Batterie al sodio pronte al decollo: CATL lancia Naxtra e il mercato guarda al 2026
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Nel mondo della mobilità elettrica e dell’innovazione energetica, il futuro sembra prendere una direzione sorprendente, spinto da una nuova protagonista: le batterie al sodio. Se fino a ieri la scena era dominata dalle soluzioni tradizionali al litio, oggi il panorama si arricchisce di un’alternativa che promette di rivoluzionare il settore, portando benefici tangibili sia in termini di costi che di performance. Numeri alla mano, parliamo di una densità energetica di 175 Wh/kg, una resistenza a 10.000 cicli di carica a 2°C, operatività garantita tra -40°C e 45°C e costi che, da 0,4-0,5 yuan/Wh, sono destinati a scendere rapidamente fino a 0,3 yuan/Wh. Non si tratta di semplici suggestioni, ma di dati concreti che delineano il percorso verso una commercializzazione di massa ormai alle porte, con l’orizzonte temporale fissato tra il 2025 e il 2026.
L’accelerazione verso il mercato si deve soprattutto all’irruzione sulla scena della Naxtra, la soluzione firmata dal colosso cinese CATL, che ha alzato l’asticella presentando la prima batteria sodio-ionica prodotta in serie. Un vero e proprio spartiacque per il settore, perché le prestazioni della Naxtra si avvicinano pericolosamente a quelle delle più diffuse batterie LFP (litio-ferro-fosfato), mantenendo però il vantaggio di costi sensibilmente inferiori. Non è solo una questione di numeri, ma di strategia industriale: la tecnologia al sodio non nasce per competere testa a testa con il litio su tutti i fronti, ma per presidiare segmenti di mercato dove la potenza, la resistenza alle basse temperature e la sicurezza diventano fattori determinanti.
A tal proposito, durante il recente forum “Sodium-Ion Battery Industry Chain and Standards Development Forum”, gli esperti hanno tracciato con precisione il perimetro delle opportunità offerte dalle batterie al sodio. Un nome su tutti, quello del professor Li Jinghong dell’Accademia Cinese delle Scienze, che ha puntato i riflettori sulla combinazione tra vanadio sodio fosfato e anodi in hard carbon. Questa configurazione rappresenta, secondo l’esperto, la chiave per garantire una stabilità strutturale senza precedenti su cicli prolungati e piattaforme ad alto voltaggio, aprendo la strada a una nuova generazione di batterie ad alte prestazioni.
Ma la fiducia nel potenziale commerciale di questa tecnologia non si ferma qui. Robin Zeng, fondatore di CATL, ha espresso pubblicamente la convinzione che le batterie al sodio possano conquistare una fetta significativa del mercato attualmente dominato dalle batterie LFP. Una dichiarazione che non passa inosservata, specie se consideriamo che i test condotti su prodotti di ben 44 aziende hanno confermato la piena affidabilità della tecnologia, soprattutto per quanto riguarda le prestazioni a temperature estreme. Un dettaglio tutt’altro che secondario, visto che proprio questa caratteristica rende le batterie al sodio ideali per applicazioni come sistemi UPS, regolazione della frequenza di rete e macchinari pesanti, settori in cui il rapporto tra prestazioni e costo fa la differenza.
Non è un caso che la Cina stia guidando con decisione il processo di standardizzazione: sono già stati pubblicati due standard nazionali, altri undici sono in fase di sviluppo e quattro sono in corso di definizione a livello internazionale. Il governo cinese, dal canto suo, ha inserito le batterie al sodio tra le tecnologie prioritarie per lo sviluppo energetico nazionale, segno evidente di una strategia di lungo termine che mira a consolidare la leadership nel settore delle batterie.
Tuttavia, non mancano le sfide da affrontare. La densità energetica, pur essendo competitiva, resta ancora inferiore rispetto alle migliori soluzioni al litio, limitando di fatto l’applicazione delle batterie al sodio nei veicoli elettrici destinati alle lunghe percorrenze. Anche la scalabilità produttiva rappresenta un ostacolo da superare, ma le prospettive restano comunque incoraggianti, soprattutto per quei segmenti di mercato dove le esigenze sono diverse rispetto al settore automotive puro.
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