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Autostrada del Brennero: scade la pazienza, non la proroga

Di Vincenzo Calvarano
Pubblicato il 30 giu 2025
Autostrada del Brennero: scade la pazienza, non la proroga
La concessione dell'Autostrada del Brennero, scaduta nel 2014, subisce un ulteriore rinvio. Il bando slitta al 30 novembre.

La questione della concessione dell’Autostrada del Brennero si conferma uno dei nodi più intricati dell’infrastruttura italiana. Nonostante le aspettative, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha nuovamente posticipato la scadenza del bando, ora fissata al 30 novembre. Questo ennesimo rinvio concessione autostrada prosegue una saga amministrativa iniziata nel 2014, quando la concessione originale è scaduta. Da allora, la gestione è rimasta nelle mani di Autostrada del Brennero Spa, grazie a proroghe temporanee che non hanno mai risolto il problema di fondo.

Al centro della vicenda c’è il complesso tema del diritto di prelazione, un aspetto giuridico che vede coinvolti l’attuale concessionario e la Corte di giustizia dell’Unione europea. Sebbene la Commissione Europea abbia già espresso un parere negativo in merito, il pronunciamento definitivo della Corte resta cruciale per chiarire i contorni legali della gara. Questo impasse legale ha finora bloccato qualsiasi decisione definitiva, rendendo il processo di assegnazione un labirinto senza uscita.

L’importanza dell’A22 per l’economia del Nord Italia è indiscutibile: rappresenta un’arteria strategica che collega il Paese ai mercati tedeschi e nord-europei. Tuttavia, l’incertezza amministrativa sta paralizzando gli investimenti necessari per garantire la manutenzione infrastrutture e gli interventi di ammodernamento. Senza queste risorse, cresce il rischio di compromettere la sicurezza degli utenti e l’efficienza del traffico lungo questa tratta vitale.

Un ulteriore elemento di riflessione riguarda il contesto normativo italiano, spesso criticato per la sua complessità e lentezza. Il caso dell’Autostrada del Brennero è emblematico di un sistema che necessita di una riforma strutturale. Le procedure burocratiche, unite a normative farraginose, rallentano processi che dovrebbero essere più snelli e trasparenti. È evidente che una riforma del sistema delle concessioni non è più rimandabile, se si vuole garantire un futuro sostenibile alle infrastrutture del Paese.

Nonostante le difficoltà, la nuova scadenza di novembre potrebbe rappresentare un’opportunità per sbloccare la situazione. Ma per farlo, sarà necessario affrontare con decisione i nodi giuridici e burocratici che hanno finora impedito una soluzione definitiva. Il tempo stringe, e l’Italia non può permettersi di vedere una delle sue infrastrutture più importanti intrappolata in un limbo amministrativo.

In conclusione, il caso dell’A22 evidenzia l’urgenza di un cambio di paradigma nella gestione delle concessioni. Solo un approccio più dinamico e meno burocratico potrà garantire la competitività e la sicurezza delle infrastrutture italiane, a beneficio non solo degli utenti, ma dell’intero sistema economico nazionale.

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