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Cosa guidano i dipendenti di McLaren: tante sorprese

Di Simone Fiderlisi
Pubblicato il 25 ago 2025
Cosa guidano i dipendenti di McLaren: tante sorprese
Un viaggio tra le auto scelte dai dipendenti McLaren: storie di passione, affidabilità e pragmatismo dietro le quinte delle supercar.

C’è chi sogna auto di lusso fin da bambino, chi le guida ogni giorno per lavoro e chi, invece, preferisce la concretezza di una citycar per la vita di tutti i giorni. Eppure, proprio dove ci si aspetterebbe un’esibizione di cavalli e carrozzerie da sogno, tra le fila dei venditori McLaren, la realtà si tinge di sorprendente normalità. In un video che sta facendo il giro del web, pubblicato da RDSAutoGroup, i dipendenti della celebre casa inglese svelano senza filtri le proprie scelte automobilistiche, smontando stereotipi e raccontando una quotidianità fatta di praticità, affidabilità e una passione autentica che va ben oltre il badge sul cofano.

Entrare ogni mattina in un salone popolato da bolidi inglesi dal fascino irresistibile, con linee taglienti e prestazioni mozzafiato, non significa necessariamente portarsi a casa un gioiello a sei zeri. Anzi, la routine di chi lavora circondato dal lusso è spesso scandita da scelte ben più ponderate e, in certi casi, sorprendentemente economiche. Non è un caso che tra i protagonisti del video spicchi la storia di un dipendente che, dopo anni di fedele servizio con una Audi A4 del 2010, abbia deciso di puntare tutto sull’Audi A5 del 2014. Qui, la solidità tedesca si trasforma in valore aggiunto, preferendo la proverbiale affidabilità di Ingolstadt alla potenza sfrenata delle supercar che vende ogni giorno. Un segno che la vera soddisfazione, a volte, si trova nella certezza di arrivare sempre a destinazione, piuttosto che nel brivido del giro in pista.

Ma la varietà di scelte non si ferma certo qui. C’è chi ha percorso un viaggio automobilistico che è quasi un romanzo di formazione: dal rombo selvaggio di una Chevrolet Camaro Z28, vera icona americana, all’eleganza sportiva della Porsche Boxster del 2013. Una transizione che racconta non solo una maturazione personale, ma anche un nuovo modo di intendere la guida: meno ostentazione, più piacere autentico, un legame che si rafforza chilometro dopo chilometro. E proprio in questa trasformazione si coglie il senso più profondo della passione automobilistica, quella che va oltre il valore di mercato e si nutre di emozioni, ricordi, esperienze condivise.

Non mancano, poi, storie di chi ha fatto della semplicità una bandiera. Come il collaboratore che, prima di salire su quattro ruote, si spostava solo in bicicletta e che oggi, pur sognando una McLaren Artura, si accontenta di una vettura comune. O ancora chi, lasciata alle spalle una raffinata Lexus SC300, ha scelto la praticità della Honda CR V del 2004. Qui, la parola d’ordine è funzionalità: spazio per la famiglia, costi di gestione ridotti e quella sensazione di affidabilità che solo certi modelli sanno garantire, soprattutto quando la vita quotidiana richiede compromessi e soluzioni intelligenti.

La versatilità diventa così il vero filo conduttore delle scelte dei dipendenti McLaren. Emblematico il caso di chi alterna una Subaru Forester 2022 a una Jeep Wrangler 2020, adattandosi con disinvoltura alle esigenze del momento: un giorno l’avventura off-road, quello dopo la tranquillità della città. È la dimostrazione che la vera ricchezza, per chi ama le auto, non sta tanto nella cilindrata o nel lusso sfrenato, ma nella possibilità di scegliere il mezzo giusto per ogni occasione, senza mai rinunciare alla propria identità.

A colpire, nei commenti online, è il senso di rispetto e ammirazione che il pubblico ha riservato a queste storie. In un’epoca in cui il valore di un’auto sembra misurarsi solo a colpi di like e status symbol, emerge invece una consapevolezza nuova: la passione vera non si compra, si costruisce giorno dopo giorno, spesso lontano dai riflettori. Che si tratti di una supercar o di una familiare di seconda mano, il legame emotivo con il proprio veicolo è ciò che fa la differenza.

E così, tra un volante e un altro, i venditori McLaren ci insegnano che il vero lusso non è sempre quello che si vede, ma quello che si vive. La strada, dopotutto, è di chi la percorre con il cuore, indipendentemente dal logo che porta sul cofano.

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