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BYD sconvolge l’Europa: ricarica auto elettrica in 5 minuti

Di Emanuela Termonte
Pubblicato il 23 set 2025
BYD sconvolge l’Europa: ricarica auto elettrica in 5 minuti
BYD annuncia l'arrivo in Europa del sistema Flash Charging da 1.000 kW con 200-300 colonnine previste entro il secondo trimestre 2026.

Una vera e propria rivoluzione è pronta a investire il mondo della mobilità elettrica europea: BYD alza l’asticella e promette di riscrivere le regole del gioco con la nuova tecnologia Flash Charging da 1000 kW. Una promessa che, se mantenuta, potrebbe segnare il tanto atteso sorpasso dei veicoli elettrici sulle auto tradizionali anche nei tempi di rifornimento, storicamente uno degli ultimi baluardi dei motori a combustione. Non è un semplice annuncio: il colosso cinese mette sul piatto un programma dettagliato, con l’obiettivo di installare tra le 200 e le 300 colonnine di ricarica ultraveloce entro il secondo trimestre del 2026. Numeri che fanno riflettere e, soprattutto, accendono i riflettori di analisti e automobilisti, in attesa di capire se la promessa potrà davvero essere mantenuta.

Durante il Salone dell’Auto di Monaco, è stata Stella Li, CEO di BYD Europe, a togliere il velo sulle potenzialità della nuova frontiera della ricarica elettrica. La manager non si è limitata a dichiarazioni di principio, ma ha portato un esempio concreto: il modello Han L, fiore all’occhiello della gamma BYD, sarà in grado di recuperare circa 407 chilometri di autonomia in appena 5 minuti. Un tempo che fino a ieri sembrava fantascienza e che oggi, invece, rischia di diventare il nuovo standard di riferimento per la mobilità elettrica continentale.

Ma le novità non si fermano qui. Per il mercato europeo, la ricarica avverrà attraverso un singolo connettore CCS standard, una scelta che semplifica enormemente l’esperienza d’uso rispetto alle soluzioni multi-cavo adottate in Cina. Una decisione tutt’altro che banale: la frammentazione degli standard di ricarica è stata finora uno dei principali ostacoli all’adozione di massa delle auto elettriche. Puntare tutto su CCS significa abbattere una barriera tecnologica e, allo stesso tempo, aprire la strada a una diffusione capillare delle stazioni BYD sul territorio europeo.

Certo, non è tutto oro quello che luccica. La tecnologia megawatt charging pone sul tavolo sfide tecniche di non poco conto. Le potenze in gioco, superiori ai 400-600 kW a cui siamo abituati oggi, richiedono sistemi avanzati di gestione termica e connettori specializzati, capaci di sopportare senza rischi correnti così elevate. Aziende come Phoenix Contact sono già pronte con componenti in grado di reggere fino a 1000 kW, ma resta da capire se BYD opterà per soluzioni proprietarie o si affiderà a fornitori terzi. Una partita aperta, che potrebbe influenzare non poco l’intero ecosistema della ricarica elettrica.

Non meno importante è la questione infrastrutturale. L’integrazione di stazioni di megawatt charging richiederà un profondo ripensamento delle reti elettriche locali. Le nuove colonnine di ricarica dovranno essere dotate di sistemi di raffreddamento e protezione all’avanguardia, mentre le batterie dei veicoli dovranno essere progettate ex novo per sopportare le sollecitazioni di ricariche così rapide, senza compromettere sicurezza e durata nel tempo. Una sfida che coinvolge non solo i costruttori, ma anche operatori di rete, enti regolatori e produttori di componentistica.

In questo scenario, la scelta di BYD di puntare tutto sulla tecnologia Flash Charging appare tanto coraggiosa quanto strategica. Da un lato, l’adozione di un unico standard come il CCS può favorire la rapida espansione delle infrastrutture, riducendo la frammentazione che oggi caratterizza il settore. Dall’altro, però, restano aperti diversi interrogativi: come verranno gestiti i picchi di potenza? Quali saranno le tariffe applicate per la ricarica ultraveloce? E soprattutto, come si integreranno queste nuove stazioni con le fonti rinnovabili, elemento chiave per garantire la sostenibilità dell’intero sistema?

Il cronoprogramma di BYD non lascia spazio a dubbi: si tratta di un progetto ambizioso, che richiederà investimenti ingenti, un coordinamento serrato con le autorità locali e una collaborazione stretta con gli operatori di rete. Se la tecnologia Flash Charging riuscirà a mantenere le promesse, il panorama della mobilità elettrica potrebbe cambiare per sempre. Per gli automobilisti, tutto ciò si tradurrebbe in soste ridotte all’osso anche nei viaggi più lunghi e in una maggiore attrattiva dei veicoli elettrici ad alte prestazioni.

Il settore osserva con attenzione, consapevole che il successo – o il fallimento – di questa iniziativa potrebbe rappresentare un punto di svolta epocale. In un contesto in cui la concorrenza sulla megawatt charging si fa sempre più serrata, BYD sembra intenzionata a giocare la partita da protagonista, con la Han L pronta a diventare il simbolo di una nuova era. Resta da vedere se le infrastrutture e le normative saranno in grado di tenere il passo di questa corsa all’innovazione, ma una cosa è certa: il futuro della ricarica elettrica, oggi, parla cinese e ha il nome di BYD.

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