprescindibile libertà personale. Esistono, tuttavia, dei validi strumenti per intervenire in prima persona all’attenzione verso l’ambiente, limitare il traffico sulle nostre strade e, “last but not least”, risparmiare (il che non guasta mai).

Car pooling: cenni storici

Ci si riferisce, nello specifico, al ricorso al car pooling: modalità di trasporto da tempo (molto tempo: più di quanto si sia portati a pensare, come vedremo) ben radicata nei contesti urbani. Con questa pratica, tanto semplice quanto efficace per i benefici che ne derivano, la viabilità risulta meno congestionata, le emissioni da autotrazione diminuiscono; e la spesa media per cittadino si riduce. E che si tratti di una “filosofia” antica quasi quanto l’automobile, lo dice la storia: le prime iniziative di car pooling vennero organizzate negli Stati Uniti, all’epoca della Prima Guerra mondiale ed a causa di una fase di crisi economica dovuta alla sovrapproduzione, da alcuni automobilisti privati: l’obiettivo consisteva nell’offrire un posto auto al prezzo di un biglietto del tram. In Europa, il car pooling arrivò diversi decenni dopo; in Italia, in particolare, per una prima affermazione del car pooling, si dovette attendere l’inizio del nuovo Millennio, e una impennata derivante dalla crisi del 2008. Si tratta, quindi, di un fenomeno “antico” in senso assoluto e recente nella moderna accezione: quella, cioè, che tiene conto non soltanto del suo positivo impatto sui costi, ma anche sull’ambiente e sull’incidenza del traffico nel welfare. In anni ancora più vicini a noi, la progressiva introduzione dei servizi multimediali di supporto ai device portatili ha a sua volta portato ad un ulteriore “boom” dei programmi di car pooling, ai quali chiunque – previa registrazione in una App sviluppata specificamente – può, attraverso il proprio smartphone, avere accesso.

I tempi sono cambiati, anche in Italia

Ciò che cattura l’occhio dell’osservatore, nell’analisi dei dati che le società specializzate periodicamente elaborano, è un fatto che testimonia come anche da noi si inizia respirare aria di evoluzione nel quotidiano rapporto fra l’automobilista ed il proprio veicolo. Per alcuni anni, il car pooling è stato visto con diffidenza, se non addirittura bistrattato: in Italia, l’ipotesi di condividere con altre persone l’abitacolo della propria auto – da sempre considerata status symbol, a prescindere dal mutare delle mode – appariva per lo meno “strana” agli occhi di molti automobilisti. Le epoche, tuttavia, sono mutate; l’evoluzione dei costumi, cui non poco ha contribuito la delicata situazione economica che da un decennio abbondante si verifica nel nostro Paese, e le necessità di attenzione all’ambiente  (ed in queste settimane, in gran parte d’Italia i provvedimenti di blocco alla circolazione per diverse categorie “Euro” di autoveicoli, anche di recente costruzione, sono stati motivo di notevoli discussioni) hanno fatto sì che lo strumento del car pooling si affermasse progressivamente quale valida alternativa alla mobilità privata.

Quanto si risparmia con il car pooling aziendale

Ciò è ancora più vero se si analizzano alcune “aride cifre” (i “numeri” cui si faceva cenno in apertura): la volontaria rinuncia all’utilizzo quotidiano dell’auto privata si traduce, all’atto pratico, in un risparmio globale di 1.254.195 milioni di euro – calcolo effettuato, nel comparto del car pooling aziendale, bici, piedi e navette aziendali, tenendo appunto conto del costo medio al km percorso senza fare ricorso al car pooling, che le tabelle ACI (le quali considerano il costo del carburante e dell’usura del veicolo) – ed in un “taglio” di ben 832 tonnellate di CO2 nell’atmosfera. È, nel dettaglio, quanto emerge dal Rapporto annuale sulla Mobilità Sostenibile Aziendale elaborato sui dati del 2019 da Jojob, servizio che in Italia offre alle aziende uno strumento completo di welfare aziendale dal punto di vista della mobilità. Abbiamo volutamente fatto riferimento al car pooling aziendale in quanto quest’ultimo (insieme allo “strumento-cugino” car sharing) rappresenta un positivo metodo, per le aziende, le società e le pmi che hanno necessità di tenere sotto controllo, ottimizzandoli, i costi di gestione dei rispettivi parchi auto che detengono nelle proprie flotte. Oltre al positivo impatto sullo smog prodotto dalla quotidiana circolazione, dunque, nella scelta di ricorrere al car pooling aziendale il saving costituisce un fattore di primaria importanza.

