Cosa rivorremmo della vecchia Formula 1

Andrea Tomelleri
16 Marzo 2016
Cosa rivorremmo della vecchia Formula 1

Sempre più moderna, tecnologica e avveniristica… ma siamo sicuri che la Formula 1 sia migliore oggi rispetto a ieri?

Trends: Formula 1

Sempre più moderna, tecnologica e avveniristica… ma siamo sicuri che la Formula 1 sia migliore oggi rispetto a ieri?

La Formula 1 rappresenta la massima espressione del motorsport e per questo ha appassionato milioni di persone in tutto il mondo fin dagli esordi. Negli anni, la Formula 1 è diventata sempre più sicura, etica e”pulita”, ma sempre meno coinvolgente, per non dire noiosa. Come risultato, stagione dopo stagione, si sta assistendo ad una progressiva perdita di interesse da parte del pubblico, non solo quello occasionale, ma anche quello più affezionato. Senza lasciarsi andare alla nostalgia, ci sono alcune cose del recente passato che di sicuro farebbero bene alla F1 attuale.

Meno ingegneria, più fattore umano

La scienza ingegneristica applicata ad ogni aspetto della Formula 1 ha portato a risultati impensabili fino a qualche anno fa, non solo nello sviluppo delle auto ma anche nelle strategie, nell’analisi dei dati e nelle scelte in gara. La F1 è diventata però una sorta di videogioco reale dove i protagonisti sono gli ingegneri dei vari team, che si sfidano a colpi di algoritmi e modelli matematici. I piloti di fatto eseguono gli ordini, cercando di portare la macchina al traguardo. Ma dov’è lo spettacolo? In pista rivorremmo la prevalenza del fattore umano, ovviamente non perfetto, ma proprio per questo più appassionante. I piloti dovrebbero tornare ad essere protagonisti, lasciando un ruolo marginale alla fredda logica dell’ottimizzazione delle prestazioni.

Dov’è il carattere dei piloti di un tempo?

I driver di oggi sono impeccabili uomini immagine, perfetti strumenti di marketing, professionisti del “politically correct”. Un po’ fa parte del ruolo, perché rappresentano gli ingentissimi interessi commerciali dei costruttori. Quello che manca però è la personalità, il carattere capace di mettere per una volta in secondo piano gli interessi, privilegiando invece l’istinto competitivo e la lotta in pista. Non rivogliamo una Formula 1 pericolosa, ma piloti amanti del rischio, capaci di osare quello che noi comuni mortali possiamo solo sognare e soprattutto in grado di coinvolgere i tifosi, dentro e fuori la pista.

Circuiti storici: la passione che non c’è più

Negli ultimi anni sono stati inseriti nel calendario tracciati di nuova concezione: sono piste di ultima generazione, supersicure, con strutture modernissime e ambientazioni di notevole effetto scenico in televisione. Basti pensare alle gare in notturna a Singapore, alla sabbia (finta) del Bahrein o ai megayacht di Abu Dhabi (Yas Marina). Il problema è che questi tracciati hanno disegni simili tra loro, senza alcuna trappola o sorpresa per i piloti. Queste caratteristiche, alla lunga, rischiano di annoiare non solo gli spettatori, ma addirittura gli stessi protagonisti a bordo delle monoposto. Inoltre, sono circuiti in Paesi che non hanno una tradizione negli sport motoristici e quindi non si respira l’atmosfera che si poteva vivere negli autodromi storici. Magny-Cours, Imola… torneranno mai in calendario?

Una Formula 1 a portata di tutti

I milioni di tifosi della Formula 1 meritano di poter seguire i Gran Premi interamente sulla tv pubblica, in modo gratuito. Invece l’attuale tendenza è quella di trasmettere sempre più gare sulla pay tv, una scelta che non tutti possono permettersi a causa della crisi economica. In Italia sono lontani i tempi in cui la Formula 1 veniva trasmessa totalmente in chiaro, dalle qualifiche alla gara. Anche in altri Paesi il mancato rinnovo dei diritti da parte di emittenti pubbliche sta spostando la F1 sui canali a pagamento. Recentemente in Spagna i Gran Premi sono passati dalla rete pubblica Antena 3 alla pay tv Movistar+. Dobbiamo rassegnarci, oppure un giorno la Formula 1 tornerà di nuovo gratis per tutti?

Un regolamento più semplice

Stagione dopo stagione la Formula 1 è diventata sempre più complicata. Oggi abbiamo un regolamento complesso, che avrebbe il compito di riportare lo spettacolo in pista, ma che risulta macchinoso e difficile da capire per gli addetti ai lavori, figuriamoci per i tifosi. In questo senso le nuove qualifiche ad eliminazione sono un’ulteriore incognita. Riusciranno a riportare nei Gran Premi lo show? Intanto i piloti temono una pista più trafficata, in cui sarà più difficile fare giri puliti e in cui aumenterà il rischio di collisioni. Sarà questo il rinnovato spettacolo di quest’anno?

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