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Multa assurda in Minnesota: Dodge Charger elettrica punita per scarico rumoroso

Di Simone Fiderlisi
Pubblicato il 4 set 2025
Multa assurda in Minnesota: Dodge Charger elettrica punita per scarico rumoroso
Minnesota, Dodge Charger elettrica multata per eccessivo rumore dal sistema Fratzonic. Il caso apre il dibattito sui suoni artificiali e le normative sulle auto EV.

Un episodio che ha dell’incredibile e che fotografa, meglio di mille parole, le contraddizioni del nostro tempo: in Minnesota, una Dodge Charger elettrica è stata multata per “scarico rumoroso”. Sì, avete letto bene: un’auto a batteria, priva di qualsiasi propulsore termico, si è vista recapitare una sanzione per un rumore generato da un sistema totalmente artificiale. Un paradosso che ha fatto rapidamente il giro dei social, accendendo i riflettori su un tema ancora poco esplorato: l’adeguatezza delle normative rumore in un’epoca in cui le auto non fanno più rumore… almeno non quello tradizionale.

La vicenda, diventata virale grazie a un video pubblicato dal protagonista sul canale Distressed Media, sembra uscita da un film surreale. Mike, proprietario della Dodge Charger elettrica in questione, si trovava fermo a un semaforo nella cittadina di Stillwater quando è stato avvicinato da un agente della polizia statale. Il motivo? Un presunto “scarico troppo rumoroso”, una contestazione che suona decisamente anacronistica per chi conosce il funzionamento dei veicoli a zero emissioni. Ma la realtà, si sa, supera spesso la fantasia.

Il cuore della questione è il Fratzonic Chambered Exhaust, un sistema che la Casa americana ha sviluppato per restituire alle sue auto sportive americane quell’identità sonora che le ha rese leggendarie. Il sistema, infatti, non è altro che un sofisticato apparato di altoparlanti che riproduce fedelmente il rombo di un potente motore V8, pur in assenza di qualsiasi combustione interna. Un “trucco” pensato sia per ragioni di sicurezza – rendere l’auto percepibile ai pedoni – sia per non tradire lo spirito delle muscle car, da sempre sinonimo di emozioni forti e suoni inconfondibili.

Eppure, di fronte alle spiegazioni di Mike, l’agente è rimasto irremovibile: “Non discuto con lei, signore”, ha tagliato corto, staccando la multa senza se e senza ma. Un atteggiamento che la dice lunga su quanto le normative rumore siano ancora ancorate a un passato che non esiste più. Nonostante i ripetuti tentativi del proprietario di fissare un’udienza e chiarire la vicenda, la sanzione non risulta ancora registrata nei sistemi del tribunale della contea, lasciando la situazione in un limbo kafkiano che ha dell’assurdo.

Dodge Charger elettrica, una multa assurda?

Questa storia, oltre a strappare più di un sorriso amaro, solleva interrogativi cruciali sul futuro della mobilità elettrica e sulla capacità delle istituzioni di tenere il passo con l’innovazione. Il caso della Dodge Charger elettrica segna probabilmente un precedente: è la prima volta che un’auto a batteria viene multata per un suono generato esclusivamente da altoparlanti, senza alcun coinvolgimento di motori termici o sistemi di scarico convenzionali. Un episodio che mette a nudo la distanza siderale tra tecnologia e burocrazia, tra ciò che le auto sono oggi e ciò che la legge presume ancora che siano.

Non è un mistero che il tema del rumore auto elettriche sia destinato a diventare sempre più centrale nei prossimi anni. Da un lato, c’è la necessità di garantire la sicurezza sulle strade, rendendo le vetture silenziose percepibili a chi si muove a piedi o in bicicletta. Dall’altro, c’è la volontà di non rinunciare a quell’identità sonora che, specie nel caso delle auto sportive americane, rappresenta un vero e proprio marchio di fabbrica. In mezzo, ci sono normative spesso obsolete, incapaci di distinguere tra un rombo “vero” e uno sintetico, tra un pericolo reale e un semplice effetto speciale.

Il paradosso di Stillwater è destinato a fare scuola, perché mette nero su bianco una verità scomoda: la transizione verso l’elettrico non può limitarsi all’adozione di nuove tecnologie, ma richiede un profondo aggiornamento normativo e culturale. Serve una regolamentazione capace di riconoscere la natura ibrida delle auto di nuova generazione, che siano esse silenziose per scelta o rumorose per necessità. Perché, alla fine, il vero problema non è il rumore in sé, ma la capacità di chi scrive le regole di comprendere davvero ciò che accade sulle nostre strade.

In attesa che la vicenda trovi un epilogo – e che magari la multa venga annullata in nome del buon senso – resta la sensazione che le normative rumore siano oggi più che mai un terreno di confronto tra passato e futuro. Un futuro in cui le auto sportive americane potranno continuare a far battere il cuore degli appassionati, magari con un rombo “finto”, ma con la stessa carica emotiva di sempre. E in cui nessuno, si spera, dovrà più spiegare a un agente perché la sua auto elettrica fa rumore… anche se il motore non c’è.

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