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CATL lancia Naxtra: batterie al sodio fino al 70% più economiche

Di Simone Fiderlisi
Pubblicato il 29 dic 2025
CATL lancia Naxtra: batterie al sodio fino al 70% più economiche
CATL conferma la produzione di massa delle batterie al sodio Naxtra per il 2026: fino a 175 Wh/kg, performance a -40°C e applicazioni per auto, camion e stoccaggio. Mercato in crescita fino a 30 miliardi entro il 2036.

Nel panorama dell’innovazione automobilistica globale, un nuovo attore si prepara a riscrivere le regole del gioco: CATL si lancia in prima linea con una proposta destinata a scuotere il mercato delle batterie. La partita si gioca sulle batterie di nuova generazione, ma stavolta la rivoluzione parla il linguaggio del sodio, e promette di ridisegnare le strategie dei costruttori e degli operatori energetici di tutto il mondo.

Fino a ieri, quando si parlava di accumulatori per la mobilità elettrica, l’ago della bilancia pendeva tutto dalla parte del litio. Oggi, però, il colosso cinese ha deciso di sparigliare le carte, puntando su una tecnologia che potrebbe mettere in discussione i rapporti di forza consolidati. Ecco allora che le batterie sodio si candidano a diventare la soluzione più intelligente per chi cerca il giusto compromesso tra prestazioni, costi e affidabilità, soprattutto in contesti dove la densità energetica non è l’unico parametro da considerare.

La nuova frontiera si chiama Naxtra, un nome che, da solo, basta a evocare una promessa di cambiamento. CATL ha già fissato le tappe di questa rivoluzione: il lancio ufficiale del brand è previsto per aprile 2025, ma la vera svolta arriverà con la produzione 2026, quando le prime celle di nuova generazione usciranno dagli stabilimenti. Parliamo di accumulatori capaci di raggiungere i 175 Wh kg, un valore che, pur restando inferiore rispetto alle migliori celle al litio, apre la strada a una mobilità sostenibile e, soprattutto, accessibile.

Il vero asso nella manica? Il prezzo. CATL promette costi fino al 70% più bassi rispetto alle batterie tradizionali, una differenza che, in un mercato sempre più attento all’equilibrio tra spese e benefici, rischia di fare la differenza. Non solo: le batterie Naxtra vantano una straordinaria operatività in un range di temperatura compreso tra -40°C e 70°C, una caratteristica che le rende ideali per i climi più estremi e per applicazioni dove la robustezza è un requisito imprescindibile.

Ma dove, concretamente, questa tecnologia può fare la differenza? Gli analisti sono concordi: le batterie al sodio non sono nate per scalzare il litio ovunque, ma per ritagliarsi un ruolo di primo piano nei segmenti in cui il peso e l’autonomia passano in secondo piano rispetto a robustezza, economicità e sicurezza. Pensiamo ai veicoli commerciali, alle flotte aziendali, ai mezzi pesanti e, soprattutto, allo stoccaggio energetico stazionario. In questi contesti, la possibilità di disporre di accumulatori affidabili, a basso costo e con una gestione termica semplificata rappresenta un vantaggio competitivo non trascurabile.

Non a caso, CATL ha progettato le celle Naxtra in diverse configurazioni: da una parte, soluzioni pensate per i veicoli leggeri, dall’altra una versione integrata a 24V, sviluppata appositamente per camion e autobus. L’obiettivo è chiaro: offrire una gamma di prodotti in grado di soddisfare le esigenze di una mobilità sempre più diversificata e di un settore energetico in piena trasformazione.

Sul fronte delle prestazioni, la promessa di oltre 500 km di autonomia teorica non passa certo inosservata. Un traguardo che, pur restando sulla carta, dimostra come la tecnologia al sodio sia ormai matura per affrontare le sfide del mercato reale. Tuttavia, non tutto è oro quello che luccica: la strada verso una diffusione su larga scala è ancora costellata di ostacoli. Primo fra tutti, la necessità di investire massicciamente in infrastrutture di assemblaggio e in un ecosistema di riciclo capace di gestire la nuova chimica.

A ciò si aggiungono le sfide legate alle certificazioni internazionali, all’adattamento dei sistemi di gestione termica e alla standardizzazione dei voltaggi. Passaggi obbligati per chi punta a una presenza globale e non vuole restare confinato ai soli mercati nazionali. In questo scenario, la capacità di CATL di anticipare le richieste degli operatori e di garantire elevati standard di sicurezza – già certificati secondo le normative cinesi – potrebbe rivelarsi un elemento decisivo.

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