Diamo ancora i numeri

Visto che… ci piacciono tanto (ed esemplificano in poche parole gli effetti positivi determinati dai moderni strumenti di mobilità), affidiamoci ancora un po’ alle cifre: il car pooling aziendale, osserva JoJob, ha permesso ai dipendenti un risparmio complessivo di quasi 5,9 milioni di km (-5.892.016 km), ben l’88% in più rispetto al 2018. Sempre in riferimento all’anno precedente, è da notare come, a tutto vantaggio del traffico veicolare, i km percorsi in car pooling da chi si è recato a lavoro – come si indicava in apertura, su una media di 29 km, e con 2,38 persone per auto – trasportando colleghi e amici (4.288.848 km) sono pressoché raddoppiati, andando così a togliere quasi 200.000 autovetture (197.595 auto in meno) dalle strade. Una diminuzione che, dal punto di vista della sostenibilità, ha il suo peso: 765.962 kg di CO2 (+81% rispetto al 2018) non sono stati emessi nell’atmosfera: ciò, in termini di paragone, corrisponde al diossido di carbonio che, qualora venisse emesso, richiederebbe un bosco di più di 38.000 alberi per la sua neutralizzazione. Ragionando in termini di risparmio monetario e sulla scorta delle tabelle ACI (0.20 euro/km), ciascun utente arriva a risparmiare in media 1.966,20 euro ogni anno, considerando che il costo medio per chi viaggia da solo sarebbe di 2.613 euro.

Trasporti condivisi e a basso impatto: sono più facili con le App

La diffusione e l’incentivo dei trasporti condivisi ed a basso impatto ambientale fra i dipendenti di un’azienda, attraverso un sistema di certificazione che fa ricorso alle applicazioni multimediali per smartphone dei percorsi casa-lavoro effettuati per mezzo del car pooling (ma anche in bicicletta, con le navette aziendali oppure a piedi) rappresenta, nello specifico, uno dei servizi che fanno parte della “mission” corporate di JoJob.

Non soltanto car pooling: la convenienza si ottiene anche con altri strumenti

Ovviamente, oltre alla condivisione dell’abitacolo di un’autovettura fra più persone per recarsi al lavoro, si devono tenere in considerazione anche altre modalità di spostamento (tutte, chiaramente, eco friendly): bici, a piedi, navette aziendali. Anche in questo senso, JoJob è in grado di fornire un utile prospetto che indica quanto ciascuna di queste modalità di spostamento è stata utilizzata negli ultimi mesi, e l’entità di aumento rispetto all’anno precedente. Il “lancio” dei servizi Bici, Piedi e Navette che il “service” ha portato all’esordio nel 2018 hanno, a questo proposito, permesso di evidenziare come:

  • l’utilizzo della bicicletta sia quintuplicato rispetto al 2018: in dodici mesi, sono stati percorsi 240.000 km, traducibili in un risparmio di 48.000 euro e nell’aver evitato l’immissione di 31.200 kg di CO2 nell’atmosfera
  • i dipendenti che raggiungono le rispettive sedi di lavoro a piedi hanno percorso, in totale, 50.649,7 km (l’aumento, in rapporto al 2018, è stato addirittura del 608%), con un risparmio economico di 10.129 euro e ambientale di 6.584 kg di CO2
  • l’utilizzo delle navette aziendali ha, infine, determinato nel 2019 una percorrenza totale di 220.092 km (con una crescita del 176% rispetto al 2018), ed ha comportato un risparmio globale di 44.018 euro ed un “taglio” di oltre 28 tonnellate (28.611 kg) di CO2 emesse nell’atmosfera.

Sempre più aziende si affidano al car pooling ed agli altri servizi certificati

È chiaro che la progressiva affermazione delle auto elettriche darà un significativo contributo all’abbattimento delle emissioni di CO2: ciò sarà tuttavia maggiormente sentito negli ambiti urbani. Il car pooling, invece, “Specialmente sulle tratte extraurbane continua a rappresentare la soluzione più immediata per ridurre il numero dei veicoli circolanti”, osserva Gerard Albertengo, amministratore delegato e fondatore di JoJob. Il “numero uno” del service specializzato nell’offerta di strumenti di mobility welfare alle aziende indica, sul consuntivo dell’anno che si è appena concluso e sulla stima del 2020, che “Il 2019 è stato l’anno della svolta per Jojob e ci prepariamo ad un 2020 ricco di importanti novità. Negli ultimi 12 mesi abbiamo superato il milione di euro risparmiato grazie al carpooling e i numeri dell’utilizzo della certificazione per Bici, Piedi e Navette sono cresciuti in maniera esponenziale, mostrando da una parte la capacità delle aziende nel comunicare il cambiamento, dall’altra la voglia da parte dei dipendenti di cercare modalità di spostamento alternative all’auto privata”.

E questa indicazione di crescita viene altresì avvalorata dalla sempre maggiore adesione di aziende che scelgono di affidarsi agli strumenti di controllo della mobilità virtuosa: nel dettaglio, sono 3.000 (il 50% in più rispetto al 2018) le aziende che scelgono le soluzioni di mobilità proposte da Jojob; fra queste, ben 260 (+44% sul 2018) sono grandi aziende. Tutte si dimostrano sensibili alla promozione non soltanto dei servizi di car pooling, ma anche degli spostamenti a piedi, in bici o con le navette aziendali.

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