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Boom Leapmotor T03 in Italia: il porto di Livorno "invaso" dalla piccola elettrica cinese

Di Simone Fiderlisi
Pubblicato il 8 nov 2025
Boom Leapmotor T03 in Italia: il porto di Livorno
Il successo del Leapmotor T03 in Italia genera ordini record ma anche ritardi: problemi nei rimborsi degli incentivi e lo stop produttivo in Polonia complicano le consegne.

Non capita tutti i giorni di assistere a un fenomeno come quello che sta investendo il mercato italiano dell’auto elettrica: la Leapmotor T03 si è trasformata, nel giro di poche settimane, da outsider quasi sconosciuta a vera e propria protagonista delle cronache automotive. Un exploit che ha travolto ogni previsione, complice una combinazione di fattori che difficilmente si ripeterà a breve. In questa storia, che si snoda tra il porto Livorno e le concessionarie di tutta Italia, si intrecciano incentivi statali, logistica internazionale e scelte industriali che hanno letteralmente stravolto le regole del gioco.

Il boom è scattato lo scorso 22 ottobre 2025, quando il Governo ha dato il via libera agli attesissimi incentivi statali per l’acquisto di auto a basse emissioni. Da quel momento, la citycar cinese ha conquistato le prime pagine e soprattutto i cuori – e i portafogli – di migliaia di italiani, attratti da un’offerta quasi irripetibile: grazie a uno sconto del produttore di 3.000 euro e agli incentivi governativi che arrivano a ben 11.000 euro, il prezzo di listino della T03, pari a 18.900 euro, scende fino all’incredibile soglia di prezzo 4900 euro. Una cifra che, nel segmento delle elettriche, fa gridare al miracolo e ha spalancato le porte a una platea di clienti del tutto nuova, molti dei quali mai avrebbero pensato di salire a bordo di un’auto a batterie.

Eppure, dietro questa “favola” moderna si celano non poche ombre. Sui social network, e in particolare nella vivacissima community “Leapmotor T03 Club Italia”, si moltiplicano i racconti di acquirenti entusiasti, ma anche le testimonianze di chi si trova a fare i conti con ritardi di consegna che stanno mettendo a dura prova la pazienza dei più. Le attese variano in modo imprevedibile: c’è chi riceve la propria vettura dopo poche settimane, ma non mancano casi in cui si parla già di febbraio 2026 come data plausibile per la consegna. Un vero rebus, alimentato anche dalla spettacolare carrellata di T03 immortalate al porto Livorno: decine e decine di esemplari parcheggiati in attesa di sdoganamento, a testimoniare una domanda che ha superato di gran lunga ogni più rosea aspettativa.

Il cuore del problema, come spesso accade in Italia, si nasconde tra le pieghe della burocrazia. Il meccanismo degli incentivi statali prevede che i concessionari anticipino l’intero importo delle vetture per poi attendere, non senza apprensione, il rimborso da parte dello Stato. Un sistema che, se da un lato permette ai grandi gruppi di gestire i flussi finanziari con relativa serenità, dall’altro rischia di mettere in ginocchio i piccoli rivenditori, costretti a fare i conti con una liquidità sempre più risicata. E così, tra file interminabili di clienti e pratiche da sbrigare, il settore si trova di fronte a una vera e propria prova di forza.

A complicare ulteriormente la situazione è intervenuta la sospensione della produzione europea della T03. Il 30 marzo 2025, infatti, lo stabilimento Stellantis Tychy in Polonia ha interrotto le linee di assemblaggio dedicate a questa citycar, lasciando dietro di sé un alone di incertezza sulle tempistiche e sulle modalità di una possibile ripresa. Un colpo di scena che ha reso ancora più preziose le unità già sbarcate in Italia e ha costretto l’importatore a rivedere i piani di distribuzione, con il risultato che ogni T03 disponibile diventa oggetto del desiderio e, in qualche caso, di accese trattative tra clienti e rivenditori.

Nonostante tutto, gli analisti non esitano a sottolineare come la T03 rappresenti un’opportunità quasi irripetibile. Secondo le stime più attendibili, il valore residuo della vettura dovrebbe restare superiore al prezzo 4900 euro anche dopo due anni, rendendo questo acquisto appetibile persino in ottica di futura rivendita. Un dettaglio che non è sfuggito agli occhi più attenti e che ha contribuito ad allargare ulteriormente il bacino degli interessati, includendo anche chi, fino a ieri, guardava con diffidenza al mondo delle elettriche.

Intanto, tra le richieste delle associazioni dei consumatori – che invocano maggiore trasparenza e procedure più snelle per il rimborso degli incentivi – e le rassicurazioni dell’importatore, che si dice determinato a rispettare tutti gli ordini nonostante le difficoltà della filiera internazionale, la vicenda della Leapmotor T03 si sta trasformando in un vero e proprio caso di scuola. Un esempio lampante di come le politiche di incentivazione, le sfide della logistica globale e le strategie dei grandi gruppi industriali possano, nel giro di pochi mesi, cambiare il volto del mercato delle citycar elettriche, generando opportunità senza precedenti ma anche nuove, inedite complessità.

Alla fine, la storia della Leapmotor T03 insegna che dietro ogni successo si nascondono equilibri delicatissimi: basta un intoppo in dogana, una firma che tarda ad arrivare o una catena di montaggio che si ferma per riscrivere le regole del gioco. E, forse, è proprio questa imprevedibilità a rendere così affascinante – e a tratti esasperante – il mondo dell’auto di oggi.

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