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Cosa succede quando la batteria di un'auto elettrica segna 0%

Di Emanuela Termonte
Pubblicato il 2 giu 2025
Cosa succede quando la batteria di un'auto elettrica segna 0%
Un test rivela come le auto elettriche si comportano con batteria scarica: autonomia residua, messaggi di avviso e reazioni dei veicoli.

Quando il display di un’auto elettrica segna lo 0% di carica, l’immagine di un’auto ferma sul ciglio della strada può evocare preoccupazione, ma la realtà è più complessa e, fortunatamente, meno drammatica. Un recente studio condotto dalla rivista “c’t” in collaborazione con l’ADAC ha analizzato sei modelli di veicoli elettrici, rivelando che questi dispongono di una sorta di “riserva nascosta” simile a quella delle auto tradizionali.

Tra i modelli testati figurano Tesla Model Y, BYD Seal 85, Volkswagen ID.3, Nio EL6, Kia EV6 e Volvo EX40. Il comportamento delle vetture, man mano che la batteria si scarica, evidenzia un approccio progressivo. Al 20% di carica, tutti i sistemi e le funzionalità sono pienamente operativi, e l’autonomia residua raggiunge i 95 chilometri per la Tesla Model Y, mentre la Volvo EX40 si attesta sui 60 km.

Con il calo al 10%, iniziano a comparire avvisi visivi e alcune limitazioni di potenza, che si intensificano al 5%. Ma è allo 0% che emerge il dato più interessante: i veicoli attivano modalità di emergenza con potenza ridotta, consentendo di percorrere circa 10 chilometri a velocità moderata, intorno ai 100 km/h. Solo una volta esaurita questa riserva, l’auto si blocca completamente, richiedendo assistenza esterna.

Questo risultato è significativo, perché offre una prospettiva più rassicurante rispetto alla diffusa “ansia da ricarica“. La possibilità di percorrere ulteriori chilometri anche con la batteria apparentemente a zero, consente ai conducenti di raggiungere una colonnina di ricarica senza il panico di rimanere bloccati. Tuttavia, la pianificazione resta cruciale. Familiarizzare con le caratteristiche specifiche del proprio veicolo e adottare una strategia di ricarica consapevole può fare la differenza tra un viaggio sereno e uno stressante.

Ad esempio, per chi guida frequentemente in città o in zone con una rete di colonnine limitata, conoscere l’autonomia residua diventa essenziale. Ogni modello ha un comportamento diverso: la Tesla Model Y, con la sua maggiore autonomia, può offrire una maggiore flessibilità, mentre modelli come la Volvo EX40 richiedono una pianificazione più accurata.

Auto elettrica, gestione della batteria fondamentale

È interessante notare come i produttori abbiano implementato queste modalità di emergenza per garantire un livello minimo di mobilità anche in situazioni critiche. Questo rappresenta un passo avanti significativo nell’evoluzione delle batterie auto elettriche e nella gestione dell’energia. Non si tratta solo di tecnologia, ma di una risposta concreta alle esigenze dei consumatori, che sempre più spesso scelgono l’elettrico non solo per motivi ambientali, ma anche per la comodità e i costi operativi ridotti.

Per i nuovi acquirenti di veicoli elettrici, un consiglio utile è quello di testare il comportamento del proprio veicolo in condizioni di bassa carica, ovviamente in un ambiente sicuro e controllato. Questo permette di acquisire fiducia e comprendere come reagisce l’auto, riducendo così l’ansia da ricarica in situazioni reali.

Infine, questo studio mette in luce un aspetto cruciale per il futuro della mobilità elettrica: l’importanza di una rete di ricarica capillare e affidabile. Sebbene le riserve nascoste offrano un margine di sicurezza, una rete ben distribuita è fondamentale per rendere le auto elettriche una scelta sempre più pratica e accessibile. La transizione verso un futuro sostenibile passa anche da qui: garantire che ogni conducente possa viaggiare con serenità, senza il timore di rimanere senza energia.

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