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Bruxelles valuta una nuova tassa su benzina e riscaldamento per il bilancio Ue

Di Simone Fiderlisi
Pubblicato il 18 giu 2025
Bruxelles valuta una nuova tassa su benzina e riscaldamento per il bilancio Ue
Ets 2, dal 2027, rivoluziona emissioni e bilanci UE. Previsioni economiche, polemiche su rincari e il futuro del settore automotive.

Il sistema europeo di scambio delle emissioni, noto come Ets 2, rappresenta una delle iniziative più ambiziose per il raggiungimento degli obiettivi climatici dell’Unione Europea. Approvato nel 2023 e in vigore dal 2027, questo meccanismo si concentrerà su settori chiave come i carburanti per autotrazione e il riscaldamento domestico. Tuttavia, il suo impatto socioeconomico ha già sollevato preoccupazioni significative tra gli Stati membri.

Con una previsione di entrate pari a 705 miliardi di euro e un costo di 149 euro per tonnellata di carbonio, l’Ets 2 potrebbe tradursi in un aumento del 41% delle bollette energetiche. Nonostante queste cifre impressionanti, una parte significativa delle risorse, pari a 86,7 miliardi di euro, sarà destinata al Social Climate Fund, un fondo progettato per sostenere le famiglie vulnerabili nell’affrontare l’aumento dei costi energetici.

La proposta si inserisce nel quadro del più ampio piano Fit for 55, che mira a ridurre le emissioni nette di gas serra del 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. Questo obiettivo ambizioso richiede non solo misure strutturali, ma anche un bilanciamento delicato tra le esigenze di bilancio e le ripercussioni sociali ed economiche sulle famiglie e sulle imprese. Tuttavia, l’intenzione della Commissione Europea di utilizzare parte dei proventi per finanziare il bilancio comune UE tra il 2028 e il 2034, incluso il rimborso dei bond del Recovery Fund e nuove spese militari, ha sollevato critiche da parte di diversi Paesi membri.

Tra le proposte discusse a Bruxelles emergono anche nuove fonti di entrata, come una tassa sul digitale, imposte su zucchero e sale nei cibi processati e prelievi sui pacchi provenienti da Paesi extra-UE. Tuttavia, la possibile deviazione delle risorse dall’Social Climate Fund verso altre priorità rischia di snaturare lo scopo originario dell’Ets 2, generando un acceso dibattito politico. La Germania si oppone fermamente all’estensione dei bond dell’Ngeu, mentre l’Italia si è mostrata compatta nel respingere le proposte, con il M5S che le definisce un “boomerang economico e sociale” e Renzi che le etichetta come “stupide”.

In un contesto di crescenti tensioni, alcuni Stati membri, tra cui Francia e Polonia, hanno già chiesto un rinvio dell’intero sistema, evidenziando le difficoltà di implementazione in un momento di fragilità economica per molte famiglie. La sfida principale per l’Unione Europea sarà quindi trovare un equilibrio tra la necessità di finanziare il bilancio UE e l’impatto socioeconomico delle misure proposte.

Nonostante le difficoltà, il sistema Ets 2 rimane un pilastro centrale della strategia climatica europea. Se implementato correttamente, potrebbe rappresentare un passo decisivo verso la decarbonizzazione dell’economia, promuovendo al contempo una maggiore equità sociale attraverso strumenti come il Social Climate Fund. Tuttavia, il successo di questa iniziativa dipenderà dalla capacità dell’Unione Europea di rispondere alle critiche e di garantire che i benefici superino i costi per tutti i cittadini.

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