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Così la Cina punta al trono delle batterie, si piega ma non si spezza

Di Vincenzo Calvarano
Pubblicato il 9 ott 2025
Così la Cina punta al trono delle batterie, si piega ma non si spezza
La CAS presenta una batteria flessibile a elettrolita polimerico che migliora il trasporto ionico e la densità energetica; ancora ricerca di base e sfide industriali.

Quando si parla di rivoluzione nel settore dell’energia, è impossibile non volgere lo sguardo verso l’Est, dove la batteria flessibile sviluppata dall’Accademia Cinese delle Scienze sta attirando l’attenzione di esperti e osservatori internazionali. Un risultato che, seppur confinato ai laboratori, rappresenta una promessa concreta per il futuro della mobilità elettrica e delle tecnologie indossabili. Ma come spesso accade nel mondo della ricerca, tra il prototipo e il prodotto finito si frappone una lunga strada, fatta di ostacoli tecnici, economici e industriali.

L’annuncio, datato 7 ottobre 2025 e pubblicato sulla prestigiosa rivista Advanced Materials, è di quelli che fanno rumore: i ricercatori dell’Istituto di Ricerca sui Metalli sono riusciti a combinare un catodo composito con un elettrolita polimerico innovativo, capace di spingere la densità energetica ben oltre i limiti attuali. Il risultato? Una batteria che, almeno sulla carta, promette prestazioni superiori e una resistenza fuori dal comune: pensate che il dispositivo è in grado di sopportare 20.000 cicli di piegamento senza battere ciglio. Una caratteristica che apre scenari impensabili fino a ieri, dalla nuova generazione di veicoli elettrici ai dispositivi indossabili che richiedono adattabilità e flessibilità strutturale.

Tuttavia, è bene mantenere i piedi per terra. La stessa Accademia Cinese delle Scienze non si nasconde dietro facili entusiasmi e chiarisce che la ricerca è ancora in una fase embrionale. Restano da verificare elementi fondamentali come la stabilità a lungo termine, la sicurezza in condizioni critiche e, soprattutto, la possibilità di una produzione su larga scala. Qui entrano in gioco i veri ostacoli: costi ancora elevati e una complessità produttiva che non può essere sottovalutata. Non basta un’idea brillante per rivoluzionare il mercato: serve una catena di fornitura solida, processi affidabili e, soprattutto, la capacità di replicare le prestazioni in ambito industriale.

Il contesto in cui si inserisce questa innovazione è quello di una Cina che corre veloce nella corsa alle batterie allo stato solido. A settembre 2025, Farasis Energy ha acceso i riflettori su una linea pilota dedicata alle celle solide al solfuro, mentre Anhui Anwa New Energy Technology ha svelato i primi prototipi ingegneristici già a luglio. Un fermento che testimonia la volontà del gigante asiatico di ridurre i tempi di commercializzazione e conquistare una posizione di leadership nel settore.

Non è un caso, dunque, che proprio le batterie allo stato solido siano considerate il vero Santo Graal dell’industria automobilistica. Le loro potenzialità sono ormai note: maggiore capacità, ricariche più rapide e, soprattutto, una sicurezza superiore rispetto ai sistemi tradizionali con elettroliti liquidi. Ma il passaggio dalla teoria alla pratica non è affatto scontato. Servono nuovi materiali, processi produttivi inediti e una riproducibilità industriale che non lasci spazio a sorprese.

In questo scenario, la sfida principale resta la durabilità delle interfacce in condizioni reali. Gli esperti concordano: il vero banco di prova sarà la capacità di garantire prestazioni costanti anche dopo migliaia di cicli di utilizzo, senza che la struttura interna venga compromessa. È qui che entra in gioco il ruolo chiave del trasporto ionico, un parametro che fa la differenza tra una batteria da laboratorio e una soluzione pronta per il mercato di massa.

Non bisogna poi dimenticare il fattore economico. Il passaggio dalla ricerca alla produzione richiede investimenti significativi, sia in termini di impianti che di controlli di qualità. Ogni passo avanti, ogni innovazione, deve essere accompagnata da una valutazione attenta dei costi e dei benefici, perché solo così sarà possibile offrire ai consumatori prodotti affidabili, sicuri e accessibili.

Per i mercati e per gli utenti finali, i miglioramenti nella densità energetica rappresentano una prospettiva allettante: veicoli con autonomia estesa, tempi di ricarica ridotti e dispositivi sempre più performanti. Tuttavia, la transizione verso le celle solide sarà graduale. Le aziende dovranno trovare il giusto equilibrio tra costi, prestazioni e affidabilità, evitando di farsi trascinare dall’entusiasmo e mantenendo un approccio pragmatico.

 

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