Carburanti, prezzi ai minimi dal 2021 ma Codacons chiede tagli più incisivi
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Nel pieno dell’estate 2025, mentre il caldo torrido arroventa l’asfalto delle nostre città, il dibattito sui prezzi carburanti torna a infiammare gli animi degli automobilisti italiani. Una situazione, questa, che sa di déjà-vu: il costo alla pompa sembra vivere in una realtà tutta sua, dove le regole del mercato globale appaiono solo un’eco lontana, e il portafoglio dei cittadini resta il vero ago della bilancia. Eppure, i dati non mentono: il prezzo della benzina tocca quota 1,70 euro al litro, mentre il gasolio si assesta su 1,63 euro. Numeri che, a una prima lettura, potrebbero persino far tirare un sospiro di sollievo, considerando che rappresentano i valori più bassi dal 2021. Ma basta grattare la superficie per scoprire che la realtà è ben più sfaccettata.
Il vero nodo della questione, come sottolinea con forza il Codacons, è il rapporto tra l’andamento delle quotazioni petrolio e i tanto attesi ribassi ai listini alla pompa. Negli ultimi mesi, il prezzo del greggio ha subito una flessione decisa: un tonfo del 16,7% sui mercati internazionali, una di quelle scosse che, almeno sulla carta, dovrebbero tradursi in un calo prezzi sensibile per gli automobilisti. E invece, ecco il paradosso: alla pompa, la discesa si ferma a un timido 2%. Un divario che sa di beffa, e che riaccende la polemica su un meccanismo che, ormai da anni, sembra funzionare solo a senso unico.
Quando il prezzo del petrolio si impenna, i rincari sui carburanti sono rapidi e inesorabili, quasi come se la notizia arrivasse in tempo reale alle pompe di tutta Italia. Ma quando le quotazioni petrolio scendono, ecco che la riduzione si fa attendere, procedendo con la lentezza esasperante di una coda in tangenziale sotto il sole di agosto. Una dinamica che, come sottolineano gli esperti del settore automotive, penalizza soprattutto le famiglie e chi, per lavoro o necessità, è costretto a macinare chilometri ogni giorno.
Ma perché questa asimmetria nei tempi di adeguamento? La risposta, come spesso accade, è più complessa di quanto si possa pensare. Il prezzo finale dei carburanti, infatti, è il risultato di un mix di fattori: alle oscillazioni delle quotazioni petrolio si sommano accise, IVA, costi di raffinazione e distribuzione. Un cocktail che, in tempi di crisi geopolitiche o tensioni internazionali, si trasforma in una miscela esplosiva per le tasche degli italiani. Eppure, quando la tempesta sui mercati si placa, la bonaccia tarda sempre ad arrivare sulle nostre strade.
Il Codacons non usa mezzi termini: serve un intervento deciso, capace di ristabilire un equilibrio che oggi sembra smarrito. L’associazione dei consumatori chiede trasparenza e tempestività, perché non è più accettabile che il beneficio di un calo prezzi resti solo sulla carta. “Non si può continuare a penalizzare gli automobilisti – tuonano dai vertici dell’associazione – mentre i margini di guadagno lungo la filiera restano invariati, anche in presenza di crolli evidenti delle quotazioni petrolio.”
Le istituzioni, dal canto loro, sembrano aver preso atto del malcontento crescente. Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy monitora con attenzione i listini alla pompa, ma la sensazione diffusa è che servano strumenti più incisivi per garantire che le oscillazioni del mercato si traducano in vantaggi reali per i consumatori. Una maggiore trasparenza nella formazione dei prezzi, insieme a meccanismi di adeguamento più rapidi, potrebbe finalmente spezzare quel circolo vizioso che da anni penalizza chi si mette al volante.
Nel frattempo, il settore automotive osserva con preoccupazione. Il costo dei prezzi carburanti incide pesantemente sui bilanci delle famiglie e sulle scelte di mobilità, influenzando anche il mercato delle auto nuove e usate. Non è un caso che, in un contesto di incertezza come quello attuale, cresca l’interesse verso soluzioni alternative, dall’elettrico all’ibrido, nella speranza di sfuggire a una dipendenza che appare sempre più onerosa.
Finché non si interverrà per rendere il sistema più equo e trasparente, le oscillazioni delle quotazioni petrolio continueranno a essere un miraggio per chi ogni giorno fa i conti con il pieno. E mentre le polemiche non accennano a placarsi, una cosa è certa: il tema dei prezzi carburanti resterà, ancora a lungo, uno dei nodi cruciali per l’economia e la quotidianità degli italiani.
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