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Bimbo in bici multato dopo incidente con camion in sosta vietata, il racconto surreale

Di Vincenzo Calvarano
Pubblicato il 22 lug 2025
Bimbo in bici multato dopo incidente con camion in sosta vietata, il racconto surreale
Lainate, bambino in bici urta camion in sosta vietata sulla ciclabile: multa di 38 euro al padre. Le reazioni e il dibattito sulla sicurezza stradale.

Una storia che ha dell’incredibile e che riaccende il dibattito sulla sicurezza stradale arriva da Lainate, alle porte di Milano. Un bambino di appena otto anni, impegnato in una tranquilla pedalata, si è ritrovato protagonista suo malgrado di un episodio che ha lasciato di stucco non solo la sua famiglia, ma anche la comunità locale e gli appassionati di mobilità sostenibile. Il piccolo, mentre percorreva la pista ciclabile del suo quartiere, ha perso il controllo della sua bici e ha urtato un camion parcheggiato in modo irregolare proprio lungo il percorso riservato alle due ruote. Da qui, un susseguirsi di eventi che sembrano usciti da un racconto surreale.

Secondo quanto ricostruito, il camion parcheggiato in sosta vietata rappresentava un ostacolo evidente, tanto che il padre del bambino non ha esitato a contattare la polizia locale per segnalare la situazione. Ma la sorpresa è arrivata qualche giorno dopo, quando la famiglia ha ricevuto un verbale in cui si contestava al piccolo ciclista di non aver mantenuto il controllo del velocipede, in violazione del codice della strada. Una sanzione di 38,45 euro che ha lasciato i genitori letteralmente senza parole, tanto più che il bambino aveva riportato solo lievi escoriazioni e che la loro intenzione era quella di tutelare la sicurezza di tutti gli utenti della pista.

Bimbo in bici multato, la reazione dei genitori

Quando abbiamo ricevuto il verbale siamo rimasti basiti”, racconta il padre, ancora incredulo per l’accaduto. “Abbiamo sempre insegnato a nostro figlio il rispetto delle regole e ci aspettavamo che la priorità fosse sanzionare chi, con comportamenti scorretti, mette a rischio la sicurezza dei più deboli”. La vicenda, tuttavia, ha avuto un risvolto ancora più amaro: la polizia locale, pur intervenendo e multando anche il conducente del camion parcheggiato sulla pista ciclabile, ha ritenuto di dover applicare la normativa in modo rigoroso anche nei confronti del minore, in nome di una presunta imparzialità che però non ha convinto tutti.

Il sindaco di Lainate, Alberto Landonio, si è schierato a difesa dell’operato degli agenti, sottolineando come le regole vadano rispettate da chiunque, indipendentemente dall’età. “Abbiamo agito nel rispetto del codice della strada, ha dichiarato, evidenziando che la sanzione al bambino non esclude la responsabilità di chi occupa indebitamente gli spazi riservati alle biciclette. Una posizione che ha però suscitato polemiche e acceso un confronto acceso tra cittadini, associazioni e istituzioni.

La questione solleva interrogativi profondi su come vengano applicate le norme quando a essere coinvolti sono minori e, più in generale, su quanto sia realmente tutelata la sicurezza stradale sulle nostre infrastrutture dedicate alla mobilità dolce. Episodi come questo mettono in luce le difficoltà di chi si sposta in bici ogni giorno, costretto spesso a fare i conti con ostacoli imprevisti e comportamenti irresponsabili da parte di chi non rispetta le regole. Il rischio, in casi come quello di Lainate, è che a pagare siano proprio gli utenti più vulnerabili, quelli che dovrebbero essere maggiormente protetti da un sistema che si proclama attento alla sostenibilità e alla sicurezza.

Non è la prima volta che le cronache raccontano di episodi simili, ma questa vicenda ha un sapore particolarmente amaro perché coinvolge un bambino e perché evidenzia come la rigidità nell’applicazione del codice della strada possa talvolta entrare in conflitto con il buon senso e con la necessità di educare, più che punire. Il dibattito che si è acceso in città e sui social dimostra quanto sia sentito il tema della sicurezza stradale e quanto ci sia ancora da fare per garantire che le piste ciclabili siano davvero spazi sicuri, liberi da ingombri e accessibili a tutti.

Il caso del bimbo in bici multato a Lainate diventa così emblematico di una sfida più ampia: quella di costruire città a misura di persona, dove chi sceglie la bici non debba temere per la propria incolumità e dove il rispetto delle regole sia accompagnato da una reale attenzione ai bisogni di bambini, famiglie e ciclisti urbani. Solo così potremo evitare che storie come questa si ripetano e restituire fiducia a chi ogni giorno sceglie la mobilità sostenibile.

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