Drifta al Passo Gardena: patente ritirata per guida pericolosa
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Un giovane automobilista di Ortisei è finito nei guai per guida spericolata lungo il suggestivo Passo Gardena, trasformato in un pericoloso circuito da evoluzioni al limite della legalità. Il ventisettenne, immortalato il 15 maggio scorso mentre effettuava drifting e sorpassi azzardati, è stato identificato dai Carabinieri di Brunico grazie a filmati che documentavano le sue infrazioni. Per lui, il risultato è stato il ritiro della patente e una multa salata.
Questo episodio è solo la punta dell’iceberg di un fenomeno preoccupante. Le strade delle Dolomiti, famose per i loro panorami mozzafiato, attirano sempre più automobilisti e motociclisti temerari che le utilizzano come circuiti improvvisati. Una pratica che non solo mette a rischio la sicurezza stradale, ma compromette anche l’equilibrio dell’ecosistema locale.
Controlli intensificati per arginare il fenomeno
I dati forniti dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Bolzano rivelano una situazione allarmante. Durante i controlli montani estivi, sono stati fermati 70 veicoli, di cui 40 motociclette. Il bilancio è pesante: 19 sanzioni amministrative, 3 patenti ritirate e un totale di 47 punti decurtati. Le violazioni più comuni includono la guida a velocità eccessiva, i sorpassi pericolosi, l’assenza di assicurazione e l’utilizzo di veicoli privi di revisione.
Questi numeri hanno spinto le autorità a intensificare la sorveglianza, specialmente nei mesi di maggiore affluenza turistica. L’obiettivo è duplice: proteggere la sicurezza degli utenti della strada e preservare il fragile ambiente naturale delle Dolomiti.
Un cambiamento culturale necessario
Oltre alle misure repressive, emerge la necessità di un approccio preventivo basato sulla sensibilizzazione. La sicurezza stradale e il rispetto per il patrimonio naturalistico delle Dolomiti richiedono un cambio di mentalità che vada oltre le semplici sanzioni. Campagne educative mirate potrebbero essere un passo importante per promuovere una guida responsabile.
L’episodio del giovane di Ortisei è un monito per tutti: automobilisti, motociclisti, forze dell’ordine e istituzioni locali. Solo attraverso un impegno collettivo sarà possibile trasformare queste strade, da luoghi di sfida per piloti improvvisati, in spazi sicuri e rispettati da tutti.
In definitiva, il Passo Gardena e gli altri passi dolomitici devono tornare a essere luoghi di contemplazione e bellezza, non teatri di pericolose corse clandestine. Il richiamo è chiaro: rispetto per la strada, per l’ambiente e per la vita altrui.
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